CHOCOLAT
di Lasse Hallström
con Juliette Binoche, Judi Dench, Alfred Molina,
Lena Olin e Johnny Deep
E' stato uno dei film più amati dal pubblico. In effetti si tratta di
una fiabe molto ben raccontata che si avvale di due personalità adorabili
e molto cinematografiche: Juliette Binoche (una delle vere regine del
festival) e Jonny Depp, che, purtroppo, qui non si è visto (pena la sommossa
delle trepidanti ragazzine in coda intorno alla passerella).
Il titolo, nella sua semplicità, definisce un'atmosfera ed un luogo: una
cioccolateria, uno di quei paradisi terrestri che ogni tanto vediamo scintillare
in qualche stradina laterale. Raramente ci concediamo di entrare, il senso
di colpa ci invaderebbe e allora ci accontentiamo di assaporare il dolce
frutto del peccato attraverso le immagini del film. "Eppure il cioccolato
fa bene!" spiega la principessa Binoche, "non solo è antidepressivo, ma
contiene tanto magnesio! Un cioccolatino è un regalo che ognuno di noi
dovrebbe concedersi almeno una volta al giorno". Questa dichiarazione
d'amore al cioccolato l'ha sicuramente aiutata ad entrare nel suo personaggio:
una donna forte ed indipendente, con figlia a carico, che gira il mondo
seguendo la direzione del vento. La sua missione è aiutare le persone
a stare meglio, a volersi bene, ad accettarsi e a diventare responsabili
delle propria scelte. In questo frangente il cioccolato certamente aiuta.
Nel film Juliette è il gestore di una cioccolateria ed offre cioccolatini
finissimi come portafortuna: ogni dono è diverso dall'altro, così come
ogni persona che mette piede nel negozio; la protagonista ha la capacità
di capire immediatamente ciò di cui hanno bisogno, oltre ad un po' di
dolcezza.
CHOCOLAT è anche una riflessione, non troppo impegnata, sulla tolleranza,
sulla capacità di superare le gabbie culturali e religiose, la paura del
diverso, i facili moralismi dietro cui mascheriamo le nostre paure personali.
E vissero tutti felici e contenti…
Elena SAN PIETRO
berlinale
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