conferenza stampa di
KIRK DOUGLAS
orso d'oro alla carriera 2001


KIRK DOUGLAS alla conferenza stampa



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C´è un´attesa febbrile e reverenziale per l`arrivo di Kirk Douglas: 88 film, due come regista, collaborazioni con i più grandi registi di questo secolo. L`attore americano spunta fuori un po' intimidito e commosso, saluta alzando le braccia in segno di vittoria e viene inondato dai flash. E dalle domande. E` un vecchio di 84 anni, ancora bellissimo con quel suo sguardo carismatico addolcito dalla veneranda età. Ha voglia di scherzare, in fondo è un uomo semplice, apparentemente lontano dallo star-system, ma si scusa subito per il suo inglese: "Mi sembra che qui dentro parliate tutti inglese meglio di me!”.
Kirk Douglas ha avuto un ictus di cui porta ancora i segni: si stanca facilmente e non riesce ad articolare bene le parole, ma il suo messaggio passa comunque e, forse, con più forza. "Never give up", questo il consiglio di un vecchi saggio che si rivolge ai giornalisti come un padre ai propri figli. Inevitabili i commenti sul figlio Michael: “Vivrà a lungo, come me, è scritto nel nostro patrimonio genetico” e sulla nuora Catherine Zeta-Jones: “Non è solo bellissima, ma è anche un'eccezionale donna di casa”.



Kirk dichiara di aver amato tutta la sua lunga filmografia: "E´ come chiedermi quale dei miei figli ho amato di più”, anche se molti non sono riusciti come sperava. Ricorda Vincent Minelli come padre spirituale e maestro in ogni forma di cinema (dal musical alle commedie, ai film drammatici). Cita LUST FOR LIFE come uno delle sue pellicole più riuscite.
E Kubrick? "Un grande regista, soprattutto per quanto riguarda l`aspetto tecnico, ma il suo stile è decisamente troppo freddo e distaccato”. Infatti il vecchio attore confessa di non amare per niente la tecnologia: "Mia moglie mi ha regalato una bellissima Mercedes, ultimo modello, ma adesso la guida lei: non voglio una macchina che parla!"; stesso rifiuto per i computers, come ogni buon rappresentante delle generazioni passate. Douglas preferisce rifugiarsi nella contemplazione dell´arte moderna: "Possedevo molti quadri, ma poi mi sono chiesto perché diavolo tenere appesi al muro degli oggetti cosi´, in casa mia, quando con quell`investimento potevo fare mille altre cose. Così ho venduto la mia collezione ed ho dato i soldi in beneficenza”. Scoppia un applauso doveroso.



Parlando anche delle sue radici russe, Kirk conclude la conferenza con una battuta: "Il mio nome vero va bene per un ballerino, non per un attore di Hollywood" e con i progetti per il futuro che per il momento non contempla certo la pensione ed il dimenticatoio, ma l'Orso alla carriera ed un'ambita collaborazione con Soderbergh. Questi prestigiosi complimenti all'autore di TRAFFIC, in concorso qui a Berlino, saranno d´aiuto per una possibile vittoria?



Elena SAN PIETRO

 

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