Arch Angels
di Issei Oda
Giappone 2006, 92'

Debutto da regista del tecnico di effetti speciali Oda Issei, ARCH ANGELS è
un film indipendente piuttosto bizzarro che pesca ampiamente
dall’immaginario manga tanto dal punto di vista della strategia narrativa
quanto da quello dell’estetica. Tre ragazze del proletariato suburbano si
ritrovano, per ragioni diverse, a studiare in una scuola per educande
situata in un imponente palazzo in stile europeo. Le tre continuano ad
apprezzare il pollo in scatola e gli spaghetti liofilizzati, ma visto il
salto di classe non possono darlo a vedere e consumano tra loro i propri
guilty pleasures (purtroppo solo di natura gastronomica). Quando una assurda
banda di terroristi italiani prende di mira la scuola, saranno proprio le
tre middle class girls a risolvere la situazione. In un tripudio di computer
grafica e blue screen, a tratti lodevole a tratti raffazzonato, il giovane
Oda Issei si diverte a coprire le lacune della storia attraverso l’accumulo
di stranezze. Il gioco funziona per la prima parte del film ma si rompe
verso il finale, quando un combattimento in pieno stile MATRIX prende più
tempo del dovuto e diluisce le dinamiche della storia. Colpisce, più per
veemenza che per compiutezza, l’estetica a metà tra un video di Gwen Stefani
e un raduno di cosplayer, calata in un’ambientazione da vecchia Europa
ipercolorata e fracassona, ma il film, alla fine, si rivela poca cosa.
Sarebbe stato un bel corto, è un film mediocre, salvato in corner da una
weirdness talmente appassionata da risultare quasi efficace. 24/30
200 Pounds Beauty
di Kim Yong-hwa
Corea 2006, 116' min

Una delle commedie coreane più amate in patria la scorsa stagione, 200
POUNDS BEAUTY è un racconto che non tradisce in alcun modo la propria
“orientalità” (sulla valenza di questo termine, comunque, sarebbe opportuno
fare dei discrimini), ma si conforma agli standard tematici della commedia
occidentale, che costruisce tensione comica sulla dinamica singolo/gruppo e
sulla necessità di ricomporre questa scissione. Hanna è una donna piena di
spirito e altrettanto dotata di adipe che lavora come ghost singer per la
superstar del tutto priva di talento Ammy. Hanna è innamorata del manager di
Ammy e decide di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica totale per
riuscire finalmente a conquistarlo. Da quel momento diventa un’altra
persona: bellissima e talentuosa, può sostituire in tutto Ammy, dimenticata
dal pubblico. Il film è divertente e, come sottolinea giustamente Darcy
Paquet nel suo intervento sul catalogo del festival, la pretesa di commento
sociale è troppo sottile per poter aspirare a qualche rilevanza. Per questo
200 POUNDS BEAUTY funziona meglio se lo si prende per quello che è: un film
popolare discretamente riuscito e docilmente assoggettato a dinamiche di
genere ormai universali. Ovvio, il finale è melenso, l’amore impossibile e
la morale è che anche da grassi si può essere apprezzati dal prossimo. Il
politically uncorrect non sta di casa qui, ma a un film che vende sei
milioni e mezzo di biglietti in patria non si può chiedere anche la
sottigliezza. 25/30
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