Un vecchio treno a vapore su dei binari
arrugginiti,che attraversa dei paesaggi rurali accompagnato dal sempreverde
“Danubio Blu” di Richard Strauss..
Questo il simbolo della prima edizione del Novaracinefestival; dedicato a
cortometraggi provenienti da tutto il mondo,ma che si prefigge come
obiettivo principale la valorizzazione della “Pianura”, già tema caro
all’Antonioni di Gente del Po
(1943) e ad altri grandi autori del cinema mondiale come Bertolucci, Bunuel
e Visconti.
A tutto questo si affianca l’altro tema cardine di questa prima edizione: l’orizzontalità
intesa come luogo del sogno e della memoria. Non è un caso quindi che nella
serata d’apertura sia stata proiettata una copia recentemente restaurata de
La Risaia di Raffaello
Mattarazzo, con la grande attrice Elsa Martinelli (grande interprete che
nel suo curriculum può vantare collaborazioni con Monicelli, Dino
Risi, Howard Hawks, Elio Petri e perfino il grande Orson Welles nel
Processo del 1962) nel ruolo
di ospite d’onore e madrina del festival.

Elsa Martinelli, immortalata mentre si concede ai numerosi fan
A dire il vero il restauro de La
risaia non è di quelli che lasciano a bocca aperta lo spettatore;
ancora troppi i graffi e le spuntinature presenti sulla pellicola, a cui si
devono aggiungere sgradevoli cambiamenti improvvisi di tonalità ed un audio
un po’ gracchiante. Lodevole comunque l’iniziativa da parte della città di
rendere ancora disponibile questo film oscuro su pellicola, e c’è anche da
considerare che si è trattato sicuramente di un atto di amore verso il
cinema piuttosto che di un’operazione professionale. Notevole inoltre il
contributo video proiettato appena prima del film vero e proprio; con
testimonianze di comparse e attori vari che presero parte alla lavorazione
della pellicola di Mattarazzo (regista sottovalutato da critica ma che ha
sempre conquistato consensi da parte della platea) e aneddoti vari che
ricordano fra le altre cose una scena tagliata poi al montaggio. Un ottimo
lavoro girato da Mario Tosi, direttore artistico della manifestazione del
festival, che si merita numerosi elogi per il lavoro svolto e per aver
creato un evento di sicuro interesse per i cinefili in una città altrimenti
avara di emozioni

LE SEZIONI DEL CONCORSO 2004
Ecco le sezioni di questa prima edizione del Novaracinefestival:
Sezione A – Scenari Orizzontali
Nel corso del ‘900 hanno preso forma i capolavori ad ambientazione di
pianura dei grandi Maestri del Cinema Italiano: Antonioni, Visconti, Leone,
Olmi, Bertolucci, De Sica, solo per citarne alcuni.
Può avere oggi una sua collocazione il nuovo cortometraggio di pianura?
16 opere presenti nella sezione principale del Novaracinefestival provano ad
offrire una risposta a questo interrogativo. Raccontano di pianura o,
comunque,fanno riferimento alla dimensione dell’orizzontalità
nell’ambientazione o nello stile di ripresa. Quindi non solo pianura, ma
anche deserto, grandi spazi, percorsi, mare, orizzonte. Luogo reale,
definito, tangibile, o spazio della memoria e dell’immaginazione.
Sezione B – Altri Territori
Uno sguardo attento ed articolato sul cortometraggio internazionale a
tema libero. Ogni ambientazione è possibile, ogni storia costituisce un
mondo a parte di ordinaria follia, di humour, di commedie e drammi, thriller
e misteri, fino ai più fantasiosi balzi nell’immaginazione. C’è veramente un
coloratissimo caleidoscopio narrativo in Altri Territori. Uno spazio
di confronto e verifica per autori, produttori e pubblico. In questa sezione
sono raccolti 26 corti.
Sezione – Panorama
Valutata la considerevole quantità delle opere pervenute, la Commissione
di selezione ha attivato la sezione Panorama per ospitare un
ulteriore, pregevole ventaglio di cortometraggi a soggetto..
Sezione – Lab
Le opere di tipo documentaristico, quelle attente alla sperimentazione e
alle nuove forme di comunicazione e linguaggio sono raccolte nella sezione
Lab, unitamente ai corti di animazione e quelli vicini alla
videoarte.
FUORI CONCORSO
Oltre ai vari corti proiettati, sono stati presentati fuori concorso
diversi corto e lungometraggi di sicuro interesse.
Innanzitutto Desmentesgass – Molti
non ricordano di Lamberto Caimi, Presidente della giuria
selezione Scenari Orizzontali e Altri Territori e già
direttore della fotografia per Olmi, Lattuada, Steno e molti altri registi
del cinema italiano.
Agata e la tempesta di
Silvio Soldini, commedia tragicomica dall’autore di
Pani e Tulipani su cui non mi
dilungo poichè la pellicola è già stata
recensita sul sito da Marco Grosoli; recensione che condivido
quasi pienamente. Ricordiamo poi
Senza la parola fine di Vanni Vallino,
Ore 2: calma piatta di Marco Pontecorvo, L’albero
di mattoni di Di Piero Farina,
Non aspettare Godot di
Federico Ambiel, Sorriso amaro
di Matteo Bellizzi e Ciccio
Colonna di Syusy Blady, prima opera della celebre (per spot e
il programma televisivo “Turisti per caso”) Maurizia Giusti.
Inoltre per la rassegna Pianura sono stati proiettati
45° Parallelo di Attilio
Concari, Gli ultimi di
Vito Pandolfi e Notte Italiana
di Carlo Mazzacurati.
:::
CORTI e mediometraggi ::::
Sezione A – Scenari Orizzontali
Revolucion
di
Juan Pablo M. Rosete
Madrid 2002, dur.7'
Angosciato dalla monotonia della propria vita, il protagonista decide che è
ora di cambiare...
l’arredamento della propria camera. Si comincia con piccoli ritocchi
progressivi, ma tutti sanno che per ottenere cambiamenti concreti c’è bisogno
di una vera e propria rivoluzione che stravolga completamente l’ordine
sociale e non.
Simpatica e riuscita metafora sulle conseguenze negative di una
“rivoluzione” domestica. Tecnica nella media, buona interpretazione di Miguel
Rellan che convince nella parte di un paranoico idealista.
***
½
Domenica Mattina
di
Nicola Dalla Mura
Verona 2003, dur. 7'
Una domenica mattina un podista scopre una Panda parcheggiata a lato di un
incrocio. Col passare del tempo l’automobile diventerà oggetto di attenzione
da parte di ciclisti, vari passanti, venditori ambulanti e un fotografo.
Bella l’idea di come in un piccolo borgo anche il minimo evento possa
scatenare l’attenzione della gente. Fotografia un po’ sbiadita di Alberto
Castellani, per il resto niente di particolare da rilevare.
**
½
Did you ever…
di
Justin Leonard Stauber
Berlino 2002, dur. 29'
Ambientato in qualche luogo fra la Death Valley, questo corto narra
dell’incontro-scontro fra una ragazza (il cui nome non viene mai menzionato)
e un giovane autostoppista di ritorno a Los Angeles.
Insieme a Stuff that Bear di Bruno Coppola, uno dei cortometraggi
tecnicamente più validi di tutto il festival. Regia dinamica e ispirata, e
splendida fotografia di Konstantin Kroening che rende giustizia
all’evocativo paesaggio del deserto californiano.
Perfetta interpretazione del cast e in particolare di Ali Gage, vincitrice
del premio come miglior attrice. Probabilmente avrebbe meritato anche
qualcosa in più, ma forse la tematica poco impegnata non ha convinto del
tutto i giurati.
**** ½
La parte mancante
di
Alessandro Capitani
Orbetello 2003, dur. 8'
Davanti ad una lapide, un anziano signore pronuncia parole d’affetto rivolte
a una parte di sé che purtroppo lo ha abbandonato per sempre. Si tratta della
sua gamba sinistra, che per legge non può essere bruciata ma deve essere
seppellita al cimitero in una apposita cassettina.
Opera che gioca sul paradosso di una legge dal sapore Kafkiano, il corto
vanta pochissimi stacchi di camera. Il viso del protagonista, Luciano Manini
viene ripreso in primo piano in pochi piani sequenza che ne seguono le
espressioni e i pensieri in maniera efficace.
***
½
Fiumana
di
Sandro Carnino
Torino 2003, dur. 6'
Il traffico come eterno ostacolo che priva di importanti spazi vitali gli
innocenti pedoni. Corto breve ma che riesce nell’intento, con una discreta
fotografia di Sandro Carnino, anche regista ed editor del video. Da segnalare
la bella introduzione con il sole che si alza dei palazzi resi tetri dal
contrasto chiaro-scuro.
***
Ispirazione Pianura
di
Roberto Pezzolato
Novara 2004, dur. 12'46''
Il dramma di due autori invitati al festival del corto, che devono riuscire
nella difficile impresa di inventare una storia che abbia come argomento la
Pianura.
Dopo diverse idee rivelatesi fallimentari (fra cui un delizioso giallo
all’italiana ambientato nelle campagne novaresi stile Torso) i due decidono
di recarsi sulla pianura di persona in cerca di ispirazione.
Simpatico lavoro dalla regia ispirata e dalle idee azzeccate, il discorso
meta-cinematografico funziona più che bene e dimostra ancora una volta
quanto sia stata geniale l’intuizione che Fellini ebbe nel 1963 durante la
lavorazione del suo più famoso capolavoro. Premio per la migliore colonna
sonora.
***
½
Preparativi per le nozze in campagna
di
Luca Fantasia
Roma 2003, dur. 10'
Vincitore del premio ‘A noi piace Corto’, questo lavoro è uno dei pochi
presentati al festival ad essere stato girato completamente in pellicola (a
un rapporto di 1.66.1 ad occhio e croce)
e la differenza è notevole. Il respiro delle inquadrature è più ampio e il
formato cinematografico rende le immagini più vive, evitando quel sapore
amatoriale tipico delle riprese in video. La pellicola è ambientata nel
Salento, e racconta di una misteriosa storia d’amore che è poi un viaggio
interiore nella vita del protagonista, il bravo Carlo Viviani.
Ottima opera che può godere di una buona realizzazione tecnica oltre che di
interpretazioni superiori alla media.
****
Ciancià
di
Andrea Burrafato
Vittoria 2003, dur. 14'
In dialetto siciliano sottotitolato, questo corto vincitore della sezione A
del Festival è la favola di Francesco, bimbo curioso che parte alla ricerca
del mare. Mare che in questo caso simboleggia ambiguamente la libertà, e forse
qualcosa di più indefinibile che è volutamente lasciato alla libera
interpretazione dello spettatore. L’opera che ha conquistato la giuria è
valorizzata dagli splendidi paesaggi ripresi magistralmente da Burrafato, e
dalle musiche che raccontano i pensieri del giovane protagonista
Casentino. Tecnicamente forse si è visto di meglio, ma per il budget di soli
150 euro il risultato è molto più che soddisfacente.
****
The life of 13
di
Daniel Sanchez Chamorro
Ciudad Real 2003, dur. 11'
Dalla Spagna un’opera criptica, ma molto coraggiosa. Quasi impossibile
descriverla a parole, l’intera storia è una denuncia dell’alienazione e
dell’assoggettamento che priva gli uomini della libertà e della loro
condizione umana.
L’idea forse era migliore sulla carta, o forse troppo ambiziosa per 11 minuti
di corto, comunque sia la realizzazione non è cattiva e il corto può vantare
degli ottimi open credits in digitale e una buona colonna sonora
d’atmosfera.
**
½
Schiattammore
di
Frank Monopoli
Busto Garolfo 2003, dur. 6'
Opera grottesca stile cinema muto anni ’20 in bianco e nero che tratta di
uno strambo tizio con l’ingrato compito di seppellire gli amori. Surreale e
con una atmosfera quasi da spot televisivo, anche per la brevissima durata il
corto non delude ma non convince nemmeno pienamente. Lavoro nella media.
**
½
Desayunar, comer, cenar, dormir
di
Lino Escalera
Madrid 2003, dur. 23'
La piatta relazione di Esteban e Virginia dalla colazione, al pranzo, fino
alla cena. Due persone che vanno avanti per inerzia, fino a quando qualcosa
cambierà.
Un'altra splendida opera che si avvale di buoni attori e di una grande
tecnica. Splendide alcune inquadrature e ottima la fotografia di Cosmo
Campbell che mette in risalto la malinconia di un rapporto amoroso alla
Antonioni. Un po’ lento ma molto intenso e dal montaggio un po’
traballante, si tratta di un altro corto incredibilmente snobbato dalla
giuria che non ha concesso nemmeno una menzione d’onore a questa piccola
perla.
****
Evasioni
di
Giuseppe De Vita
Lago Patria 2003, dur. 7'
Tecnicamente non malvagio e girato con attori non professionisti che
comunque non steccano più di tanto, questo corto cerca di impartire lezioni
morali spicciole con una retorica da quattro soldi attraverso le parole di
un ragazzino che riflette sulle ingiustizie della vita. Lo stile come già
detto non è da buttare via, ma in questo caso è proprio la sostanza a
deludere del tutto.
* ½
G.A.P.
di
Francesco Meneghini
Roma 2003, dur. 6'30''
Lo scontro generazionale tra un giovane arrogante e un vecchio silenzioso si
risolve in maniera tragicomica e proprio come in una buona "Morality
Play",alla fine ad avere la meglio sarà proprio il più meritevole dei due.
Soggetto che punta tutto sul finale da humor nero, il corto convince anche
grazie ad una luminosa fotografia e ad una riuscita interpretazione dei due
attori, Angelo Amoretti e Giorgio Santangelo.
***
Preludio
di
Marta Pasqualini
San
Vito 2003, dur. 18'
La storia di un ragazzo (interpretazione senza infamia e senza lode di Davide
Sorlini) all’inseguimento della realizzazione di un sogno, e di una donna
(Anna Dissabo) che vive perennemente immersa in una vasca da bagno.
Un altro corto dalla tecnica sopraffina che oltre alla regia di Marta
Pasqualini, già assistente di Marco Ponti in Santa Maradona, può vantare la
splendida fotografia di Fabrizio La Palombara che mette in risalto le
azzeccate location fra cui un cimitero delle macchine. Unica nota stonata
alcuni dialoghi troppo forzatamente poetici che a volte suonano un po’
ridicoli, seppure in un contesto surreale.
***
½
Le Chemin de Lemta
di
Emanuel Nguiram
Pala (Ciad) 2003, dur. 7'30''
Spezzoni della vita di Lemta, bambina di un villaggio del sud-ovest del
Ciad, che deve fare i conti con i propri desideri che si scontrano però
inevitabilmente con il peso della sua sfortunata condizione sociale.
Di stampo documentaristico, questo cortometraggio ha più cuore che
sostanza, gli ulteriori limiti tecnici non aiutano questa interessante ma
difettosa produzione.
***
Piccola
Mare
di
Simone Massi
Pergola 2003, dur. 4'
Impressionante corto d’animazione a pastello con una buona colonna sonora
composta da musiche originali di Nik Phelps.Visivamente grandioso, se proprio
bisogna trovare un difetto c’è da notare la voce fuori campo un po’ legnosa
del narratore, che però non toglie nulla all’impatto emotivo che questa opera
d’arte sa regalare.
**** ½
Sezione B – Altri Territori
C’era una volta un re
di Massimiliano Mauceri
Firenze 2003, dur. 10'
Rappresentazione allegorica della monotonia di coppia e degli inevitabili
screzi quotidiani. Fotografia in b/n che sembra più che altro del colore
“sbiadito” e tecnica senza infamia e senza lode. Gli intermezzi musicali di
cui i due personaggi si rendono protagonisti potevano essere anche
evitati, anche perché nel trasmettere la noia di una coppia sfiatata il
regista finisce per far annoiare anche la platea.
**
La sagoma
di Piero Basso
Torino 2003, dur. 9'30''
La ricerca dell’anima gemella diventa la ricerca di una “forma ideale”
attraverso la sagoma del titolo. Il protagonista finirà per curarsi solo
della sagoma, senza tener conto di ciò che sta intorno e la punizione di
questa ossessione verrà inflitta dalla sagoma stessa.
Anche qui l’autore utilizza una discreta analogia per esaminare i vizi del
genere umano. Opera semplice e allo stesso tempo complessa con pochi problemi
di fondo.
***
Grazie
di Alessio Pollacci
Bologna 2003, dur. 5'
Un ragazzo cammina di notte per le strade del centro di Bologna, divertendosi
allo stesso tempo con un amico al cellulare. Quando giungerà alla propria
macchina troverà però qualcosa di molto bizzarro. Girato in maniera molto
amatoriale il corto procede liscio fino a raggiungere un finale fin troppo
confuso per essere considerato riuscito. Da segnalare dei buoni crediti
finali accompagnati dalla musica dei Korn.
**
Deadline
di Massimo Coglitore
Messina 2002, dur. 14'
Alex e la moglie incinta di pochi mesi rimangono isolati a causa di un
guasto alla jeep.
Verranno soccorsi da uno strano personaggio che li accoglierà in un tetro e
all’apparenza abbandonato hotel. Thriller girato più che discretamente (suo
il premio speciale per la tecnica) e che vanta ottime interpretazioni di
tutto il cast. Il finale a sorpresa forse è un po’ scontato ma per il resto
c’è poco da lamentarsi.
*** ½
Insoliti sospetti
di Stefano Pancaldi
Roma 2003, dur. 9'37''
Nonostante il titolo, il cortometraggio non ha niente a che vedere con il
film di Singer, piuttosto deve qualcosa a Kurosawa e in particolare a
Rashomon anche se forse il paragone è fin troppo azzardato. Quando
un’appassionata lettrice di gialli trova a casa un vaso rotto, la porta
spalancata e del sangue sul pavimento, le ipotesi su cosa potrebbe essere
accaduto si sprecano. Attori non al meglio, una fotografia un po’ sbiadita e
nel complesso una tecnica non memorabile rendono questo corto simpatico, ma
non del tutto apprezzabile.
** ½
Sei quello che mangi
di Stefano Russo
Napoli 2003, dur. 13'30"
Il primo giorno di lavoro di Renata in un fast food a base di pollo diventa
l’occasione per un ambizioso superiore di spiccare il salto verso un gradino
più alto della scala gerarchica, complice un improvviso black out.
Ben scritto, diretto e interpretato (Antonetta Capriglione si è conquistata
una menzione d’onore per il suo ruolo di Renata) nonché con una buona
fotografia tendente al blu scuro e una riuscita colonna sonora. Il titolo si
rifà ad una famosa frase di Feuerbach : “Du bist,was du it..”. Uno dei lavori
più riusciti.
****
The waiting room
di Mitja Rabar
Trieste 2003, dur. 4'23"
Corto completamente in CGI grezza ma funzionale, che narra delle avventure di
due identici ciclopi in una sala d’aspetto. Nota di merito per Mitja Rabar
(già autore fra l’altro del videoclip in computer graphic dei Lunapop, "50
Special") che ha realizzato e prodotto l’opera completamente da solo.
***
Notte di luce
di Gabriele Agresta
Milano 2003, dur. 4'
Il trip onirico di un passeggero solitario a bordo di un filobus, fra le luci
al neon della città e semafori lampeggianti. Solo quando il veicolo giungerà
a destinazione il passeggero potrà rendersi conto del significato del
viaggio appena intrapreso. Minimalista ma non per questo girato male, il corto
unisce discrete riprese a una buona colonna sonora, semplice ma efficace
proprio come questa opera.
***
Alla fermata
di Filippo Galli
Roma 2003, dur. 14'15"
Ogni mattina Luca trova una interessante ragazza che aspetta l’autobus
leggendo un libro.
Il tentativo di rompere il ghiaccio e di conoscerla però non andrà come
sperato, anche perché lei è all’apparenza poco interessata a un contatto e
lui è parecchio timido. Godibile ma abbastanza innocuo, questo corto ha il
pregio di destare l’attenzione dello spettatore senza però riuscire a
intrattenerlo del tutto nonostante una buona regia.
***
Il viaggio perfetto
di Alessandro Baracco
Milano 2003, dur. 15'
Due coppie partono per il fine settimana, ma il viaggio mette alla luce
diverbi e incomprensioni soprattutto nei confronti dell’autista, che però una
volta scoperta la possibilità di modificare il tempo attraverso i tasti
dell’autoradio, dirigerà gli eventi a proprio piacimento.
Già premio come miglior cortometraggio ad un passato festival di Salerno e
girato in pellicola 16 mm. con audio in presa diretta, il film può vantare
due facce note come Tamara Donà e Camilla Raznovich nel cast e una
realizzazione impeccabile con buoni effetti speciali.
****
Taboo
di Walter Santini
Lucca 2003, dur. 23'
Ariosto, inquietante personaggio sofferente di balbuzie è l’uomo che si
prende cura di Ave, debilitata da una grave malattia che non le fa
comprendere la situazione in cui sta vivendo. Premio per la miglior
fotografia a Alessio Valori, questo corto dalle reminescenze Bergmaniane è
fin troppo pretenzioso e finisce per risultare quasi noioso. Comunque
apprezzabile lo sforzo, anche grazie alla buona prova degli attori e alla già
citata fotografia.
*** ½
Ci vado io
di Luigi Spernanz & Iko Batosi
Roma 2003, dur. 16'
La surreale vicenda di una losca associazione che offre ai proprio clienti
dei “sostituti” in grado di compiere i lavori ritenuti meno piacevoli dalla
gente, come riparare il tubo dello scarico o affrontare il pranzo di Natale
dai genitori. Ma negli obiettivi di questi uomini in nero sembra esserci ben
altro…
Cortometraggio molto divertente anche se dallo stile piuttosto amatoriale, le
riprese sono spesso mosse e la fotografia della stesso Spernanz non convince
più di tanto. Il soggetto è comunque molto godibile e la non professionalità
della produzione rende i difetti meno importanti.
**
Unconventional Toys
di Matteo Rovere
Roma 2003, dur. 18'
Dei rapinatori senza scrupoli prendono in ostaggio una famiglia alla ricerca
di denaro e violenza, ma ci penserà un ragazzino a risolvere la situazione e
levare di mezzo la feccia..
Strano lavoro, con una buona atmosfera e girato quasi in maniera
documentaristica con molta camera a mano. Purtroppo l’idea di fondo non
convince appieno e il bambino-Rambo, per quanto ben interpretato da Luigi
Iacuzio, fa un po’ ridere.
**
In Tram
di Filippo Soldi
Roma 2003, dur.8'
Una mattina come tutte le altre su un tram di Milano, Franco scopre che
l’inglese è diventato lingua ufficiale europea e quindi anche italiana. Di
conseguenza la gente si adegua e annunci sonori di servizio e manifesti
vengono tutti proferiti in lingua anglosassone.
E la letteratura? Tradotta, oppure letta ancora in Italiano, lingua morta.
Divertente e con ottime prove dei vari interpreti, questo corto affronta il
problema dell’inglese, ancora lingua ostica per la maggior parte degli
italiani.
Fotografia di buon livello e ottimo montaggio sono i pregi maggiori di
questo cortometraggio in 35 mm.
***
Maria Oriente Maria Occidente
di Stefano Giulidori
Milano 2003, dur. 30'
Commedia brillante ambientata in una Milano impeccabilmente illuminata dalle
luci di Giorgio Carella. E’ la storia di Ganesh, giovane universitario
perditempo diviso fra due donne e fra le due culture che danno il titolo al
corto. Ottimi tutti i membri del cast che interpretano alla perfezione i
variegati personaggi. Da segnalare la scena geniale della cena con i genitori
di “Maria Occidente” che vede il povero Ganesh alle prese con allucinazioni
di ogni tipo, fra cui un malefico pesce che tenterà di istigarlo
all’omicidio.
Le diverse citazioni a Jodorowsky e Antonioni aggiungono poi ulteriore
splendore a questa gemma che speriamo non si perderà nel fondo dell’oceano
delle produzioni cinematografiche.
**** ½
Ancora una
di Giovanni Bufalini
Orvieto 2003, dur. 8'40"
La storia di un uomo solo che durante la notte si dedica ad una collezione
molto particolare e inquietante. Girato dalle parti di Milano,a occhio e
croce direi sul viale Arbe verso zona Bicocca, il corto girato in pellicola
riesce nell’intento di creare una buona tensione, complice una idea di fondo
e una eclettica colonna sonora che comprende Nine Inch Nails e Orietta Berti
nei titoli di coda.
***
Chrysalis Hotel
di Vincenzo Ricchiuto
Como 2003, dur. 15'
Un giovane infermiere di turno all’obitorio di un ospedale se la dovrà
vedere con una radio guasta e dei cadaveri che a quanto pare non hanno
nessuna voglia di riposare
Atmosfera alla Nightwatch per questo thriller dotato di humour nero che
scimmiotta la nuova ondata di horror provenienti dagli Usa. Buono l’utilizzo
di effetti sonori per provocare sobbalzi dalla sedia e ottima anche la
colonna sonora.
***
Avorio Collection
di Marco Gatti & Lorenzo De Nicola
Torino 2003, dur. 24'
Le peripezie di quattro ragazzi marocchini a Torino e di un vestito Nasardo
originale (della linea fittizia “Avorio Collection”) che cambierà il loro
modo di vivere e di relazionarsi con un ambiente altrimenti ostile.
Il vestito come metafora di una integrazione che può avvenire solo
acquisendo usi e costumi della cultura dominante è un’idea brillante
eseguita in maniera pregevolissima. Coraggiosa la scelta degli autori di
lasciare la lingua originale sottotitolata e grande l’interpretazione dei
quattro attori (Z. Abdelatif, R. Boubker, E. Bicherouakine e A.
Grirane) tutti
vincitori del premio Nando come miglior attore, che si affianca al trofeo
“Scelto dagli studenti” dell’edizione di questo festival. Ispirato ad una
storia breve di Ray Bradbury, il corto è una delle più piacevoli sorprese del
festival e riesce nel difficile intento di lanciare un messaggio senza però
per questo risultare troppo didascalico.
**** ½
La stanza di Caronte
di Giuseppe K. Miglietta
Foggia 2003, dur. 8'
Due poliziotti arrivano a casa di un ragazzo in stato confusionale, nella
stanza accanto giace il corpo senza vita di una donna.
Il tema dell’eutanasia visto attraverso le sofferenze dei familiari non è
cosa facile da affrontare in un corto, specialmente di 8 minuti, eppure
Miglietta coadiuvato da una scura ma efficace fotografia (curata da
Salvatore Zerbo) riesce nell’impresa di realizzare un opera emotivamente
struggente senza per questo imporre allo spettatore giudizi etici allo
spettatore.
****
I lettori
di Francesco Minarini
Castel Bolognese 2003, dur. 10'49"
I tentativi di seduzione di un giovane all’interno di una biblioteca vengono
continuamente interrotti dai vari strambi personaggi che la frequentano.
Corto simpatico senza troppe pretese che punta sulla mimica e le gestualità
del variegato cast e su una tecnica nella media.
** ½
Stuff that Bear
di Bruno Coppola
Londra 2003, dur. 19'
Due fratelli rumeni (un imbalsamatore e un truffatore incallito) sperano di
poter guadagnare il denaro necessario per raggiungere Londra imbalsamando un
orso ucciso illegalmente da un bracconiere americano.
Diretto dal meno celebre cugino del grande Francis Ford Coppola (già
assistente alla regia di Fincher e produttore di musica per
Il Padrino parte III), il film è girato con mezzi superiori alla media e la resa su schermo
è sorprendente. Effetto fumogeni e le luci di Oleg Mutu rendono al meglio
l’effetto di una Bucarest onirica e seducente, buona prova degli attori per
un corto che sembra più l’inizio di un lungometraggio troncato proprio
quando la storia si stava sviluppando. Il film risente di questa
incompletezza tanto da mancare effettivamente un po’ di
sostanza, l’esecuzione è però impeccabile. Da segnalare la colonna sonora con
brani dei Gorillaz e la collaborazione del leggendario Walter Murch (addetto
al montaggio di Apocalypse Now, La Conversazione e altri, nonché regista di
Return to Oz e addetto al dipartimento audio della trilogia del
Padrino).
*** ½
Vie sur Mars
di Carlo Avventi
Monaco 2003, dur. 15'
Un giovane bancario sente in un call-shop dei sobborghi parigini la voce di
una misteriosa donna, che lo affascina a tal punto da partire alla ricerca
di questa ragazza senza volto. Vincitore del premio Sezione B. Altri Territori, il film è nelle parole
dell’autore “…Una storia d’amore che passa attraverso l’udito e
l’immaginazione per essere alla fine confrontato con la realtà..”.
Bel film che punta più sulla sostanza rispetto alla stile, comunque non da
buttare, che dimostra come la Giuria di questa edizione del festival abbia
voluto prendere maggiormente in considerazione la storia rispetto
all’esecuzione nei corti in concorso.
****
Centoventimetri
di Giuseppe Gigliorosso
Palermo 2003, dur. 5'
In cinque minuti, la rocambolesca fuga di una donna sequestrata che passa in
breve tempo dalla libertà ad una nuova possibile prigionia.
Grottesco e godibile, il corto sfrutta il poco tempo disponibile per
raccontare una vicenda tragicomica con un finale a sorpresa.
*** ½
Destinatario sconosciuto
di Carlo Crapanzano
Milano 2003, dur. 8'
La storia ambientata negli anni ’30 di due amici, Martin (tedesco) e Max
(ebreo). Il loro legame terminerà quando uno dei due, affascinato
dall’ideologia nazista, finirà per provocare indirettamente la morte della
sorella dell’altro.
Ottima idea sulla carta per un’opera che avrebbe meritato forse mezzi più
dispendiosi e una durata superiore ai soli otto minuti. L’idea è troppo
ambiziosa per un corto che non è all’altezza della situazione, nonostante la
prova discreta dei due attori e una regia che cerca di non mettere in
evidenza gli inevitabili limiti di questa produzione.
***
Andante cantabile
di Yueh Liu
Walnut Creek (Usa) 2003, dur. 25' min
Basato su una storia vera, il film narra di Jing, pianista cinese di discreto
successo residente negli States, che per puro caso nota nella casa di un
ragazzo a cui da lezioni, la foto della guardia responsabile dell’esecuzione
del suo ex insegnante negli anni ’60, durante la soppressione da parte della
dittatura rossa.
Attori di ottimo livello e tecnica eccellente per uno dei lavori più
interessanti di tutto il festival. La Struttura non lineare e la grande
fotografia di Youngho Kim aggiungono spessore ad un opera che sicuramente
avrebbe meritato qualcosa in più.
**** ½
Di giorno di notte
di Mariano Lamberti
Roma 2003, dur. 23'
Walter (ragazzo affetto da una particolare forma di schizofrenia che non gli
permette in certi casi di distinguere ciò che ha sognato dalla realtà) viene
a trovarsi nel mezzo di una rapina ad una drogheria. Da quel momento la
fantasia si mischierà alla realtà e anche il suo rapporto con Monica, una
ragazza incontrata da poco, non sarà più come prima.
Opera ispirata e intelligente che può vantare una realizzazione discreta e
una grande prova del cast, in particolare bravissimo il protagonista Mauro
Battistoni. Anche in questo caso il corto riesce a trasmettere delle emozioni
non-telegrafate allo spettatore, che viene coinvolto anche emotivamente nel
cuore della storia.
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Sezione Panorama e Laboratorio
Sezione minore del festival a cui dedichiamo solo una breve carrellata dei corti
in concorso: a differenza delle altre due categorie, questa sezione ha visto presenti film
di inferiore qualità e di carattere prettamente amatoriale e sperimentale.
Interessante Nazca di Vincenzo Fattorusso che si è guadagnato una
menzione
d’onore da parte della giuria. Interessante anche Come mi immagini di
Dario
Casetti che narra di un giovane troppo assorto in romanzi che finiranno per
estraniarlo dal mondo reale.
Azzeccato anche Ultimo nastro di
Valerio di Paola e Untitled di
Andrea
Lodovichetti.
Bella idea ma scarsa realizzazione per
Ad libitum di Giovanni Carta,che
prende in prestito qualche idea dal Creepshow di Romero.
Grande realizzazione tecnica e ottima prova degli interpreti nel corto
Senza
delitto di Alfonso Postiglione, vincitore della categoria LAB.
Da segnalare gli spendidi effetti Claymation nel corto in stop-motion Arpa
Birmana di Laura Ticozzi e l’impressionante impatto visivo di
Chimera di
P.
Pizzimenti e Simone De Rosa che riporta alla mente le opere di Stan
Brakhage. Corto che ha conquistato il premio nella categoria Panorama.
Ben girato anche Tango di Vito D’attoma e
The last tears from planet earth
di Graziano Staino che utilizza in maniera massiccia il “blue screen” e che
vanta già alcune apparizioni su Fuori Orario e diverse reti musicali.
Piuttosto piatti e deludenti invece Chiedilo al vento di
Diana Santi e Novaria di
Enrico Omodeo Salè.
Tutto il resto nella media o quasi.
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i premiati ::::
Miglior cortometraggio sezione Scenari orizzontali: Ciancià, di Andrea
Burrafato
€ 2.500,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per la poetica
sensibilità con cui ripropone un tema caro al cinema sull’infanzia
conservando nella complessità della struttura narrativa una linearità
d’intenti”.
Miglior cortometraggio sezione Altri Territori:
Vie sur Mars di Carlo
Avventi
€ 2.000,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “ per aver
trattato di mondi diversi con geometrica semplicità”.
Miglior colonna sonora originale: Luca Antonini, per Ispirazione
Pianura, di Roberto Pezzolato
€ 500,00 e Trofeo Festival.
Contributo Tecnico più innovativo: Deadline, di Massimo Coglitore
€ 500,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “Per come convivono
la struttura narrativa complessa e sorprendente e le varie componenti
figurative”.
Miglior Fotografia: Alessio Valori, per Taboo, di Walter Santini
Trofeo Festival
Miglior attore: Zakkaoui Abdelatif, Rafik Boubker, Elbachir Bicherouakine,
Abdissamad Grirane, per Avorio Collection, di Marco Gatti e Lorenzo De
Nicola
Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per la vitalità
apportata al film in una dimensione di coralità interpretativa mai sopra le
righe”.
Miglior attrice: Ali Gage, per
Did You Ever..., di Justine Leonard Stauber
Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per come ben interpreta la
realtà e l’immaginazione”.
Film “Scelto dagli studenti”: Avorio Collection, di Marco Gatti e Lorenzo
De Nicola
Trofeo Festival
Premio speciale Camera di Commercio di Novara alla migliore opera di
pianura: Fiumana, di Sandro Carmino
€ 500,00 e Trofeo Festival con la
seguente motivazione: “per il modo in cui ha saputo interpretare il tema
della pianura situandolo in un contesto urbano contemporaneo”.
Premio speciale al Miglior cortometraggio della sezione PANORAMA:
Senza
delitto, di Alfonso Postiglione
con la seguente motivazione: ”per l’intensità
degli interpreti e l’accuratezza della fotografia tutto concorre con
sapiente equilibrio alla valorizzazione del racconto biblico. Lo sguardo
inquietante su di un ipotetico futuro è ben realizzato..”
Premio speciale al Miglior cortometraggio della sezione LAB:
Chimera, di
Pizzimenti e De Rosa
con la seguente motivazione: “ un mix di immagini e
musica e montaggio di effetti sonori ci guidano in un percorso onirico
attraverso il paesaggio di pianura e le sue frammentazioni, la ricerca
interiore di una dimensione che tende a scomparire è visualizzata con
efficacia e tratteggiata in visioni di notevole impatto emotivo”.
Da segnalare le due menzioni d’onore attribuite alla Giuria a: Stefania
Monaco interprete del film maria oriente maria occidente “per la sobrietà e
il rigore con cui interpreta un figura inconsueta ” e a Vincenzo
Fattorusso
di Bologna per nazca (il cortometraggio ben interpreta con essenzialità la
poetica del vissuto quotidiano).
La serata finale ha visto poi proiettato un contributo video sulla creazione
del "Nando", il trofeo ufficiale della manifestazione, e un tributo musicale a
Ennio Morricone con la riproposizione delle musiche di Novecento di
Bertolucci.
Sicuramente la Giuria ha preferito premiare la sostanza piuttosto che lo
stile, e per un Festival di questo tipo la cosa è comprensibile. Numerosi i
corti interessanti, così come i vari autori che sicuramente sapranno
conquistarsi gli spazi che si meritano nell’industria cinematografica del
domani. L’appuntamento è quindi fissato per l’anno prossimo.
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