Natura e cultura.
nel corpo
spasmodico di Moriyama
Lo spazio proibito di “The Velvet Suite” prende vita dal corpo spasmodico
del danzatore giapponese Kaiji Moriyama. Sotto la luce sospesa di una luna,
forse eclissata, che emana un alone di luce rossa che colora il corpo e lo
spazio della Biennale di danza contemporanea di Venezia dal titolo “Body &
Eros”.
L’uomo - animale,al centro della stanza si anima e agita la sua fluida e
lunga chioma dorata e selvaggia. Inizia così una feroce lotta interiore tra
un impulso erotico che vuole dominare il corpo ed un corpo sofferente che
tenta in ogni modo di fuggire a questo controllo.
L’eccezionale maestria tecnica di Kaiji Moriyama permette al suo corpo
lunghi tremiti che rivelano una profonda conoscenza di ogni sinapsi e
reazione muscolare. Il corpo è selvaggio, per nulla addomesticato, un uomo –
animale che si dimena contorcendo i propri arti.
Un en dedans delle gambe evidentemente costretto non permette al corpo di
Moriyama di liberarsi dai forti impulsi sessuali che nascono dal suo
interno. Una lotta fino all’ultimo respiro che lascia distendere il corpo
solo per pochi, brevi, istanti prima di iniziare nuovamente. Naturale e
antinaturale. Un corpo legato carnalmente alla terre, quella Madre – terra
che come lui ha generato tutti gli esseri viventi; così l’animale
spasmodico, il puro istinto, si avvicina sempre di più al suolo, vi si
rotola, lo cerca, creando un’intensità emotiva, una forza sensoriale, che
investe lo spettatore.
Si cerca la libertà da quell’istinto naturale, l’uomo – animale urla, geme,
ed il violino di Koichiro Muroya che lo accompagna avvolge, con la musica di
Yasuhiro Kasamatsu i suoi gesti di ribellione contro quella forza che lo
divora.
Eccolo, il corpo contorto al centro del cerchio rosso, il cerchio della
vita, sotto una cascata di petali rossi. Rosso Eros. Vita, istinto ed un
Eros che non ammette ragioni. L’eterno dilemma dell’uomo appare in carne ed
ossa sulla scena, si rivela: natura o cultura, istinto o razionalità.
L’istinto invade il corpo, ma il corpo cerca di respingerlo. Ragione contro
istinto ancora una volta, e non c’è soluzione possibile. La costruzione
culturale dell’uomo sempre dovrà convivere con la sua natura intrinseca ed
con il suo essere, in ogni caso, animale. Si cerca il compromesso.
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