biennale danza 2007

felix ruckert e il "messiah game"

 

di Samanta SONSINI


“Messiah game”.

tra gioco, erotismo ed improvvisazione

Giochi di ruolo, dissoluzione ed astrazione di cinque scene del Nuovo Testamento per Felix Ruckert, di discendenza bauschiana, e la sua compagnia, interprete di “Messiah Game” alla Biennale di danza contemporanea di Venezia.
Un discorso su “Corpo & Eros”, tema del festival che passa dall’appropriazione di un corpo altrui al lasciarsi prendere, anche con la forza, immolando il proprio corpo naturale, nudo, arcaico. Un ingresso in scena della compagnia all’insegna del “contact”: aggrapparsi, strapparsi, crollare a terra ed essere trascinati. Casualità di corpi danzanti tra incontri e scontri, vesti che scoprono, mani che ricoprono.


Felix Ruckert, in questa sua poetica, quanto perturbante rivisitazione delle Sacre Scritture, ripropone alcune immagini legate alla Tentazione portando sotto i riflettori il nudo maschile. Sculture di carne che evocano arcaiche statue intrise di grecità. Un Eros che nasce dal più naturale e primo strumento dell’uomo, il Corpo.
La velocità e l’energia che fuoriusciva nel contatto, nel tocco della danza di apertura dello spettacolo vengono risucchiate in una forza ed una concentrazione interiore che dona a quei nudi una presenza di grande forza emotiva anche nella loro quasi totale e continua immobilità. L’energia è ora contenuta, chiusa all’interno delle pareti dei corpi che diventano trasparenti lasciando libero il pubblico di sondare gli organi, il sangue, i muscoli, penetrando nell’estrema concentrazione, nell’interiorità di quei corpi. Si fa leva sulla naturale potenza erotica di un corpo nudo che, impassibile, intoccabile nella sua concentrazione, si lascia attraversare dagli sguardi altrui.
Un’Ultima cena degli eccessi per la compagnia di Ruckert. Eccessivo fino al cattivo gusto fatto di piume e di colori sgargianti; attorno al tavolo ogni danzatore trova il suo posto. Numerosi “Tableaux Vivents” si susseguono generando scambi di ruoli, scambi di partner, all’insegna di una cena dove il tavolo è vuoto e ci si ciba di corpi, con grande voracità li si possiede, ce ne si appropria dolcemente, talvolta, con la forza in altri casi. Uomini e donne si confondono, solo personaggi, nudi o vestiti, in scena.


I corpi riprendono ora il loro ritmo biologico. Calcolando il peso di ogni passo recuperano una dimensione senza spazio e senza tempo. La Crocifissione. Immolazione di corpi che si lasciano possedere, corpi senza più volontà. Corpi a cui si cerca di strappare la carne, corpi abusati. Un Eros talvolta incontrollabile che a tutti i costi vuole prendere il suo oggetto di desiderio. E qui lo sgomento del pubblico: corpi sacrificati alle pulsioni della natura, alla vita, ad un erotismo crudele che si nutre di corpi danzanti.


Poi la conclusione, la Resurrezione, una ventata d’arie fresca tra i capelli e le luci poco alla volta si concentrano sull’unica danzatrice in scena, coi capelli spettinati , abbandonata ad una nuova serenità, padrona del proprio corpo e dell’Eros intrinseco ad esso. Un corpo nuovo, sopravvissuto.”Messiah Game”, tra i più discussi spettacoli di questa edizione della Biennale, presenta un Messia che sa essere padrone e schiavo, che si lascia guidare dal “Game”, dalle regole del gioco, per un performance in cui l’improvvisazione e la carica erotica di ogni danzatore può liberamente esprimersi seppur coinvolta nelle dinamiche del gruppo.
 

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