KINEMATRIX - 55° EDINBUNRGH INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2001
18 agosto 2001

FROM HERE TO WHERE
UK/Francia 2001
di Glen Luchford

FROM HERE TO WHERE racconta la straordinaria storia di Mr. Alfred, un uomo di mezza eta` che vive all'aeroporto di Parigi Charles De Gaulle, e Hugo Paul, un regista debuttante americano che cerca di fare un film su Mr. Alfred. Undici anni fa, a Mr. Alfred fu rifiutato il visto d'ingresso in Francia; egli ha vissuto in quel limbo internazionale sin da allora. Quando finalmente il visto gli viene concesso, Mr. Alfred rifiuta di abbandonare l'aeroporto che e` ormai diventato la sua casa. Nella sua percezione del mondo, il purgatorio del Charles De Gaulle e` migliore dell'inferno del mondo la` fuori (la mia visione e` simile, ma esattamente opposta). Paradossalmente, Mr. Alfred e` il centro stesso del film, stoicamente contento della sua inusuale esistenza. Nel frattempo, mentre il budget del film si erode e gli attori e Mr. Alfred perdono interesse nel progetto, la vita di Hugo gradualmente si disintegra. Frustrato dal suo recalcitrante soggetto, a un certo punto Hugo proclama "E` rincoglionito almeno quanto me. La differenza e` che io ho la cinepresa".
Questo e` il primo film del regista di moda Glen Luchford. Col suo cast di attori non professionisti, tanto quanto il vero Mr. Alfred, possiede una sorta di rozza innnocenza che e` piuttosto affascinante, e parecchio adatta al tema film-su-di-un film. Il dolore di Hugo e l'indifferenza di Mr. Alfred generano alcuni momenti comici deliziosi. Da una parte i problemi della produzione low-budget potrebbero rendere questo film insopportabile per i vari registi in erba che guardassero il film, ma dall'altra li fara` ridere fra le lacrime.
L'anteprima internazionale del film e` fissata per lunedi`.

ECHOS AUS EINEM DUESTERN REICH
(Echoes from a somber empire)
di Werner Herzog (1990)

Herzog questa volta si cimenta con l'ascesa e caduta di Jean Bedel Bokassa, dittatore militare della Repubblica Centrafricana, seguendo l'avventura del giornalista Michel Goldsmith che ritorna nei luoghi dove anni prima era stato imprigionato e torturato. Il risultato mi lascia abbastanza perplesso: i filmati di repertorio, le immagini delle numerose mogli e figli (54!), le foto nostalgicamente ammassate nella dimora parigina del dittatore, sembrerebbero rimandare a un tentativo di umanizzazione della persona.
Forse la battuta piu` significativa del film e` data da uno degli avvocati del processo che condanno` Bokassa a morte: il potere assoluto corrompe assolutamente. Il Bokassa di Herzog non sarebbe piu` dunque solo Bokassa, ma una sorta di icona cinematografica rappresentativa della distorsione che un uomo subisce quando ha troppo potere in mano. E` una delle chiavi di lettura possibili e non la sottoscriverei alla cieca, ma mi pare funzionare.
Della follia (cattiva) dell'autoproclamato imperatore abbiamo testimonianza durante la visita al centro dove venne torturato Goldsmith (perche' un suo telex era stato rovinato dalla cattiva trasmissione, e venne interpretato come un messaggio cifrato!) e nell'ispezione alla sua ex reggia, in cui ancora enormi frigoriferi, in cui presumibilmente teneva i cadaveri che mangiava nella sua follia cannibale, fanno mostra di se'.
Altri shot di repertorio e testimonianze della sua umanita` confondono le acque, e qui davvero mi perdo. Il film non e` particolarmente grafico e accattivante come gli altri documentari che ho visto; forse e` davvero un prodotto puro da televisione, come segnala Peter Cronin che introduce e gestisce la retrospettiva: uno di quei film (rari) che sul grande schermo non guadagnano molto.
Grandissimi peraltro il prefinale, in cui Goldsmith, morto pochi mesi dopo la fine delle riprese, racconta a una delle mogli di Bokassa le sue disavventure passeggiando presso piazza San Marco a Venezia in mezzo a una folla incuriosita dalla cinepresa; e il finale, affidato bunuelianamente all'immagine di un povero gorilla dello zoo: i guardiani gli hanno insegnato a fumare, lo hanno reso dipendente dalla nicotina, e ora e` ridotto a un fenomeno da baraccone di cui possiamo godere.


ENIGMA
USA, 117 minuti
di Michael Apted (2000)

ENIGMA e` un film parecchio intelligente e godibile. Allo stesso tempo e` una rievocazione epica storica nella migliore tradizione, e un bel giallo.
La decifrazione del codice Enigma fu uno degli eventi piu` importanti della Seconda Guerra Mondiale, che mise in grado gli Alleati di decodificare gli ordini militari cifrati del Tedeschi. Un pugno di matematici a Bletchley Park, installazione inglese top secret della British Intelligence, impiego` i primi primitivi computer per rompere il codice.
Dougray Scott interpreta Tom, uno dei matematici responsabili della decifrazione di Enigma. Reso quasi folle dal fallimento della sua ossessiva relazione con la femme fatale Claire (Saffron Burrows), e` costretto a lasciare Bletchley. Ma quando i Tedeschi modificano le macchine Enigma, viene richiamato per aiutare a decifrare il nuovo codice. Al suo ritorno scopre che Claire e` scomparsa e si unisce alla sua compagna d'appartamento Esther (Kate Winslet) per cercare Claire, fra una sessione di code-breaking e l'altra.
Il film ci tiene sulla corda mentre i Britannici corrono contro il tempo per rompere il codice Enigma, e Tom e Esther rischiano il tutto per tutto alla ricerca di Claire. E` anche un bel lavoro di cervello - la ricostruzione degli sforzi a Bletchley Park e` affascinante. E pero`, il film non scade mai davvero nel romantico, sempreche' non pensiate, come me, che Daphne la secchiona di Scooby Doo fosse carina. Kate Winslet con gli occhiali le somiglia e recita pure come lei.
Un film eccellente, le due ore sono volate via. E il produttore Mick Jagger fa perfino una breve apparizione.

Julian Richardson


BATTLE ROYALE
di Kinji Fukasaku (2000)

Prima di passare al film - che' tanto non c'e` molto da dire - lasciate che vi racconti quel che c'era intorno.
Sabato sera, ore 23:30: preceduto da un hype mostruoso, quasi a livello di THE BLAIR WITCH PROJECT, esce BATTLE ROYALE, del veterano sessantenne Fukasaku, al cinema Cameo, che mi risulta essere uno dei piu` comodi d'Europa (non domandatemi da dove viene questa, non me lo ricordo, sappiate che e` probabilmente vero per esperienza personale). Ovviamente la proiezione e` super-esaurita. Mi metto in coda. All'ingresso distribuiscono ombrelli e tatuaggi col logo BR. Non solo, subito dopo lo stacco dei biglietti viene distribuito gratuitamente a tutti gli spettatori il "BR Energy Drink", una sorta di Red Bull con lo stesso logo di prima sulla lattina.
(Per i pochi fortunati che non sanno cosa sia il Red Bull: e` una specie di Sprite colorata artificialmente di rosa acceso, che odora di fragola come il dentifricio Paperino's ed e` zeppa di additivi eccitanti, taurina, caffeina, vitamine varie. Una vera merda, scusate il francesismo). Foto del pubblico ad ombrelli aperti prima di entrare in sala; foto del pubblico ad ombrelli aperti dopo (400 ombrelli aperti in sala contemporaneamente, sai la sfiga?). E finalmente comincia il film.
Gia`, il film. Che dire? La trama e` presto detta: il governo giapponese ha varato una legge di protezione dai teppisti giovanili, secondo la quale ogni anno una classe a caso viene selezionata e gli alunni scaricati su un'isola deserta, ognuno con cibo acqua e un'arma (una a caso, da un ventaglio a un Uzi). Unica regola: ne deve sopravvivere uno solo. Il film narra una di queste sessioni di sterminio, fra sotterfugi, amori che nascono e che muoiono, passioncelle da adolescenti che si trasformano in sterminii sadici.
L'idea e` eccellente, ma non e` nuova, a partire da LA DECIMA VITTIMA fino ad arrivare a roba piu` recente, che so, CONTENDERS - SERIE 7 oppure THE RUNNING MAN. E posso starci. Ma poi il film non convince. Si salva a pieni voti l'ironia continua: uccisioni alla Commando effettuate da placidi diciasettenni, scene madri alla Titanic, Takeshi Kitano che fa
il maestro dipensando un po' dappertutto il suo umorismo grottesco.
Non si salvano invece (1) la ripetitivita` del meccanismo (uccisioni, conteggio dei morti, dichiarazione pubblica dell'arbitro) che gia` al secondo passaggio rende il tutto noioso e prevedibile; (2) alcune figure davvero pietosamente stereotipate, per esempio l'hacker che, programmando un notebook in C, riesce a far saltare il centro direzionale (perche' tanto odio? perche' suo padre era un rivoluzionario), oppure il ripetente-zombi che non muore mai; (3) il finale penosamente tirato via, moralistico e roboante. E ci sono anche delle incongruenze.
Per me pollice abbastanza verso, si tratta di un film non solo DI adolescenti ma anche e soprattutto PER adolescenti - non bastano alcune sequenze gore per renderlo interessante. Cosi` non la pensava il tizio seduto davanti a me, il quale, essendosi fatto QUATTRO lattine di "BR Energy Drink" durante il film (era gratuito e siamo in Scozia, non dimentichiamolo) ha vomitato allegramente sul collo della poveretta in prima fila.
Ho anche fatto una foto alla lattina; chi lo desidera ne ricevera` una copia. E da oggi chiamatemi Mr. Spocchia.

Claudio Castellini


ENIGMA
di Michael Apted (2000)

Questo invece e` piuttosto buono. Soprattutto, visto all'UGC Cinema, schermo 7 di 14, enorme, sonorizzazione da urlo e schermo da 25 metri per 15. Uno spettacolo in se', prima del film. Potessi vederci 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO sarei un uomo felice.
Basato sul romanzo di Robert Harris ispirato a sua volta dalla storia vera del matematico Alan Turing, il film tiene un equilibrio molto buono fra la spy/detective story e la storia d'amore. L'avventura del geniale Tom Jericho (l'attore scozzese Dougray Scott) e` ben dipanata fra una storia finita che non vuole morire (con la bellissima Claire, Saffron Burrows) e una che sta nascendo (con una Kate Winslet incredibilmente imbruttita che dimostra di saperci fare parecchio).
A un certo punto, la trama diventa un tantino troppo complessa (e il mio inglese non mi ha aiutato); la sceneggiatura resta buona (eccetto un paio di dialoghi) e non me ne sorprendo perche' e` di Tom Stoppard, lo stesso di ROSENCRANTZ E GUILDERSTERN SONO MORTI o di quel gioiello spionistico che e` LA CASA RUSSIA. Apted fa grande uso del teleobiettivo per isolare i suoi soggetti ciascuno nei propri dubbi. Malino gli effetti speciali (esplosioni, incendi e via dicendo) che sono finti oltre ogni dubbio.
Nel complesso il film e` gradevole e drammatizza un pezzetto interessante della storia contemporanea. Non mi e` piaciuto il fatto che di Alan Turing, notoriamente omosessuale e anarchico, si sia fatto un personaggio etero (e che anzi, ha due storie con donne bellissime) e completamente non schierato politicamente. Ma qui mi fermo, non sono sicuro che questo difetto non fosse gia` nel romanzo da cui ENIGMA e` tratto.

Claudio Castellini

a cura di
Julian Richardson e Claudio Castellini
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