
Che le intenzioni dei professori non fossero sempre "pulite"
è un sospetto che, prima o poi, negli anni della scuola, è
venuto a tutti. Se cinematograficamente parlando l'idea del maligno celato
da un'istituzione scolastica risale quanto meno al Dario Argento di SUSPIRIA,
scendendo più nel concreto chiunque - fatta forse eccezione per
qualche "secchione" - è stato convinto, almeno una volta,
che a sedere dietro la cattedra ci fosse qualcosa di non esattamente umano…
Lorenzo Bianchini in una scuola - l'Istituto Tecnico Malignani di Udine
- ci lavora: ne conosce il clima, la "fauna" e i luoghi. L'anno
scorso ha vinto il "Festival dal Cine Furlan" con I DINDJ DE
LUNE e si è appena ripetuto con LIDRIS CUADRADE DI TRE (RADICE
QUADRATA DI TRE). Perché, oltre ad operare nella scuola, Lorenzo
è anche regista di film totalmente realizzati in lingua friulana,
e questa svolta - mettendo insieme le due professioni - ad ispirare il
suo secondo lungometraggio sono stati proprio gli ambienti dell'Istituto
dove opera. Sotterranei stretti e poco illuminati, un reticolo di corridoi
lunghi e angusti; laboratori dall'aspetto decisamente sinistro.
Il film inizia con un'immagine tanto eloquente da essere quasi simbolica:
un cervello, la "sede" della mente, inquadrato così vicino
da farne assomigliare la conformazione a quella di un labirinto. La mente
e il labirinto sono infatti due degli elementi centrali del racconto e
spesso, potremmo dire, "cooperano". Tre studenti, non esattamente
"modello", falliscono il classico compito in classe decisivo:
su iniziativa di uno di loro decidono di violare il più temuto
dei "caveau", quello del collegio docenti, dove giacciono i
compiti da sostituire. Per farlo entrano a scuola di notte e lì
molti dei sospetti di cui dicevamo in apertura si fanno piuttosto concreti,
trasformando il racconto in un vero horror-movie.
RADICE QUADRATA DI TRE non è esattamente un prodotto amatoriale:
sul set era presente un direttore della fotografia (Ivan Scialino) e le
musiche sono originali, a firma di Flavio Zanon e Adriano Giacomini. Nonostante
ciò, il film è stato girato in video e con quelli che il
regista ha definito "mezzi di fortuna", specie a proposito dei
momenti più cruenti e del conseguente impiego di effetti speciali.
Eppure il risultato è assolutamente prodigioso, a conferma di come
le buone idee e il talento possano supplire ad alcune mancanze tecniche,
che certamente avrebbero garantito un risultato superiore dal punto di
vista formale. Il film segue alcune regole chiave del thriller (i ruoli
ben definiti, un certo tipo di dialoghi, la progressiva separazione) ma
procedendo attraverso una narrazione non lineare è capace di mantenere
sempre vivo l'interesse dello spettatore, scuotendone spesso le coronarie
con una serie di illuminazioni e colpi di scena davvero notevoli.
Uscito ad Udine grazie al CEC (Centro Espressioni Cinematografiche), RADICE
QUADRATA DI TRE è diventato presto anche una specie di fenomeno,
perché - primo caso assoluto di "pellicola furlana" ad
approdare in una comune sala del circuito commerciale - è riuscito,
in due soli giorni, a richiamare più di mille spettatori paganti,
facendo anche meglio della ben più rassicurante protagonista de
IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE. Se è chiaro, come in molti hanno scritto,
che il film deve molto - soprattutto per l'intuizione di base - a BLAIR
WITCH PROJECT, ci piace ricordare come un paio d'anni fa qualcosa di simile
avvenne con MEDLEY di Gionata Zarantonello: anche questo di origine triveneta
(Vicenza) e sempre legato al binomio tra scuola e orrore (sarà
un caso?). MEDLEY venne addirittura distribuito negli Stati Uniti: speriamo
che LIDRIS CUADRADE DI TRE riesca a trovare un suo mercato nazionale,
nonostante l'ostacolo linguistico, peraltro già facilmente superato
grazie ai sottotitoli.
Voto: 30/30
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