PROLOGO
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Ancora una volta, la capitale della Scozia
e` stata sopraffatta dai festival il piu` grande dei quali e` il
Fringe. Sembra che praticamente ogni stanza piu` grande di un metro
quadro ospiti un qualche tipo di esibizione. Perfino le credenze
dei ristoranti sono occupate, in questi giorni. Per cui fa sempre
piacere, in questa citta` ormai impazzita, imbattersi nel mondo
del Festival Internazionale del Cinema di Edimburgo. Me lo sto sognando,
oppure il grande schermo attrae un tipo di falena particolarmente
accattivante?
Quest'anno e` partito con l'anteprima
internazionale di AMELIE, l'ultimo film di Jean-Pierre Jeunet. L'inventiva
e immaginazione che caratterizzavano i suoi film precedenti (DELICATESSEN
e LA CITE' DES ENFATS PERDUS) sono fresche come sempre in questo
film meraviglioso.
Durante la prossima settimana e mezza,
terremo gli occhi incollati allo schermo e le orecchie ben aperte
per darvi notizie, impressioni, oziose speculazioni e, presumibilmente,
qualche assurdita` totale a proposito del 55esimo Edinburgh International
Film Festival.
(RE)VISIONI
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LAND DES SCHWEIGENS UND DER DUNKELHEIT
(Terra del silenzio e dell'oscurita` / Land of silence and darkness)
di Werner Herzog (1971)
Un bel giorno, Werner Herzog si trova
a un congresso politico sul tema dei disabili. Seduta in terza fila,
una donna sui 60 anni i cui occhi non smettono mai di muoversi;
di fianco, un'altra donna che tocca il palmo della mano alla prima,
in qualche modo comunicandole cio` che l'oratore sta dicendo. La
donna si chiama Fini Staubinger e dai 18 anni d'eta` e` sordocieca;
Herzog decide di incontrarla e di girare un documentario su di lei.
In 5 mesi ha finito; il risultato e` questo. Terra del silenzio
e dell'oscurita` e` un viaggio di 85 minuti nel mondo dei sordociechi.
Fini comunica col mondo esterno parlando, ma il mondo deve comunicare
con lei attraverso il linguaggio tattile; e quando due sordociechi
comunicano, lo fanno nel modo silenzioso e oscuro delle mani. Un
giorno lei e un'amica sordocieca vengono portate per la prima volta
su un aeroplano. Sono tutte eccitate e si vede; una di loro batte
le mani in delirio. Eppure *non vedono* e *non sentono* niente di
niente... eppure
noi *vediamo* e *sentiamo* assieme a loro.
Di episodi del genere ce n'e` a bizzeffe, durante il film. Dal racconto
della caduta per le scale che causo` la discesa di Fini all'inferno,
all'interazione con sordociechi abbandonati da anni in manicomi
e istituti per vecchi. In tutti questi casi e` impossibile restare
indifferenti all'opera di "dragaggio" della Staubinger,
che saluta tutti i suoi compagni di sventura con un bavaresissimo
"Gruess Gott", io sono sordocieca proprio come te, amico
mio. E` un'operazione che mi ha ricordato tantissimo i tentativi
di salvataggio - qualche volta falliti - degli angeli in "Il
cielo sopra Berlino"... solo che qui (purissimo Herzog) e`
tutto vero.
Ragazzi, sono uscito di li` sconvolto. Anche grazie all'uso della
musica (Bach in primis) e di un montaggio sapientissimo, Land...
risulta straziante, a tratti letteralmente intollerabile, senza
mai essere patetico. Herzog inizia da qui, se non ho capito male
quel che diceva il presentatore, il suo cammino verso un ideale
di documentario che mostri "realta` superiori" attraverso
l'uso del mezzo-cinema.
Herzog taglia, sonorizza, manipola, usa
perfino la recitazione: inizia con un toccante monologo di Fini,
che dice di avere un sogno ricorrente contenente le facce dei saltatori
con gli sci, un'immagine che ritiene dal tempo in cui ci vedeva.
In realta` sta leggendo un testo preparato dalle stesso Herzog.
Ma l'obiettivo del film e` la rappresentazione di cio` che il titolo
annuncia, "la terra del silenzio e dell'oscurita`". Non
ci deve quindi essere scrupolo; l'importante e` mantenere l'equilibrio.
Guardate la sequenza eccezionale dei sordociechi che accarezzano
uno scimpanze`... e` folgorante, e` strepitosa... ed e` irrimediabilmente
*finta* - proprio perche' li` di fianco c'e` una cinepresa, che
lo scimpanze' riesce a toccare ad un certo punto!
Insomma, LAND DES SCHWEIGENS UND
DER DUNKELHEIT non e` un resoconto della vita e delle azioni di
qualcuno, ma piuttosto di un flusso di coscienza cinematografico
che mi e` penetrato direttamente nella testa. Adesso so (un poco
di piu`) come si sta da sordociechi. Se volete farvi un grande regalo,
guardate questo film immenso.
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