festival intern. del film di roma

VII edizione

 

Roma Capitale, 09  / 17 novembre 2012

 

 

colonne sonore

di Simona POLEDRELLI

< recensioni

razza bastarda
di Alessandro Gassman

Italia  2012, 95'

 

Prospettive Italia

Sara Poledrelli

28/30

Pivio & Aldo De Scalzi, dopo le già notevoli prove de Il bagno turco, El Alamein, Si può fare, Casomai, per citare solo alcuni dei loro contributi musicali, tornano a firmare la colonna sonora di un importante film, presentato recentemente al VII Festival Internazionale del Film di Roma: Razza bastarda, esordio alla regia sul grande schermo di Alessandro Gassman. Dopo aver curato le musiche dello spettacolo teatrale (Roman e il suo cucciolo) diretto dallo stesso regista, i due compositori scrivono il commento sonoro della versione cinematografica, attingendo ad un repertorio di derivazione balcanica e dal sapore vagamente mediorientale, caratterizzata dall’uso di strumenti etnici, tra cui spicca il duduk (fiato a doppia ancia) per rendere l’idea di un estraniamento geografico e culturale, ma comunque stemperato da un accompagnamento orchestrale che ne sfuma la descrittività troppo legata ad un orizzonte locale. Più precisamente l’efficace colonna sonora originale dei due musicisti genovesi è intessuta di sonorità etno-elettroniche. I paesaggi emotivi, reconditi, evocati dagli strumenti etnici (il passato, le origini, la tradizione ancestrale), vengono sapientemente miscelati, dosati e distorti dagli effetti elettronici che li allontanano dall’originario colore folkloristico, per avvicinarli alla modernità, facendone il consono e suggestivo commento sonoro delle periferie odierne, pullulanti di abitanti di ogni razza. Il risultato è anche il perfetto correlato musicale del dissidio dei personaggi combattuti fra forze opposte, traducendo in suoni il contrastatissimo bianco e nero del film: un mondo cupo, sordido, dagli accenti pulp, assolutamente privo di mediazioni. Se, infatti, la storia del film è incentrata sulla scissione interiore del giovane Nicu (Giovanni Anzaldo), figlio italiano di Roman il rumeno (Alessandro Gassmann) – diviso tra due patrie, due culture e due identità – la musica, con le sue sonorità primarie e al tempo stesso ipercontemporanee, ne riflette convincentemente la condizione di lacerazione emotiva.
Il film delinea però anche un percorso di formazione in negativo: Nicu combattuto fra l’amore per il padre e le sue origini, da un lato, e l’ambizione di affrancarsi dal sua condizione di marginalità dall’altro, segue l’infido Talebano, che tradendolo, lo porterà sulla via insidiosa dell’eroina. A questo si ispira l’atro filone portante della suggestiva colonna sonora, dove il ricorrente ticchettio – simbolo del trascorrere del tempo e della sua inesorabilità – torna più e più volte lungo tutti i brani, ora più riconoscibile, ora cammuffato in un ritmo sincopato o diluito, ma sempre cadenzato, per condurre lo spettatore e l’ascoltatore verso la sensazione di un ineluttabile finale tragico.
A completare il CD del soundtrack, disponibile già da gennaio 2013, la canzone “La vita possibile” interpretata da Francesco Renga, autore anche del testo, sulla melodia composta da Pivio e Aldo De Scalzi. Una canzone scritta d’istinto in una notte, in linea con lo spirito del film che ruota intorno all’amore, senza preconcetti e ideologismi.

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Roma Capitale, 09 / 17 novembre 2012