59.mo festival di locarno

02/12:08:2006

locarno

 

di Marco FERRARA

 

Si chiude l’edizione numero 59 del Festival Internazionale del Cinema di Locarno. Si tirano, dunque, le somme di questa prima rassegna targata Frédéric Maire: il taglio “a misura di spettatore”, con la riduzione dalle 250 pellicole presenti nel 2005 alle 170 di quest’anno, ha incontrato il gradimento generale del pubblico come è stato apprezzato l’impegno da parte della stessa direzione artistica a presentare personalmente ogni singolo film e le rispettive delegazioni. L’affluenza di spettatori, 185-190 migliaia, si è mantenuta sugli stessi livelli delle edizioni precedenti e, tutto sommato, non può ritenersi, questo, un dato negativo. Uno sforzo evidente che, in questo nervoso finale di Festival, è stato pagato sia dal presidente Marco Solari, colto da un lieve collasso, che dall’uomo simbolo del Fstival, il direttore artistico Frédéric Maire, svenuto per una congestione proprio sul palco di Piazza Grande, davanti ad un pubblico di circa 7000 persone, mentre il suo predecessore - e adesso suo concorrente - Marco Müller aveva la parola. Tutto ciò accade proprio nel giorno della vigilia della premiazione, il giorno della polemica che ha portato la viennese Barbara Albert a lasciare il suo posto di membro della giuria perché co-sceneggiatrice di Das Fräulein, unico film svizzero in concorso (in un Festival che vede un’eccessiva presenza di pellicole elvetiche, seconde in numero solo alle produzioni francesi) che 24 ore dopo riceverà il Pardo d’oro quale miglior film.
Si sa, polemiche e critiche stanno all’interno del gioco e nessuno tra i festival di questo livello ne è immune. Qui, però, assumono un accento più cupo. Il futuro di Locarno è incerto: esaurite le riserve di bilancio, necessità primaria è, adesso, l’intercettazione di nuovi fondi. Tra la speranza che il progetto del Palazzetto del Cinema si concretizzi (otto sale, uffici, albergo e centro commerciale per un investimento di 120 milioni di franchi) e la paura, più che fondata, che la lotta già accesissima tra la Mostra del Cinema di Venezia e la nuova Festa del Cinema di Roma possa stritolare la rassegna elvetica, si è voluto, quest’anno cominciare un indispensabile rinnovamento puntando sulle capacità del nuovo direttore a cui si chiede di mantenere vivo l’interesse per questo festival storico che già l’anno prossimo festeggerà i suoi primi 60 anni.

Prima di chiudere questa sintetica cronaca del Festival di Locarno vogliamo però spendere qualche parola su una delle iniziative più riuscite di questa edizione: la retrospettiva su Aki Kaurismäki. La proiezione dell’opera completa del regista finlandese è stata accompagnata con calore dal pubblico che ha ritrovato in questo autore, ancora in piena attività, la pienezza dei classici, un rifugio dalle velleità autoriali (spesso pretenziose) delle nuove leve, un relax salutare per gli occhi e per la mente. Tra le tante pellicole dell’autore di Juha, oltre all’esilarante Calamari Union va sicuramente recuperato il suo primo lungometraggio Rikos ja rangaistus, adattamento cinematografico di “Delitto e castigo”, una prova splendidamente acerba di cui lo stesso regista lamenta i continui movimenti di macchina quali prova di insicurezza narrativa ma che oggi, invece, appaiono, insieme alla solita spiazzante colonna sonora, un tentativo sincero di affrontare il set ed il cinema tutto senza dogmi formali ma con un intento giocoso e divertito. Il suo ultimo lavoro, Lights in the Dusk, è sicuramente più pulito, lineare, rifinito ma contemporaneamente più spento. La proiezione in Piazza Grande ha comunque raccolto il plauso degli spettatori che, benché un po’ perplessi, non hanno voluto far mancare al proprio idolo la propria incondizionata stima. Il giorno dopo, lo stesso pubblico entusiasta ha voluto dimostrare al regista finnico il proprio affetto durante un incontro pubblico in cui l’autore scandinavo giocando il proprio ruolo di antidivo ha ribadito il suo fiero rifiuto del digitale.

Per la Festa del Cinema in programma a Roma dal 13 al 21 ottobre Walter Veltroni ha già annunciato tra i propri ospiti due star come Sean Connery e Robert De Niro mentre ha ottenuto, a scapito di Venezia, le anteprime dei nuovi film di Paolo Virzì e Francesca Comencini. È molto probabile che in futuro Locarno dovrà rinunciare alle grandi star internazionali o ad importanti prime italiane ma è chiaro che non è di questo che il Pardo ha bisogno: il successo della retrospettiva su Kaurismäki ha indicato quale può essere la strada di questa rassegna che proprio perché esterna alla lotta tra i giganti può continuare a tracciare un percorso libero, svincolato dallo star system e dagli interessi, commisurato ad una terra piccola, dove quattro lingue e quattro culture si incontrano senza soluzione di continuità.

>>

 

Locarno, 12:08:2006