62.mo film festival di locarno
Locarno, 05 / 15 agosto
 

di Chiara TOGNOLI

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INTERVISTA CON ROBERTA TORRE e RUGGERO SINTONI


Roberta Torre e Ruggero Sintoni produttore di Accademia Perduta Teatri di Romagna hanno presentato due cortometraggi, “ITiburtinoterzo” (28') e “La Notte quando è morto Pasolini” (25') nella sezione "Ici et Ailleurs"

KINEMATRIX Come nasce questo progetto singolare di due cortometraggi che fanno parte di uno stesso lavoro?
Roberta Torre è un progetto che nasce un paio di anni fa da una mia frequentazione delle periferie romane. Inizialmente non pensavo di farne un lavoro filmato ma uno spettacolo teatrale, progetto che è tuttora in piedi. Per primo in realtà ho incontrato Pino Pelosi che è stato il Virgilio di questo viaggio e di cui mi ha colpito il rapporto non tanto letterario con Pasolini quanto verbale, linguistico. I ragazzi di "Tiburtinoterzo" invece rappresentano il presente, quello che ipoteticamente avrebbe incontrato oggi Pasolini vagando per le periferie romane.
Ruggero Sintoni Quelli che vedete sono materiali di lavoro per lo spettacolo teatrale, nell’arte a volte i materiali prendono dei percorsi autonomi, e siccome Roberta è una straordinaria visionaria abbiamo pensato di mettere insieme queste due cose che non avrebbero dovuto stare insieme per lo spettacolo ma ora servono, forse, al cinema.

Vedendo l’intervista a Pelosi viene voglia di indagare su quella che è la verità dei fatti e la verità dei fatti interiore.
RT Montando il lavoro su Pelosi ho visto che ie parole relative a quello che si sapeva e quello che non si sapeva non avrebbero aggiunto molto al valore narrativo, ma avrebbero aggiunto un ulteriore chiave di lettura, per questo alla fine del film ho messo una frase che specifica che questo resta uno dei misteri più fitti della storia italiana. Quantomeno per dare un valore se non fattuale almeno storico, noi ascoltiamo Pino Pelosi perché dalla storia in piccolo di un ragazzo di borgata si passa alla storia d’Italia.

Nel film sui ragazzi di "Tiburtinoterzo" si nota una sottile discrepanza tra il rappresentarsi, la voglia di mettersi in mostra e la verità che si coglie attraverso la telecamera.
RT Come dice Pasolini in trent’anni di televisione i ragazzi hanno imparato a mettersi in mostra, a stare davanti a una telecamera. Anche se per raggiungere quella disinvoltura con cui mi parlano delle loro giornate, della droga dei loro stravizi c’è stato un lungo lavoro di incontri e di conoscenza.

Anche produttivamente è stato un lavoro impegnativo.
RS Roberta ha incontrato Pelosi come uno psicanalista incontra un paziente, con metodo, una volta alla settimana per un anno intero. Teniamo presente che questo è un personaggio che ha anche delle devastazioni che derivano dalla cocaina, per cui inizialmente teneva non più di dodici minuti. Il lavoro che abbiamo cercato di fare con questi due film non era di raccontare una verità storica né di fare della facile sociologia di quartiere, ma quello di raccontare da una parte che cos’è il fantasma che grava sulle spalle di una persona, dall’altra quali sono oggi i ragazzi di strada che sono molto diversi da quelli di trent’anni fa.

 

Come è nata la struttura dei due film?
R.T. Come dicevo è nata dall’incontro con Pino Pelosi, di cui mi aveva colpito il modo di parlare che mi ricordava delle cose di Pasolini. In particolare usava delle parole che mi colpirono molto, per esempio una volta disse: “ La cocaina non ha più il sapore soave di una volta”, soave, una parola che suona strana per un borgataro. Alternava momenti in cui parlava da borgataro ad altri in cui si esprimeva in modo pazzesco. Mi disse: “Forse Paolini ha visto in me l’uomo che lo poteva uccidere”.
 

Nelle ultime due domande ho notato un senso di rabbia, di amarezza, strano da una persona controllata come te…
RT è che il Pelosi bisognava trattarlo male a un certo punto! Voi vedete il montaggio di alcune situazioni ma il nostro rapporto era difficile, lui faceva in continuazione cretinaggini per cui bisognava riprenderlo… l’unico momento in cui esprime un minimo di emotività è quando parla della madre. è stato l’unico attimo vero, non mediato da agenti allucinogeni esterni né dalla sua abitudine a mentire, né dalla sua abitudine carceraria, si vede che è un uomo avvezzo al dialogo con gli avvocati, con l’ambiente carcerario… ci sono tanti codici in quest’uomo. Ripete la versione dei fatti sempre con le stesse identiche parole, poi si ingarbuglia da sé, chissà quante bugie si è raccontato…
 

Il luogo dell’intervista è emblematico…
RT è la cantina di casa sua, lui va lì, guarda le foto, ricorda i vecchi tempi…
 

Che  impressione hai avuto di Pino Pelosi?
RT Sembrava ci fosse una continua interferenza tra Pino Pelosi, Pasolini. A un certo punto mi ha reso le foto e mi ha detto: “ Io so a cosa le servono le foto, le servono per fare il suo percorso”. Un’affermazione incredibile, aveva capito che le avrei usate per il mio percorso artistico, mentale…

 

Credi ci sia della verità nelle sue parole?
RT Io glielo sempre detto, lui è stato Giuda in questa storia, si è venduto Pasolini per trenta denari.


Qualche produttore, sceneggiatore ha già visto il film?
RT No, l’unico che avrei voluto chiamare era il suo amico pittore, Zigaina, che ha anche una sua versione di Pasolini esoterica, molto suggestiva. Mi piacerebbe coinvolgere anche perché è un personaggio poco conosciuto e ha un rapporto davvero particolare con Pasolini.

Da chi potrebbe essere interpretato Pino Pelosi?
RS Stiamo pensando a Claudio Casadio per lo spettacolo teatrale. Un attore che da trent’anni fa teatro ragazzi per scelta, Sarà un percorso teatrale molto diverso da quelli convenzionali, sia per il tipo di ricerca che ci sta dietro sia per i materiali da cui prende spunto.
 

Dove verrà distribuito il film?
RT Non lo sappiamo ancora, è la prima volta che ha una proiezione pubblica. Di sicuro avrà una distribuzione internazionale grazie ad Adriana Chiesa.


Ora stai lavorando al tuo nuovo film
R.T. Si chiama Baci mai dati con Donatella Finocchiaro, iniziamo a girare a ottobre tra Catania e Ragusa, i protagonisti sono ragazzini molto giovani di tredici, quattordici anni. Mi attraggono le periferie e anche questo film è ambientato in un quartiere pazzesco di Catania che era stato progettato da un architetto giapponese, poi è stato abbandonato ed ora si presenta come una sorta di landa lunare, priva di infrastrutture. Sarà prodoto da Rosettafilm, Nuvolafilm e Adriana Chiesa.   

 

Locarno 11/08/2009

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62.mo festival di locarno

Locarno (CH), 05 - 15 Agosto 2009