INTERVISTA CON ROBERTA TORRE e RUGGERO SINTONI
Roberta Torre e Ruggero Sintoni produttore di Accademia
Perduta Teatri di Romagna hanno presentato due cortometraggi,
“ITiburtinoterzo” (28') e “La Notte quando è morto Pasolini” (25') nella
sezione "Ici et Ailleurs"
KINEMATRIX Come nasce questo progetto singolare di due
cortometraggi che fanno parte di uno stesso lavoro?
Roberta Torre è un
progetto che nasce un paio di anni fa da una mia frequentazione delle
periferie romane. Inizialmente non pensavo di farne un lavoro filmato ma uno
spettacolo teatrale, progetto che è tuttora in piedi. Per primo in realtà ho
incontrato Pino Pelosi che è stato il Virgilio di questo viaggio e di cui mi
ha colpito il rapporto non tanto letterario con Pasolini quanto verbale,
linguistico. I ragazzi di "Tiburtinoterzo" invece rappresentano il presente,
quello che ipoteticamente avrebbe incontrato oggi Pasolini vagando per le
periferie romane.
Ruggero Sintoni Quelli che vedete sono materiali di lavoro per lo
spettacolo teatrale, nell’arte a volte i materiali prendono dei percorsi
autonomi, e siccome Roberta è una straordinaria visionaria abbiamo pensato
di mettere insieme queste due cose che non avrebbero dovuto stare insieme
per lo spettacolo ma ora servono, forse, al cinema.
Vedendo l’intervista a Pelosi viene voglia di indagare su quella che è la
verità dei fatti e la verità dei fatti interiore.
RT Montando il lavoro su Pelosi ho visto che ie parole relative a
quello che si sapeva e quello che non si sapeva non avrebbero aggiunto molto
al valore narrativo, ma avrebbero aggiunto un ulteriore chiave di lettura,
per questo alla fine del film ho messo una frase che specifica che questo
resta uno dei misteri più fitti della storia italiana. Quantomeno per dare
un valore se non fattuale almeno storico, noi ascoltiamo Pino Pelosi perché
dalla storia in piccolo di un ragazzo di borgata si passa alla storia
d’Italia.
Nel film sui ragazzi di "Tiburtinoterzo" si nota una sottile discrepanza
tra il rappresentarsi, la voglia di mettersi in mostra e la verità che si
coglie attraverso la telecamera.
RT Come dice Pasolini in trent’anni di televisione i ragazzi hanno
imparato a mettersi in mostra, a stare davanti a una telecamera. Anche se
per raggiungere quella disinvoltura con cui mi parlano delle loro giornate,
della droga dei loro stravizi c’è stato un lungo lavoro di incontri e di
conoscenza.
Anche produttivamente è stato un lavoro impegnativo.
RS Roberta ha incontrato Pelosi come uno psicanalista incontra un
paziente, con metodo, una volta alla settimana per un anno intero. Teniamo
presente che questo è un personaggio che ha anche delle devastazioni che
derivano dalla cocaina, per cui inizialmente teneva non più di dodici
minuti. Il lavoro che abbiamo cercato di fare con questi due film non era di
raccontare una verità storica né di fare della facile sociologia di
quartiere, ma quello di raccontare da una parte che cos’è il fantasma che
grava sulle spalle di una persona, dall’altra quali sono oggi i ragazzi di
strada che sono molto diversi da quelli di trent’anni fa.
Come è nata la struttura dei due film?
R.T. Come dicevo è nata dall’incontro con Pino Pelosi, di cui mi
aveva colpito il modo di parlare che mi ricordava delle cose di Pasolini. In
particolare usava delle parole che mi colpirono molto, per esempio una volta
disse: “ La cocaina non ha più il sapore soave di una volta”, soave, una
parola che suona strana per un borgataro. Alternava momenti in cui parlava
da borgataro ad altri in cui si esprimeva in modo pazzesco. Mi disse: “Forse
Paolini ha visto in me l’uomo che lo poteva uccidere”.
Nelle ultime due domande ho notato un senso di rabbia, di
amarezza, strano da una persona controllata come te…
RT è che il Pelosi
bisognava trattarlo male a un certo punto! Voi vedete il montaggio di alcune
situazioni ma il nostro rapporto era difficile, lui faceva in continuazione
cretinaggini per cui bisognava riprenderlo… l’unico momento in cui esprime
un minimo di emotività è quando parla della madre.
è stato l’unico attimo vero,
non mediato da agenti allucinogeni esterni né dalla sua abitudine a mentire,
né dalla sua abitudine carceraria, si vede che è un uomo avvezzo al dialogo
con gli avvocati, con l’ambiente carcerario… ci sono tanti codici in
quest’uomo. Ripete la versione dei fatti sempre con le stesse identiche
parole, poi si ingarbuglia da sé, chissà quante bugie si è raccontato…
Il luogo dell’intervista è emblematico…
RT è la cantina di
casa sua, lui va lì, guarda le foto, ricorda i vecchi tempi…
Che impressione hai avuto di Pino Pelosi?
RT Sembrava ci fosse una continua interferenza tra
Pino Pelosi, Pasolini. A un certo punto mi ha reso le foto e mi ha detto: “
Io so a cosa le servono le foto, le servono per fare il suo percorso”.
Un’affermazione incredibile, aveva capito che le avrei usate per il mio
percorso artistico, mentale…
Credi ci sia della verità nelle sue parole?
RT Io glielo sempre detto, lui è stato Giuda in questa storia, si è
venduto Pasolini per trenta denari.
Qualche produttore, sceneggiatore ha già visto il film?
RT No, l’unico che avrei voluto chiamare era il suo amico pittore,
Zigaina, che ha anche una sua versione di Pasolini esoterica, molto
suggestiva. Mi piacerebbe coinvolgere anche perché è un personaggio poco
conosciuto e ha un rapporto davvero particolare con Pasolini.
Da chi potrebbe essere interpretato Pino Pelosi?
RS Stiamo pensando a Claudio Casadio per lo spettacolo teatrale. Un
attore che da trent’anni fa teatro ragazzi per scelta, Sarà un percorso
teatrale molto diverso da quelli convenzionali, sia per il tipo di ricerca
che ci sta dietro sia per i materiali da cui prende spunto.
Dove verrà distribuito il film?
RT Non lo sappiamo ancora, è la prima volta che ha una proiezione
pubblica. Di sicuro avrà una distribuzione internazionale grazie ad Adriana
Chiesa.
Ora stai lavorando al tuo nuovo film
R.T. Si chiama Baci mai dati
con Donatella Finocchiaro, iniziamo a girare a ottobre tra Catania e
Ragusa, i protagonisti sono ragazzini molto giovani di tredici, quattordici
anni. Mi attraggono le periferie e anche questo film è ambientato in un
quartiere pazzesco di Catania che era stato progettato da un architetto
giapponese, poi è stato abbandonato ed ora si presenta come una sorta di
landa lunare, priva di infrastrutture. Sarà prodoto da Rosettafilm,
Nuvolafilm e Adriana Chiesa.
Locarno 11/08/2009 |