los angeles film festival
Los Angeles, 21 giugno/01 luglio 2007
 

di Chiara ARMENTANO

 

SUMMER PREVIEWS

THE HOTTEST STATE

di Ethan Hawke
USA 2006, 117'

 

 

Nel suo secondo film come regista, Hawke adatta il suo romanzo regalandoci una storia d’amore in parte autobiografica, che con sottile ironia e tenerezza descrive le vicende di una coppia interpretata da Mark Webber e Catalina Sandino Moreno. La storia inizia a New York City e vede le azioni dei due protagonisti intrecciarsi tra litigi, passione travolgente e scaramucce d’amore. Già apparso lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia (2006) nella sezione “Orizzonti”, il film mostra qualche merito quanto a freschezza e leggerezza delle situazioni, anche se non mancano clichè e qualcosa di già digerito.

Da vedere solo per gli amanti del genere. 25/30
 


WAR/DANCE

di Sean Fine e Andrea Nix Fine

USA 2006, 105'

 

 
I due registi Sean Fine e Andrea Nix Fine mostrano il profondo contrasto nelle vite dei giovani rifugiati ugandesi. Un paese segnato dalla guerra, un passato di sangue e un presente che non può smettere di ricordare ma al tempo stesso un luogo intento a fare i conti con un futuro da ricostruire, con sogni da far rifiorire e alimentare, bambini che amano il luogo in cui sono nati e vogliono farne un posto migliore. Ma c’è una cosa che questi giovani sanno fare meglio di altri: ballare e cantare. Ce l’hanno nel sangue, nel dna, scolpito sui loro fisici statuari e impresso nelle corde vocali, capaci di raggiungere toni impensabili. E allora si preparano per la gara di musica e danza nazionale pronti a onorare il loro popolo e la loro terra. E vincono. La camera dei registi accompagna dolcemente i corpi sinuosi dei protagonisti non tralasciando la crudeltà insita in uno scenario simile a un paradiso terrestre ma dilaniato dal sangue e dalla ferocia umana. 28/30
 

 

NARRATIVE COMPETITION

KABLUEY

di Scott Prendergast
USA 2007, 87'

 

 

Con la sua colorata inventiva e ironia amara, Scott Prerdergast si è dimostrato uno dei registi più freschi e innovativi del festival. Leslie (Lisa Kudrow) è una donna forte costretta a crescere i figli da sola mentre suo marito combatte sul fronte iracheno. A risollevare le difficili economie della famiglia subentra il fratello del marito, il giovane Salman (sempre Prendergast), il quale si ritrova invischiato in un lavoro sui generis: diventare la mascotte nella stessa azienda dove Leslie lavora e per di più indossare una ridicola armatura blu elettrico che attiri l’attenzione dei potenziali clienti. Chiaramente la figura di Salman sarà quella centrale della storia, sospeso tra macchietta comica ed elemento di riflessione nel svelare le trame sottili e le bugie dei membri della comunità. Ed è esattamente questa componente binaria la giusta chiave di lettura per entrare in contatto con il cuore di questo dramma mascherato da commedia, intento a ripercorrere le ansie e le situazioni inevitabili dovute ad una guerra inutile senza appesantire le atmosfere di risentimento e aberrazione, ma colorandole di ironia e affetto casalingo. Il risultato resta uno tra i migliori. 29/30


AUGUST EVENING

di Chris Eska

USA 2007, 135'

 


Texas: Jaime è un anziano agricoltore abituato a vederne tante nel corso della sua vita, compresa la morte del figlio. Lupe, sua nuora, nonostante la scomparsa del marito continua a vivere con i suoceri, affezionata a loro come fossero suoi genitori. Anche vista la sua permanenza in quella casa sarà difficile per Lupe rifarsi una vita, riconquistare un uomo, ma in fondo per lei quella sembra essere la via migliore per combattere il dolore. Dolore destinato a crescere in seguito ad altre difficoltà: le sempre più frequenti discussioni che Jaime ha con gli altri figli (quasi a ricordare l’importanza ma anche la non rilevanza dei rapporti consanguinei rispetto al “senso” di famiglia) e la successiva morte di sua moglie. A questo punto Lupe e Jaime si ritrovano soli, vecchiaia e giovinezza unite a risollevarsi dalle vicissitudini della vita..
Si tratta di un’opera prima che sembra non portare il peso del debutto sullo schermo, ma piuttosto capace di caricarsi di senso grazie alle vicende narrate in modo supremo e alle atmosfere che riesce a catturare. Ottima anche l’interpretazione degli attori quasi tutti esordienti, Veronica Loren nei panni di Lupe, Pedro Castaneda in quello di Jaime, e poi Abel Becerra, Walter Perez, Sandra Rios, Cesar Flores. 29/30
 


INTERNATIONAL SHOWCASE

SALTY AIR

L’ARIA SALATA

di Alessandro Angelini

Italia 2006, 87'
 

 

Tra i lungomentraggi stranieri compare il nostro Angelini con L’Aria salata, pellicola mostrata allo scorso Festival di Roma, che già in quella sede aveva ricevuto una discreta accoglienza. Sarà l’amore per il cinema nostrano, sarà la passione di rivedere modalità di messa in scena che sempre ci caratterizzano, il film sembra acquisire nella sala dell’Italian Cultural Institute un’aura diversa, più ricca, più misteriosa e immersa adeguatamente nell’atmosfera dorata del festival. Il rapporto di un padre e di un figlio, Giorgio Colangeli e Giorgio Pasotti, è interrotto e di fatto reso inesistente dalla permenza del primo in carcere per quasi tutta la vita. Il caso vuole che il giovane Giorgio, educatore sociale in carcere, un giorno si ritrovi davanti alla scheda di un uomo che porta il nome di suo padre. Forte la tentazione di fargli pagare tutti i non detti, tutte le sofferenze di una vita vissuta senza la figura paterna, e con la vergogna di essere il figlio di un assassino. Ma è proprio da qui che inizia il percorso di crescita e maturazione del giovane Fabio (Pasotti), il quali si riscopre non solo capace di perdonare suo padre ma soprattutto ancora bisognoso di un uomo vicino.
Anche qui il debutto di Angelini è meritevole di costruire un apparato narrativo pertinente e logico, in cui nulla è lasciato al caso eppure capace di far dubitare il pubblico sulla decisione del padre di dare un epilogo alla sua vita sbagliata. La brutta copia, come amava dire, della sua vita. Pure l’interpretazione dei due protagonisti resta notevole, soprattutto quella di Colangeli. 29/30
 


DARK WAVE. GUILTY PLEASURES

FLIGHT OF THE LIVING DEAD

di Scott Thomas

USA 2007, 96'

 


 

Si spengono le luci, il pubblico mormora e già inizia ad agitarsi con risatine, urla, battiti di mani. è questo il contesto in cui l’ultimo film di Thomas prende vita sullo schermo, incitato da una folla ansiosa di incontrare ciò che si aspetta e per cui ha pagato il biglietto: sangue, mutilazioni e soprattutto vedere i fantomatici “zombies”. Si tratta di creature così tanto amate dal giovane pubbblico statunitense da creare in esso una vera e propria fibrillazione. Se poi aggiungiamo un luogo che fino ad ora non ne aveva (stranamente) ospitato neanche uno , ovvero un aereo (ma l’esperimento di Snakes on a Plane aveva reso palese la sua adattabilità all’horror), un virus geneticamente modificato e un cast giovanilista ma estremamente efficace, avremo gli ingredienti giusti per questo exploit di splatter e gore insieme nella più sana tradizione Grindhouse. L’ironia è una risorsa immancabile in un film come questo, anche considerato l’effetto del più scioccante trucco visivo che più che spaventare conduce il pubblico in un turbine di delirio collettivo. Per gli amanti del genere. 26/30
 


WIZARD OF GORE

di Jeremy Kasten

USA 2007, 94'

 


 

"Montag the Magnificent" continua a giocare con le illusioni del pubblico e con quelle degli spettatori, creando uno spettacolo ad hoc in cui mette in atto le peggiori aberrazioni sulle bianche carni di giovani donzelle per poi farle tornare perfettamente normali a fine spettacolo. Il punto è che una volta uscite dal teatro maledetto le donne in questione si ritrovano davvero grondanti di sangue e ferite a morte. Strano vedere Glover nei panni di Montag in questo remake dell’ormai storico film omonimo uscito 37 anni fa ad opera del padre del gore, Heshell Gordon Lewis. Ed è per ovvie ragioni che quelle stesse atmosfere, di exploitation, rarefatte e disturbanti al tempo stesso, era molto difficile raggiungerle con questo film. E questo senza nulla togliere al pur sempre grande Crispin, che tanto era stato calzante nella parte del cugino di Lula (Wild at Heart, David Lynch, 1990) abituato e orgoglioso di convivere con scarafaggi nelle mutande. Altro giro altra suggestione. Ma qui non funziona. Meglio l’originale. 24/30
 


SPECIAL SCREENING

CHICAGO 10

di Brett Morgen

USA 2006, 103'

 

 

Uno dei migliori documentari apparsi a festival (tra l’altro presentato in una proiezione gratuita, quindi doppiamente meritevole) la pellicola di Morgen mostra sotto una nuova luce la storia dei sette di Chicago, gli attivisti arrestati e accusati di cospirazione durante la Convention dei democratici nel 1968. Il film si compone di una originale e ben strutturata forma tripartita, ovvero filmati di repertorio, intervallati dalle voci dei partecipanti alla manifestazione, ancora interrotte dalla ricostruzione del processo animato con computer graphic. L’effetto è per alcuni versi straniante vista l’incombenza della storia sulle immagini animate eppure dona alla pellicola una forma innovativa e un respiro veloce nonostante i 103 minuti. 30/30

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