“Il rischio è un valore aggiunto”
Giovane, ma con un curriculum ammirevole - che comprende, fra le altre,
collaborazioni illustri ai Festival di San Sebastian, Courmayeur, oltre al
nuovissimo Cinema Spagna, evento di grande successo realizzato con la sua
società Exit Media - la giornalista catalana Iris Martín-Peralta è al suo
terzo anno alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, e inaugura
con questa edizione la sezione "Cine en costrucción".
A Kinematrix ha raccontato la sua scelta di portare in Italia una iniziativa
ambiziosa che punta sulla cooperazione internazionale.
Kinematrix: Come nasce Cine en costrucción e come arriva a Pesaro?
Iris Martìn-Peralta "Cine en costrucción" nasce al Festival
Internacional de Cine de San Sebastián, in Spagna, per favorire il
completamento di lungometraggi latinoamericani che, nonostante abbiano
concluso la fase di riprese, incontrano difficoltà nella fase di post
produzione. I lavori vengono presentati in stato embrionale a un gruppo di
professionisti (da qui il nome “cinema in costruzione”), e spesso trovano un
finanziamento che consente loro di vedere finalmente la luce. Pesaro ha
stretto un accordo di collaborazione con San Sebastián e i Rencontres
Cinémas d'Amerique Latine de Toulouse (che propongono la sezione in Francia)
per realizzare una vetrina dell’iniziativa anche in Italia.
Quale tipologia di progetto viene selezionato di solito?
I film di "Cine en costrucción" sono tutti latino-americani, di solito a
low-budget, e - come accade nei paesi sudamericani - finanziati da
Istituzioni pubbliche locali o da piccole case di produzione. La scarsa
disponibilità economica è anche una grande risorsa creativa, perché alla
mancanza di mezzi devono supplire con soluzioni inventive e originali. Non
si deve però pensare a film d’essai o brutalmente poveri, nell’immagine o
negli ambienti, perché queste opere hanno spesso un appeal commerciale e
ritraggono una classe media che in Europa è poco conosciuta.
Quali saranno i progetti proposti a Pesaro?
Alla Mostra abbiamo pensato di portare cinque film recenti di "Cine en
costrucción", proprio per evidenziare il fatto che si tratta di opere di
alto livello artistico, facilmente esportabili e quindi appetibili per
produttori e distributori. Proietteremo
A casa de Alice del brasiliano Chico Teixeira, selezionato quest’anno
per la Berlinale, Esas no son pensas
di Daniel Andrade & Anahí Hoeneisen (Ecuador),
La perrera di Manuel Nieto
Zas (Uruguay, Argentina, Spagna, Canada),
Punta del Diablo di Marcelo Paván (Argentina) e
Otávio e as letras di Marcelo
Masagão (Brasile). Sono film che riflettono un concetto di costruzione
metaforica, di crisi che viene sempre superata, di disagio che porta, alla
fine, sempre a nuove vite.
Cosa si aspetta da "Cine en costrucción" a Pesaro?
Il mercato italiano è statico, ha il problema del doppiaggio che aumenta i
costi e la diffidenza dei distributori, e spesso tende a guardare solo
quello che è in vetrina. San Sebastián ha tirato fuori una formula
originale, che non fa beneficenza ma mette in gioco domanda e offerta,
trasformando il rischio in un valore aggiunto. Sono tantissimi i casi di
film sui quali nessuno avrebbe puntato, e che alla fine hanno invece
sbancato i botteghini, come En
construcción di José Luis Guerin, un’opera sperimentale che ha
trionfato al box office spagnolo nel 2004 ed è stata vista da gente
“insospettabile”.
Mi aspetto che a Pesaro ci siano professioni dell’industria ricettivi verso
questa sfida.
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