future film festival

xii-future reloaded
Bologna 26 / 31 gennaio 2010

 

Commento e premi

 

di  Simona PACE

- commento e premi

> In the attic: Who has ... di Jirì Barta

> mai mai miracle di Sunao Katabuchi

 

Mai Mai Miracle
di
Sunao Katabuchi
Giappone 2009, 95'

 

Concorso

26/30

Il potere dell'immaginazione ingenua innocente liliale e la semplicità di un mondo incontaminato, bucolico e sorridente si rendono protagonisti, attraverso gli occhi di Shinko, di Mai Mai Miracle, nuovo lungometraggio prodotto dallo Studio MadHouse, uno dei più importanti studi di animazione nipponici.
L'animazione classica in 2D, i disegni semplici al limite della stilizzazione si rivelano, a posteriori, lo strumento più efficace per descrivere lo sguardo sincero e spontaneo della bambina protagonista, Shinko, instancabile sognatrice (a quell'età, potrebbe essere altrimenti?) e tipetta tutto sommato buffa che, con il suo Mai Mai, strano e indomabile ciuffetto sulla fronte, s'immagina catapultata nel mondo di mille anni fa alla scoperta di antiche leggende locali.
Ama giocare nei campi, costruire storie, condividere le proprie fantasie con la piccola Kiiko, ragazzina trasferitasi da Tokio, silenziosa e timida. L'amicizia tra Shinko e la nuova arrivata assumerà connotati magici, incantati e un piccolo pesciolino rosso diventerà l'emblema del loro legame e metaforicamente, simbolo della necessità dei sogni e delle possibilità che grazie ad essi si aprono. La tristezza di Kiiko, legata alla morte della madre, verrà esorcizzata dalla forza dell'amicizia e la piccola tornerà a sorridere di nuovo.
Mai Mai Miracle propone una storia tanto sincera quanto facile, intrisa di buoni sentimenti e facilmente riconducibile, anche e soprattutto visivamente, alle vicende di Heidi (lo stesso regista ammicca compiaciuto allo spettatore mostrando, ad un certo punto del film, il libro di Heidi, giustificando così e dichiarando apertamente la citazione).
Tanto buonismo forse, troppo per un pubblico adulto avvezzo a ben altri contenuti.
O più semplicemente, il film suggerisce la necessità di ricominciare a credere nei sogni e nella fantasia.E farlo, affidandosi al bianco ingenuo vergine sguardo dei bambini.

In the Attic: Who has a Birthday Today?

di Jirì Barta

Repubblica Ceca 2009, 74'

 

Concorso

28/30

In the attic: Who has a Birthday Today?, favola surreale e nostalgica poesia, è il film di Jirì Barta realizzato attraverso l'utilizzazione di tecnica mista, live action e stop motion, che invita lo spettatore ad entrare nel regno dei giochi abbandonati: una vecchia e polverosa soffitta magicamente abitata da simpatici giocattoli vintage animati.
Tra i curiosi oggetti che prendono vita, Ranuncolo, la bella bambola che cura i suoi amici (orsi peluche, pupi siciliani, omini di gomma e chi più ne ha più ne metta) dedicando loro tante attenzioni e cucinando giornalmente una torta contesa da tutti, diviene l'oggetto del desiderio del torvo sovrano della Terra del Male, l'indiscusso Head, Testa di gesso.
L'indifesa bambolina viene così rapita e resa schiava dalla bieca ambizione del cattivo e, come in ogni fiaba che si rispetti, si scatena una dura (ma tenera e buffa) battaglia per salvarla.
I buoni, gli impacciati e metodici amici di Ranuncolo, riuniscono le forze per contrastare il Male e dopo tante peripezie riescono (non poteva essere altrimenti) a mettere in salvo la bella e agognata bambola.
Un mondo malinconico, ameno, bizzarro quello dei giocattoli abbandonati che prendono vita solo in assenza dell'essere umano. La bambina, padrona distratta degli oggetti in soffitta, entra in scena una sola volta incuriosita dalla confusione, stavolta inanimata, dei giochi ormai vecchi.
Giochi che, al contrario di come succede in tante storie per bambini, si rifiutano di dialogare con l'umano e dissimulano la loro dinamicità, rendendo il proprio regno ancora più speciale.
La lotta manicheistica tra buoni e cattivi, Bene e Male e il “vissero felice e contenti” finale sono tra i topoi più visitati e riconoscibili del mondo delle favole.
L'atmosfera che abita il lungometraggio di Barta però non è solo e univocamente destinata a un pubblico di bambini: c'è qualcosa di torbido e inconsciamente ambiguo nella descrizione e nella presentazione del male impersonato da Testa di gesso. In particolare, la bramosia e il capriccio esplicito del Cattivo, gli sguardi e le parole rivolte alla piccola Ranuncolo suggeriscono qualcosa di stranamente perverso, con un effetto decisamente (per)turbante.
Un plauso va al lavoro tecnico e all'abile orchestrazione in stop motion: il passo a uno si dimostra ancora una volta metodo efficace, frutto di ricercata artigianalità e grande laboriosità.

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