I FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO

(Novara, 31 marzo - 03 aprile 2004)

Un vecchio treno a vapore su dei binari arrugginiti,che attraversa dei paesaggi rurali accompagnato dal sempreverde “Danubio Blu” di Richard Strauss..
Questo il simbolo della prima edizione del Novaracinefestival; dedicato a cortometraggi provenienti da tutto il mondo,ma che si prefigge come obiettivo principale la valorizzazione della “Pianura”, già tema caro all’Antonioni di Gente del Po (1943) e ad altri grandi autori del cinema mondiale come Bertolucci, Bunuel e Visconti.
A tutto questo si affianca l’altro tema cardine di questa prima edizione: l’orizzontalità intesa come luogo del sogno e della memoria. Non è un caso quindi che nella serata d’apertura sia stata proiettata una copia recentemente restaurata de La Risaia di Raffaello Mattarazzo, con la grande attrice Elsa Martinelli (grande interprete che nel suo curriculum può vantare collaborazioni con Monicelli, Dino Risi, Howard Hawks, Elio Petri e perfino il grande Orson Welles nel Processo del 1962) nel ruolo di ospite d’onore e madrina del festival.


Elsa Martinelli, immortalata mentre si concede ai numerosi fan

A dire il vero il restauro de La risaia non è di quelli che lasciano a bocca aperta lo spettatore; ancora troppi i graffi e le spuntinature presenti sulla pellicola, a cui si devono aggiungere sgradevoli cambiamenti improvvisi di tonalità ed un audio un po’ gracchiante. Lodevole comunque l’iniziativa da parte della città di rendere ancora disponibile questo film oscuro su pellicola, e c’è anche da considerare che si è trattato sicuramente di un atto di amore verso il cinema piuttosto che di un’operazione professionale. Notevole inoltre il contributo video proiettato appena prima del film vero e proprio; con testimonianze di comparse e attori vari che presero parte alla lavorazione della pellicola di Mattarazzo (regista sottovalutato da critica ma che ha sempre conquistato consensi da parte della platea) e aneddoti vari che ricordano fra le altre cose una scena tagliata poi al montaggio. Un ottimo lavoro girato da Mario Tosi, direttore artistico della manifestazione del festival, che si merita numerosi elogi per il lavoro svolto e per aver creato un evento di sicuro interesse per i cinefili in una città altrimenti avara di emozioni




LE SEZIONI DEL CONCORSO 2004

Ecco le sezioni di questa prima edizione del Novaracinefestival:

Sezione A – Scenari Orizzontali
Nel corso del ‘900 hanno preso forma i capolavori ad ambientazione di pianura dei grandi Maestri del Cinema Italiano: Antonioni, Visconti, Leone, Olmi, Bertolucci, De Sica, solo per citarne alcuni.

Può avere oggi una sua collocazione il nuovo cortometraggio di pianura? 16 opere presenti nella sezione principale del Novaracinefestival provano ad offrire una risposta a questo interrogativo. Raccontano di pianura o, comunque,fanno riferimento alla dimensione dell’orizzontalità nell’ambientazione o nello stile di ripresa. Quindi non solo pianura, ma anche deserto, grandi spazi, percorsi, mare, orizzonte. Luogo reale, definito, tangibile, o spazio della memoria e dell’immaginazione.

Sezione B – Altri Territori
Uno sguardo attento ed articolato sul cortometraggio internazionale a tema libero. Ogni ambientazione è possibile, ogni storia costituisce un mondo a parte di ordinaria follia, di humour, di commedie e drammi, thriller e misteri, fino ai più fantasiosi balzi nell’immaginazione. C’è veramente un coloratissimo caleidoscopio narrativo in Altri Territori. Uno spazio di confronto e verifica per autori, produttori e pubblico. In questa sezione sono raccolti 26 corti.

Sezione – Panorama
Valutata la considerevole quantità delle opere pervenute, la Commissione di selezione ha attivato la sezione Panorama per ospitare un ulteriore, pregevole ventaglio di cortometraggi a soggetto..

Sezione – Lab
Le opere di tipo documentaristico, quelle attente alla sperimentazione e alle nuove forme di comunicazione e linguaggio sono raccolte nella sezione Lab, unitamente ai corti di animazione e quelli vicini alla videoarte.

FUORI CONCORSO
Oltre ai vari corti proiettati, sono stati presentati fuori concorso diversi corto e lungometraggi di sicuro interesse.
Innanzitutto Desmentesgass – Molti non ricordano di Lamberto Caimi, Presidente della giuria selezione Scenari Orizzontali e Altri Territori e già direttore della fotografia per Olmi, Lattuada, Steno e molti altri registi del cinema italiano.
Agata e la tempesta di Silvio Soldini, commedia tragicomica dall’autore di Pani e Tulipani su cui non mi dilungo poichè la pellicola è già stata recensita sul sito da Marco Grosoli; recensione che condivido quasi pienamente. Ricordiamo poi Senza la parola fine di Vanni Vallino, Ore 2: calma piatta di Marco Pontecorvo, L’albero di mattoni di Di Piero Farina, Non aspettare Godot di Federico Ambiel, Sorriso amaro di Matteo Bellizzi e Ciccio Colonna di Syusy Blady, prima opera della celebre (per spot e il programma televisivo “Turisti per caso”) Maurizia Giusti.

Inoltre per la rassegna Pianura sono stati proiettati 45° Parallelo di Attilio Concari, Gli ultimi di Vito Pandolfi e Notte Italiana di Carlo Mazzacurati.
 

 

::: CORTI e mediometraggi ::::


Sezione A – Scenari Orizzontali

Revolucion

di Juan Pablo M. Rosete

Madrid 2002, dur.7'
Angosciato dalla monotonia della propria vita, il protagonista decide che è ora di cambiare... l’arredamento della propria camera. Si comincia con piccoli ritocchi progressivi, ma tutti sanno che per ottenere cambiamenti concreti c’è bisogno di una vera e propria rivoluzione che stravolga completamente l’ordine sociale e non. Simpatica e riuscita metafora sulle conseguenze negative di una “rivoluzione” domestica. Tecnica nella media, buona interpretazione di Miguel Rellan che convince nella parte di un paranoico idealista.

*** ½

Domenica Mattina

di Nicola Dalla Mura

Verona 2003, dur. 7'
Una domenica mattina un podista scopre una Panda parcheggiata a lato di un incrocio. Col passare del tempo l’automobile diventerà oggetto di attenzione da parte di ciclisti, vari passanti, venditori ambulanti e un fotografo. Bella l’idea di come in un piccolo borgo anche il minimo evento possa scatenare l’attenzione della gente. Fotografia un po’ sbiadita di Alberto Castellani, per il resto niente di particolare da rilevare.

** ½

Did you ever…

di Justin Leonard Stauber

Berlino 2002, dur. 29'
Ambientato in qualche luogo fra la Death Valley, questo corto narra dell’incontro-scontro fra una ragazza (il cui nome non viene mai menzionato) e un giovane autostoppista di ritorno a Los Angeles. Insieme a Stuff that Bear di Bruno Coppola, uno dei cortometraggi tecnicamente più validi di tutto il festival. Regia dinamica e ispirata, e splendida fotografia di Konstantin Kroening che rende giustizia all’evocativo paesaggio del deserto californiano. Perfetta interpretazione del cast e in particolare di Ali Gage, vincitrice del premio come miglior attrice. Probabilmente avrebbe meritato anche qualcosa in più, ma forse la tematica poco impegnata non ha convinto del tutto i giurati.

**** ½

La parte mancante

di Alessandro Capitani

Orbetello 2003, dur. 8'
Davanti ad una lapide, un anziano signore pronuncia parole d’affetto rivolte a una parte di sé che purtroppo lo ha abbandonato per sempre. Si tratta della sua gamba sinistra, che per legge non può essere bruciata ma deve essere seppellita al cimitero in una apposita cassettina. Opera che gioca sul paradosso di una legge dal sapore Kafkiano, il corto vanta pochissimi stacchi di camera. Il viso del protagonista, Luciano Manini viene ripreso in primo piano in pochi piani sequenza che ne seguono le espressioni e i pensieri in maniera efficace.

*** ½

Fiumana

di Sandro Carnino

Torino 2003, dur. 6'
Il traffico come eterno ostacolo che priva di importanti spazi vitali gli innocenti pedoni. Corto breve ma che riesce nell’intento, con una discreta fotografia di Sandro Carnino, anche regista ed editor del video. Da segnalare la bella introduzione con il sole che si alza dei palazzi resi tetri dal contrasto chiaro-scuro.

***

Ispirazione Pianura

di Roberto Pezzolato

Novara 2004, dur. 12'46''
Il dramma di due autori invitati al festival del corto, che devono riuscire nella difficile impresa di inventare una storia che abbia come argomento la Pianura. Dopo diverse idee rivelatesi fallimentari (fra cui un delizioso giallo all’italiana ambientato nelle campagne novaresi stile Torso) i due decidono di recarsi sulla pianura di persona in cerca di ispirazione. Simpatico lavoro dalla regia ispirata e dalle idee azzeccate, il discorso meta-cinematografico funziona più che bene e dimostra ancora una volta quanto sia stata geniale l’intuizione che Fellini ebbe nel 1963 durante la lavorazione del suo più famoso capolavoro. Premio per la migliore colonna sonora.

*** ½

Preparativi per le nozze in campagna

di Luca Fantasia

Roma 2003, dur. 10'
Vincitore del premio ‘A noi piace Corto’, questo lavoro è uno dei pochi presentati al festival ad essere stato girato completamente in pellicola (a un rapporto di 1.66.1 ad occhio e croce) e la differenza è notevole. Il respiro delle inquadrature è più ampio e il formato cinematografico rende le immagini più vive, evitando quel sapore amatoriale tipico delle riprese in video. La pellicola è ambientata nel Salento, e racconta di una misteriosa storia d’amore che è poi un viaggio interiore nella vita del protagonista, il bravo Carlo Viviani. Ottima opera che può godere di una buona realizzazione tecnica oltre che di interpretazioni superiori alla media.

****

Ciancià

di Andrea Burrafato

Vittoria 2003, dur. 14'
In dialetto siciliano sottotitolato, questo corto vincitore della sezione A del Festival è la favola di Francesco, bimbo curioso che parte alla ricerca del mare. Mare che in questo caso simboleggia ambiguamente la libertà, e forse qualcosa di più indefinibile che è volutamente lasciato alla libera interpretazione dello spettatore. L’opera che ha conquistato la giuria è valorizzata dagli splendidi paesaggi ripresi magistralmente da Burrafato, e dalle musiche che raccontano i pensieri del giovane protagonista Casentino. Tecnicamente forse si è visto di meglio, ma per il budget di soli 150 euro il risultato è molto più che soddisfacente.

****

The life of 13

di Daniel Sanchez Chamorro

Ciudad Real 2003, dur. 11'
Dalla Spagna un’opera criptica, ma molto coraggiosa. Quasi impossibile descriverla a parole, l’intera storia è una denuncia dell’alienazione e dell’assoggettamento che priva gli uomini della libertà e della loro condizione umana. L’idea forse era migliore sulla carta, o forse troppo ambiziosa per 11 minuti di corto, comunque sia la realizzazione non è cattiva e il corto può vantare degli ottimi open credits in digitale e una buona colonna sonora d’atmosfera.

** ½

Schiattammore

di Frank Monopoli

Busto Garolfo 2003, dur. 6'
Opera grottesca stile cinema muto anni ’20 in bianco e nero che tratta di uno strambo tizio con l’ingrato compito di seppellire gli amori. Surreale e con una atmosfera quasi da spot televisivo, anche per la brevissima durata il corto non delude ma non convince nemmeno pienamente. Lavoro nella media.

** ½

Desayunar, comer, cenar, dormir

di Lino Escalera

Madrid 2003, dur. 23'
La piatta relazione di Esteban e Virginia dalla colazione, al pranzo, fino alla cena. Due persone che vanno avanti per inerzia, fino a quando qualcosa cambierà. Un'altra splendida opera che si avvale di buoni attori e di una grande tecnica. Splendide alcune inquadrature e ottima la fotografia di Cosmo Campbell che mette in risalto la malinconia di un rapporto amoroso alla Antonioni. Un po’ lento ma molto intenso e dal montaggio un po’ traballante, si tratta di un altro corto incredibilmente snobbato dalla giuria che non ha concesso nemmeno una menzione d’onore a questa piccola perla.

****

Evasioni

di Giuseppe De Vita

Lago Patria 2003, dur. 7'
Tecnicamente non malvagio e girato con attori non professionisti che comunque non steccano più di tanto, questo corto cerca di impartire lezioni morali spicciole con una retorica da quattro soldi attraverso le parole di un ragazzino che riflette sulle ingiustizie della vita. Lo stile come già detto non è da buttare via, ma in questo caso è proprio la sostanza a deludere del tutto.

* ½

G.A.P.

di Francesco Meneghini

Roma 2003, dur. 6'30''
Lo scontro generazionale tra un giovane arrogante e un vecchio silenzioso si risolve in maniera tragicomica e proprio come in una buona "Morality Play",alla fine ad avere la meglio sarà proprio il più meritevole dei due. Soggetto che punta tutto sul finale da humor nero, il corto convince anche grazie ad una luminosa fotografia e ad una riuscita interpretazione dei due attori, Angelo Amoretti e Giorgio Santangelo.

***

Preludio

di Marta Pasqualini

San Vito 2003, dur. 18'
La storia di un ragazzo (interpretazione senza infamia e senza lode di Davide Sorlini) all’inseguimento della realizzazione di un sogno, e di una donna (Anna Dissabo) che vive perennemente immersa in una vasca da bagno. Un altro corto dalla tecnica sopraffina che oltre alla regia di Marta Pasqualini, già assistente di Marco Ponti in Santa Maradona, può vantare la splendida fotografia di Fabrizio La Palombara che mette in risalto le azzeccate location fra cui un cimitero delle macchine. Unica nota stonata alcuni dialoghi troppo forzatamente poetici che a volte suonano un po’ ridicoli, seppure in un contesto surreale.

*** ½

Le Chemin de Lemta

di Emanuel Nguiram

Pala (Ciad) 2003, dur. 7'30''
Spezzoni della vita di Lemta, bambina di un villaggio del sud-ovest del Ciad, che deve fare i conti con i propri desideri che si scontrano però inevitabilmente con il peso della sua sfortunata condizione sociale. Di stampo documentaristico, questo cortometraggio ha più cuore che sostanza, gli ulteriori limiti tecnici non aiutano questa interessante ma difettosa produzione.

***

Piccola Mare

di Simone Massi

Pergola 2003, dur. 4'
Impressionante corto d’animazione a pastello con una buona colonna sonora composta da musiche originali di Nik Phelps.Visivamente grandioso, se proprio bisogna trovare un difetto c’è da notare la voce fuori campo un po’ legnosa del narratore, che però non toglie nulla all’impatto emotivo che questa opera d’arte sa regalare.

**** ½
 


Sezione B – Altri Territori

C’era una volta un re

di Massimiliano Mauceri

Firenze 2003, dur. 10'
Rappresentazione allegorica della monotonia di coppia e degli inevitabili screzi quotidiani. Fotografia in b/n che sembra più che altro del colore “sbiadito” e tecnica senza infamia e senza lode. Gli intermezzi musicali di cui i due personaggi si rendono protagonisti potevano essere anche evitati, anche perché nel trasmettere la noia di una coppia sfiatata il regista finisce per far annoiare anche la platea.

**

La sagoma

di Piero Basso

Torino 2003, dur. 9'30''
La ricerca dell’anima gemella diventa la ricerca di una “forma ideale” attraverso la sagoma del titolo. Il protagonista finirà per curarsi solo della sagoma, senza tener conto di ciò che sta intorno e la punizione di questa ossessione verrà inflitta dalla sagoma stessa. Anche qui l’autore utilizza una discreta analogia per esaminare i vizi del genere umano. Opera semplice e allo stesso tempo complessa con pochi problemi di fondo.

***

Grazie

di Alessio Pollacci

Bologna 2003, dur. 5'
Un ragazzo cammina di notte per le strade del centro di Bologna, divertendosi allo stesso tempo con un amico al cellulare. Quando giungerà alla propria macchina troverà però qualcosa di molto bizzarro. Girato in maniera molto amatoriale il corto procede liscio fino a raggiungere un finale fin troppo confuso per essere considerato riuscito. Da segnalare dei buoni crediti finali accompagnati dalla musica dei Korn.

**

Deadline

di Massimo Coglitore

Messina 2002, dur. 14'
Alex e la moglie incinta di pochi mesi rimangono isolati a causa di un guasto alla jeep. Verranno soccorsi da uno strano personaggio che li accoglierà in un tetro e all’apparenza abbandonato hotel. Thriller girato più che discretamente (suo il premio speciale per la tecnica) e che vanta ottime interpretazioni di tutto il cast. Il finale a sorpresa forse è un po’ scontato ma per il resto c’è poco da lamentarsi.

*** ½

Insoliti sospetti

di Stefano Pancaldi

Roma 2003, dur. 9'37''
Nonostante il titolo, il cortometraggio non ha niente a che vedere con il film di Singer, piuttosto deve qualcosa a Kurosawa e in particolare a Rashomon anche se forse il paragone è fin troppo azzardato. Quando un’appassionata lettrice di gialli trova a casa un vaso rotto, la porta spalancata e del sangue sul pavimento, le ipotesi su cosa potrebbe essere accaduto si sprecano. Attori non al meglio, una fotografia un po’ sbiadita e nel complesso una tecnica non memorabile rendono questo corto simpatico, ma non del tutto apprezzabile.

** ½

Sei quello che mangi

di Stefano Russo

Napoli 2003, dur. 13'30"
Il primo giorno di lavoro di Renata in un fast food a base di pollo diventa l’occasione per un ambizioso superiore di spiccare il salto verso un gradino più alto della scala gerarchica, complice un improvviso black out. Ben scritto, diretto e interpretato (Antonetta Capriglione si è conquistata una menzione d’onore per il suo ruolo di Renata) nonché con una buona fotografia tendente al blu scuro e una riuscita colonna sonora. Il titolo si rifà ad una famosa frase di Feuerbach : “Du bist,was du it..”. Uno dei lavori più riusciti.

****

The waiting room

di Mitja Rabar

Trieste 2003, dur. 4'23"
Corto completamente in CGI grezza ma funzionale, che narra delle avventure di due identici ciclopi in una sala d’aspetto. Nota di merito per Mitja Rabar (già autore fra l’altro del videoclip in computer graphic dei Lunapop, "50 Special") che ha realizzato e prodotto l’opera completamente da solo.

***

Notte di luce

di Gabriele Agresta

Milano 2003, dur. 4'
Il trip onirico di un passeggero solitario a bordo di un filobus, fra le luci al neon della città e semafori lampeggianti. Solo quando il veicolo giungerà a destinazione il passeggero potrà rendersi conto del significato del viaggio appena intrapreso. Minimalista ma non per questo girato male, il corto unisce discrete riprese a una buona colonna sonora, semplice ma efficace proprio come questa opera.

***

Alla fermata

di Filippo Galli

Roma 2003, dur. 14'15"
Ogni mattina Luca trova una interessante ragazza che aspetta l’autobus leggendo un libro. Il tentativo di rompere il ghiaccio e di conoscerla però non andrà come sperato, anche perché lei è all’apparenza poco interessata a un contatto e lui è parecchio timido. Godibile ma abbastanza innocuo, questo corto ha il pregio di destare l’attenzione dello spettatore senza però riuscire a intrattenerlo del tutto nonostante una buona regia.

***

Il viaggio perfetto

di Alessandro Baracco

Milano 2003, dur. 15'
Due coppie partono per il fine settimana, ma il viaggio mette alla luce diverbi e incomprensioni soprattutto nei confronti dell’autista, che però una volta scoperta la possibilità di modificare il tempo attraverso i tasti dell’autoradio, dirigerà gli eventi a proprio piacimento.
Già premio come miglior cortometraggio ad un passato festival di Salerno e girato in pellicola 16 mm. con audio in presa diretta, il film può vantare due facce note come Tamara Donà e Camilla Raznovich nel cast e una realizzazione impeccabile con buoni effetti speciali.

****

Taboo

di Walter Santini

Lucca 2003, dur. 23'
Ariosto, inquietante personaggio sofferente di balbuzie è l’uomo che si prende cura di Ave, debilitata da una grave malattia che non le fa comprendere la situazione in cui sta vivendo. Premio per la miglior fotografia a Alessio Valori, questo corto dalle reminescenze Bergmaniane è fin troppo pretenzioso e finisce per risultare quasi noioso. Comunque apprezzabile lo sforzo, anche grazie alla buona prova degli attori e alla già citata fotografia.

*** ½

Ci vado io

di Luigi Spernanz & Iko Batosi

Roma 2003, dur. 16'
La surreale vicenda di una losca associazione che offre ai proprio clienti dei “sostituti” in grado di compiere i lavori ritenuti meno piacevoli dalla gente, come riparare il tubo dello scarico o affrontare il pranzo di Natale dai genitori. Ma negli obiettivi di questi uomini in nero sembra esserci ben altro… Cortometraggio molto divertente anche se dallo stile piuttosto amatoriale, le riprese sono spesso mosse e la fotografia della stesso Spernanz non convince più di tanto. Il soggetto è comunque molto godibile e la non professionalità della produzione rende i difetti meno importanti.

**

Unconventional Toys

di Matteo Rovere

Roma 2003, dur. 18'
Dei rapinatori senza scrupoli prendono in ostaggio una famiglia alla ricerca di denaro e violenza, ma ci penserà un ragazzino a risolvere la situazione e levare di mezzo la feccia.. Strano lavoro, con una buona atmosfera e girato quasi in maniera documentaristica con molta camera a mano. Purtroppo l’idea di fondo non convince appieno e il bambino-Rambo, per quanto ben interpretato da Luigi Iacuzio, fa un po’ ridere.

**

In Tram

di Filippo Soldi

Roma 2003, dur.8'
Una mattina come tutte le altre su un tram di Milano, Franco scopre che l’inglese è diventato lingua ufficiale europea e quindi anche italiana. Di conseguenza la gente si adegua e annunci sonori di servizio e manifesti vengono tutti proferiti in lingua anglosassone. E la letteratura? Tradotta, oppure letta ancora in Italiano, lingua morta. Divertente e con ottime prove dei vari interpreti, questo corto affronta il problema dell’inglese, ancora lingua ostica per la maggior parte degli italiani.
Fotografia di buon livello e ottimo montaggio sono i pregi maggiori di questo cortometraggio in 35 mm.

***

Maria Oriente Maria Occidente

di Stefano Giulidori

Milano 2003, dur. 30'
Commedia brillante ambientata in una Milano impeccabilmente illuminata dalle luci di Giorgio Carella. E’ la storia di Ganesh, giovane universitario perditempo diviso fra due donne e fra le due culture che danno il titolo al corto. Ottimi tutti i membri del cast che interpretano alla perfezione i variegati personaggi. Da segnalare la scena geniale della cena con i genitori di “Maria Occidente” che vede il povero Ganesh alle prese con allucinazioni di ogni tipo, fra cui un malefico pesce che tenterà di istigarlo all’omicidio. Le diverse citazioni a Jodorowsky e Antonioni aggiungono poi ulteriore splendore a questa gemma che speriamo non si perderà nel fondo dell’oceano delle produzioni cinematografiche.

**** ½

Ancora una

di Giovanni Bufalini

Orvieto 2003, dur. 8'40"
La storia di un uomo solo che durante la notte si dedica ad una collezione molto particolare e inquietante. Girato dalle parti di Milano,a occhio e croce direi sul viale Arbe verso zona Bicocca, il corto girato in pellicola riesce nell’intento di creare una buona tensione, complice una idea di fondo e una eclettica colonna sonora che comprende Nine Inch Nails e Orietta Berti nei titoli di coda.

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Chrysalis Hotel

di Vincenzo Ricchiuto

Como 2003, dur. 15'
Un giovane infermiere di turno all’obitorio di un ospedale se la dovrà vedere con una radio guasta e dei cadaveri che a quanto pare non hanno nessuna voglia di riposare Atmosfera alla Nightwatch per questo thriller dotato di humour nero che scimmiotta la nuova ondata di horror provenienti dagli Usa. Buono l’utilizzo di effetti sonori per provocare sobbalzi dalla sedia e ottima anche la colonna sonora.

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Avorio Collection

di Marco Gatti & Lorenzo De Nicola

Torino 2003, dur. 24'
Le peripezie di quattro ragazzi marocchini a Torino e di un vestito Nasardo originale (della linea fittizia “Avorio Collection”) che cambierà il loro modo di vivere e di relazionarsi con un ambiente altrimenti ostile.
Il vestito come metafora di una integrazione che può avvenire solo acquisendo usi e costumi della cultura dominante è un’idea brillante eseguita in maniera pregevolissima. Coraggiosa la scelta degli autori di lasciare la lingua originale sottotitolata e grande l’interpretazione dei quattro attori (Z. Abdelatif, R. Boubker, E. Bicherouakine e A. Grirane) tutti vincitori del premio Nando come miglior attore, che si affianca al trofeo “Scelto dagli studenti” dell’edizione di questo festival. Ispirato ad una storia breve di Ray Bradbury, il corto è una delle più piacevoli sorprese del festival e riesce nel difficile intento di lanciare un messaggio senza però per questo risultare troppo didascalico.

**** ½

La stanza di Caronte

di Giuseppe K. Miglietta

Foggia 2003, dur. 8'
Due poliziotti arrivano a casa di un ragazzo in stato confusionale, nella stanza accanto giace il corpo senza vita di una donna. Il tema dell’eutanasia visto attraverso le sofferenze dei familiari non è cosa facile da affrontare in un corto, specialmente di 8 minuti, eppure Miglietta coadiuvato da una scura ma efficace fotografia (curata da Salvatore Zerbo) riesce nell’impresa di realizzare un opera emotivamente struggente senza per questo imporre allo spettatore giudizi etici allo spettatore.

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I lettori

di Francesco Minarini

Castel Bolognese 2003, dur. 10'49"
I tentativi di seduzione di un giovane all’interno di una biblioteca vengono continuamente interrotti dai vari strambi personaggi che la frequentano.
Corto simpatico senza troppe pretese che punta sulla mimica e le gestualità del variegato cast e su una tecnica nella media.

** ½

Stuff that Bear

di Bruno Coppola

Londra 2003, dur. 19'

Due fratelli rumeni (un imbalsamatore e un truffatore incallito) sperano di poter guadagnare il denaro necessario per raggiungere Londra imbalsamando un orso ucciso illegalmente da un bracconiere americano. Diretto dal meno celebre cugino del grande Francis Ford Coppola (già assistente alla regia di Fincher e produttore di musica per Il Padrino parte III), il film è girato con mezzi superiori alla media e la resa su schermo è sorprendente. Effetto fumogeni e le luci di Oleg Mutu rendono al meglio l’effetto di una Bucarest onirica e seducente, buona prova degli attori per un corto che sembra più l’inizio di un lungometraggio troncato proprio quando la storia si stava sviluppando. Il film risente di questa incompletezza tanto da mancare effettivamente un po’ di sostanza, l’esecuzione è però impeccabile. Da segnalare la colonna sonora con brani dei Gorillaz e la collaborazione del leggendario Walter Murch (addetto al montaggio di Apocalypse Now, La Conversazione e altri, nonché regista di Return to Oz e addetto al dipartimento audio della trilogia del Padrino).

*** ½

Vie sur Mars

di Carlo Avventi

Monaco 2003, dur. 15'
Un giovane bancario sente in un call-shop dei sobborghi parigini la voce di una misteriosa donna, che lo affascina a tal punto da partire alla ricerca di questa ragazza senza volto. Vincitore del premio Sezione B. Altri Territori, il film è nelle parole dell’autore “…Una storia d’amore che passa attraverso l’udito e l’immaginazione per essere alla fine confrontato con la realtà..”. Bel film che punta più sulla sostanza rispetto alla stile, comunque non da buttare, che dimostra come la Giuria di questa edizione del festival abbia voluto prendere maggiormente in considerazione la storia rispetto all’esecuzione nei corti in concorso.

****

Centoventimetri

di Giuseppe Gigliorosso

Palermo 2003, dur. 5'
In cinque minuti, la rocambolesca fuga di una donna sequestrata che passa in breve tempo dalla libertà ad una nuova possibile prigionia. Grottesco e godibile, il corto sfrutta il poco tempo disponibile per raccontare una vicenda tragicomica con un finale a sorpresa.

*** ½

Destinatario sconosciuto

di Carlo Crapanzano

Milano 2003, dur. 8'
La storia ambientata negli anni ’30 di due amici, Martin (tedesco) e Max (ebreo). Il loro legame terminerà quando uno dei due, affascinato dall’ideologia nazista, finirà per provocare indirettamente la morte della sorella dell’altro. Ottima idea sulla carta per un’opera che avrebbe meritato forse mezzi più dispendiosi e una durata superiore ai soli otto minuti. L’idea è troppo ambiziosa per un corto che non è all’altezza della situazione, nonostante la prova discreta dei due attori e una regia che cerca di non mettere in evidenza gli inevitabili limiti di questa produzione.

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Andante cantabile

di Yueh Liu

Walnut Creek (Usa) 2003, dur. 25' min
Basato su una storia vera, il film narra di Jing, pianista cinese di discreto successo residente negli States, che per puro caso nota nella casa di un ragazzo a cui da lezioni, la foto della guardia responsabile dell’esecuzione del suo ex insegnante negli anni ’60, durante la soppressione da parte della dittatura rossa. Attori di ottimo livello e tecnica eccellente per uno dei lavori più interessanti di tutto il festival. La Struttura non lineare e la grande fotografia di Youngho Kim aggiungono spessore ad un opera che sicuramente avrebbe meritato qualcosa in più.

**** ½

Di giorno di notte

di Mariano Lamberti

Roma 2003, dur. 23'
Walter (ragazzo affetto da una particolare forma di schizofrenia che non gli permette in certi casi di distinguere ciò che ha sognato dalla realtà) viene a trovarsi nel mezzo di una rapina ad una drogheria. Da quel momento la fantasia si mischierà alla realtà e anche il suo rapporto con Monica, una ragazza incontrata da poco, non sarà più come prima. Opera ispirata e intelligente che può vantare una realizzazione discreta e una grande prova del cast, in particolare bravissimo il protagonista Mauro Battistoni. Anche in questo caso il corto riesce a trasmettere delle emozioni non-telegrafate allo spettatore, che viene coinvolto anche emotivamente nel cuore della storia.

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Sezione Panorama e Laboratorio

Sezione minore del festival a cui dedichiamo solo una breve carrellata dei corti in concorso: a differenza delle altre due categorie, questa sezione ha visto presenti film di inferiore qualità e di carattere prettamente amatoriale e sperimentale.

Interessante Nazca di Vincenzo Fattorusso che si è guadagnato una menzione d’onore da parte della giuria. Interessante anche Come mi immagini di Dario Casetti che narra di un giovane troppo assorto in romanzi che finiranno per estraniarlo dal mondo reale. Azzeccato anche Ultimo nastro di Valerio di Paola e Untitled di Andrea Lodovichetti. Bella idea ma scarsa realizzazione per Ad libitum di Giovanni Carta,che prende in prestito qualche idea dal Creepshow di Romero.
Grande realizzazione tecnica e ottima prova degli interpreti nel corto Senza delitto di Alfonso Postiglione, vincitore della categoria LAB. Da segnalare gli spendidi effetti Claymation nel corto in stop-motion Arpa Birmana di Laura Ticozzi e l’impressionante impatto visivo di Chimera di P. Pizzimenti e Simone De Rosa che riporta alla mente le opere di Stan Brakhage. Corto che ha conquistato il premio nella categoria Panorama.
Ben girato anche Tango di Vito D’attoma e The last tears from planet earth di Graziano Staino che utilizza in maniera massiccia il “blue screen” e che vanta già alcune apparizioni su Fuori Orario e diverse reti musicali.
Piuttosto piatti e deludenti invece Chiedilo al vento di Diana Santi e Novaria di Enrico Omodeo Salè.
Tutto il resto nella media o quasi.


::: i premiati ::::


Miglior cortometraggio sezione Scenari orizzontali: Ciancià, di Andrea Burrafato
€ 2.500,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per la poetica sensibilità con cui ripropone un tema caro al cinema sull’infanzia conservando nella complessità della struttura narrativa una linearità d’intenti”.

Miglior cortometraggio sezione Altri Territori: Vie sur Mars di Carlo Avventi
€ 2.000,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “ per aver trattato di mondi diversi con geometrica semplicità”.

Miglior colonna sonora originale: Luca Antonini, per Ispirazione Pianura, di Roberto Pezzolato

€ 500,00 e Trofeo Festival.

Contributo Tecnico più innovativo: Deadline, di Massimo Coglitore
€ 500,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “Per come convivono la struttura narrativa complessa e sorprendente e le varie componenti figurative”.

Miglior Fotografia: Alessio Valori, per Taboo, di Walter Santini
Trofeo Festival

Miglior attore: Zakkaoui Abdelatif, Rafik Boubker, Elbachir Bicherouakine, Abdissamad Grirane, per Avorio Collection, di Marco Gatti e Lorenzo De Nicola

Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per la vitalità apportata al film in una dimensione di coralità interpretativa mai sopra le righe”.

Miglior attrice: Ali Gage, per Did You Ever..., di Justine Leonard Stauber
Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per come ben interpreta la realtà e l’immaginazione”.

Film “Scelto dagli studenti”: Avorio Collection, di Marco Gatti e Lorenzo De Nicola
Trofeo Festival

Premio speciale Camera di Commercio di Novara alla migliore opera di pianura: Fiumana, di Sandro Carmino

€ 500,00 e Trofeo Festival con la seguente motivazione: “per il modo in cui ha saputo interpretare il tema della pianura situandolo in un contesto urbano contemporaneo”.

Premio speciale al Miglior cortometraggio della sezione PANORAMA: Senza delitto, di Alfonso Postiglione

con la seguente motivazione: ”per l’intensità degli interpreti e l’accuratezza della fotografia tutto concorre con sapiente equilibrio alla valorizzazione del racconto biblico. Lo sguardo inquietante su di un ipotetico futuro è ben realizzato..”

Premio speciale al Miglior cortometraggio della sezione LAB: Chimera, di Pizzimenti e De Rosa

con la seguente motivazione: “ un mix di immagini e musica e montaggio di effetti sonori ci guidano in un percorso onirico attraverso il paesaggio di pianura e le sue frammentazioni, la ricerca interiore di una dimensione che tende a scomparire è visualizzata con efficacia e tratteggiata in visioni di notevole impatto emotivo”.

Da segnalare le due menzioni d’onore attribuite alla Giuria a: Stefania Monaco interprete del film maria oriente maria occidente “per la sobrietà e il rigore con cui interpreta un figura inconsueta ” e a Vincenzo Fattorusso di Bologna per nazca (il cortometraggio ben interpreta con essenzialità la poetica del vissuto quotidiano).

La serata finale ha visto poi proiettato un contributo video sulla creazione del "Nando", il trofeo ufficiale della manifestazione, e un tributo musicale a Ennio Morricone con la riproposizione delle musiche di Novecento di Bertolucci. Sicuramente la Giuria ha preferito premiare la sostanza piuttosto che lo stile, e per un Festival di questo tipo la cosa è comprensibile. Numerosi i corti interessanti, così come i vari autori che sicuramente sapranno conquistarsi gli spazi che si meritano nell’industria cinematografica del domani. L’appuntamento è quindi fissato per l’anno prossimo.
 

a cura di Marco BRUNELLI