ROMANZO CRIMINALE

di Michele Placido

Con Kim Rossi Stuart, Anna Mouglalis, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria
e con Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca

di Giovanni MEMOLA


Strano. Romanzo criminale assomiglia a tanti film ma anche a nessuno. Mi terrò fuori dalla polemica che ha circondato l'uscita di questo film. Non è propriamente un fattore cinematografico che l'ha sollevata, quanto invece la solita italiana attitudine a rendere solipsismo un punto di vista, una osservazione, quando questa concerne fatti storico-politici "misteriosi"; come avessero la sacralità di non essere mai toccati, trattati, perché inequivocabilmente un sovrappunto di vista li deterge fino a smentirli. Storie della Prima Repubblica... Ma Placido attua una operazione diversa. Chi non coglie la sua boutade di messinscena è chi mischia il romanzo storico(-politico) col romanzo di formazione. Lo sfondo è quella Italia, ma il rilievo è una serie di personaggi, prim'attori della vicenda storica (pur se inverosimilmente costruiti) e prim'attori del "romanzo criminale" che vede anche un ispettore poco credibile e due donne come poli di richiamo dell'umanità dei sentimenti. Il testo in apertura del film ci avvisa: fate attenzione, qui i personaggi sono frutto della fantasia degli autori; cioè, le cose non sono andate così!
 

Certa critica - la solita - ha detto che sono fuori luogo dei banditi con la faccia così pulita (alla Kim Rossi Stuart o alla Riccardo Scamarcio, per intenderci). Beh, in effetti è vero. Ma la realtà è che forse le facce sporche non servivano a questo film, come non serviva un ispettore di polizia stile Maurizio Merli quando ha le mani legate. La domanda da porsi è COSA s'è voluto rappresentare. Certo, è innegabile che Placido ha scoperchiato un recipiente bollentissimo e dolorosissimo. Forse è stato addirittura una forzatura quell'infarcire la colonna sonora con un repertorio di musiche anni Settanta così ridondanti, una operazione alla Sapore di mare per intenderci... Ma comunque ha risvegliato in un pubblico più adulto il ricordo del periodaccio della storia d'Italia, in cui tra una "canzonetta" di Patty Pravo e una Franco Califano, capitava un assassinio in pieno centro, un furto a una gioielleria finito nel sangue, un sequestro di persona, un attentato politico, una strage di massa, e via dicendo. La filmografia di quel periodo ne è testimone. Basterebbe leggere alcuni titoli: Roma violenta, Napoli violenta, Torino nera, Milano Calibro 9, Roma a mano armata, I ragazzi del massacro, La polizia è sconfitta, La polizia chiede aiuto, La polizia ringrazia, Banditi a Milano, Confessioni di un commissario al Procuratore della Repubblica, Il prefetto di ferro, Napoli... la camorra sfida, la città risponde... etc etc. Li ho citati così, alla rinfusa, come mi passavano per la mente. Fino all'apocalittico (e preveggente) Italia: ultimo atto? di Massimo Pirri, in cui gruppi eversivi manipolati dall' "alto", tentano il colpo di stato. Un anno dopo il film di Pirri ci fu il delitto di Via Fani. Avveniristico.
 

Ma è appunto l'eredità di queste pellicole che poco c'entra con il film di Placido. Prima dicevo che manca un Maurizio Merli della situazione. E di fatto Accorsi è un pesce fuor d'acqua, ma ha una sua funzionalità all'interno del film. La sua figura dà un senso alla narrazione del "romanzo criminale" dei personaggi della banda della Magliana. È questo uno dei motivi per i quali Romanzo criminale NON ASSOMIGLIA a nessuno di quei lontani parenti anni Settanta che pure trattavano le stesse tematiche. E una delle cause è la gemmazione di questo prodotto dal calderone catodico delle fiction, e miniserie varie, che Canale 5 e Rai 1 ci appioppiano ad ogni piè sospinto del palinsesto settimanale. Lì pure le facce sono pulitissime (tranne forse Ricky Memphis) e gli eventi si dipanano in un arco di tempo che talvolta è di poco superiore alla durata di Romanzo criminale. Lì per ragioni televisive si trancia il tutto in due puntate, ed eccoti al martedì e al giovedì un figlioletto di Romanzo criminale in formato 4:3. Il film di Placido ha molto della moda fictionarda. Va ammesso. Ed è per questo che ASSOMIGLIA a tutti. Sembra un rinverdito parente de "La Piovra", ma con accorgimenti più alla moda. E così eccoti una colonna sonora anni Settanta (seppur nostrana) con qualche inserto anni Ottanta tipo "Another One Bites the Dust" dei Queen che fa cool, e la suddivisione in 3 parti, coi nomi dei personaggi, sorta di scalata all'organigramma della banda in ordine cronologico. Molto, molto Quentin Tarantino (musiche e suddivisione). Con un gioco dei flashback il tutto sarebbe stato completo. Fortunatamente in Placido il flashback ha una motivazione morale narrativa.

Forse è per questo che certa critica ha sottolineato gli aspetti più prettamente storico-politici. Dopotutto la forma non aggiunge nulla di nuovo. È un film che assomiglia a molti altri fratellastri che ci passa la TV oggigiorno. I soventi primi piani ai bei faccioni dei malviventi forse serviranno più a vendere poster e a riempire gli spazi fotografici dei giornali che non al resto. Ma è curioso come allo stesso tempo sia un film anomalo, perché coi lontani parenti (e alcuni li ho su citati) - che pur hanno trattato gli stessi temi - non ha nulla a che vedere: il cast, infatti, spezza quel filo diretto che io ho creduto di poter ritrovare. Chissà se Placido davvero voleva parlarci di una storia di amicizie e di amori... O se ha gradito l'ispettore Accorsi quando non è risultato nemmeno credibile quando ha scaraventato via una sedia in preda ad un attacco d'ira. Fortunatamente il montaggio è un punto di forza del film e copre molte falle. Dà un buon ritmo al susseguirsi degli eventi nonostante le due ore e mezzo. Ora mi aspetto di vederlo in due puntate su Canale 5.
Dal canto mio, ho trovato tutto insipido. Originale però negli intenti (ammesso che siano stati raggiunti) e nel maldestro assortimento degli attori (ammesso che sia stato maldestro). Di certo gli attori sono risultati funzionali: hanno svelato la filmicità della vicenda...! Forse involontariamente. Quel che resta è lo sgomento di una vicenda realmente accaduta, e manovrata sapientemente dagli intrighi di potere. E la figura dell'uomo oscuro è emblematica. È lui uno degli stallieri dell'antistato. Le pallottole che freddano Kim Rossi Stuart (detto il Freddo, pessimo gioco di parole) segnano la fine del film e fanno da preambolo alla conclusione di tutti i sottotesti storici. Ma questo, nel 2006, lo sapevamo già. Italia: ultimo atto?? Lasciamo ora che accolgano la pellicola a Berlino. Buona fortuna!

 

Voto: 24/30

05:10:2005

 

SPECIALE "ROMANZO CRIMINALE"

ROMANZO CRIMINALE

Regia: Michele Placido
Anno: 2005
Nazione: Italia
Data uscita in Italia: 30:09:2005
Genere: Drammatico, Biografico