biennale danza 2007

Kaiji Moriyama e "THE velvet suite"

 

di Samanta SONSINI


Natura e cultura.

nel corpo spasmodico di Moriyama

Lo spazio proibito di “The Velvet Suite” prende vita dal corpo spasmodico del danzatore giapponese Kaiji Moriyama. Sotto la luce sospesa di una luna, forse eclissata, che emana un alone di luce rossa che colora il corpo e lo spazio della Biennale di danza contemporanea di Venezia dal titolo “Body & Eros”.
L’uomo - animale,al centro della stanza si anima e agita la sua fluida e lunga chioma dorata e selvaggia. Inizia così una feroce lotta interiore tra un impulso erotico che vuole dominare il corpo ed un corpo sofferente che tenta in ogni modo di fuggire a questo controllo.


L’eccezionale maestria tecnica di Kaiji Moriyama permette al suo corpo lunghi tremiti che rivelano una profonda conoscenza di ogni sinapsi e reazione muscolare. Il corpo è selvaggio, per nulla addomesticato, un uomo – animale che si dimena contorcendo i propri arti.
Un en dedans delle gambe evidentemente costretto non permette al corpo di Moriyama di liberarsi dai forti impulsi sessuali che nascono dal suo interno. Una lotta fino all’ultimo respiro che lascia distendere il corpo solo per pochi, brevi, istanti prima di iniziare nuovamente. Naturale e antinaturale. Un corpo legato carnalmente alla terre, quella Madre – terra che come lui ha generato tutti gli esseri viventi; così l’animale spasmodico, il puro istinto, si avvicina sempre di più al suolo, vi si rotola, lo cerca, creando un’intensità emotiva, una forza sensoriale, che investe lo spettatore.
Si cerca la libertà da quell’istinto naturale, l’uomo – animale urla, geme, ed il violino di Koichiro Muroya che lo accompagna avvolge, con la musica di Yasuhiro Kasamatsu i suoi gesti di ribellione contro quella forza che lo divora.


Eccolo, il corpo contorto al centro del cerchio rosso, il cerchio della vita, sotto una cascata di petali rossi. Rosso Eros. Vita, istinto ed un Eros che non ammette ragioni. L’eterno dilemma dell’uomo appare in carne ed ossa sulla scena, si rivela: natura o cultura, istinto o razionalità. L’istinto invade il corpo, ma il corpo cerca di respingerlo. Ragione contro istinto ancora una volta, e non c’è soluzione possibile. La costruzione culturale dell’uomo sempre dovrà convivere con la sua natura intrinseca ed con il suo essere, in ogni caso, animale. Si cerca il compromesso.
 

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