future film festival
xii-future reloaded
Commento e premi
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Anche quest'anno le intenzioni del FutureFilmFestival si confermano capaci di abbracciare le più recenti prospettive della produzione cinematografica d'animazione internazionale, proponendosi come efficace ed eterogenea disamina del nuovo immaginario filmico.Nonostante le difficoltà logistiche e le incertezze economiche, a cui comunque i due presidenti della manifestazione, Oscar Cosulich e Giuletta Fara, hanno saputo elegantemente tener testa (davvero restrittivo, quest'anno, il budget stanziato dal Comune di Bologna a supporto del Festival), il FFF ha esibito contenuti di indubbio interesse e ospitato nomi di rilievo.Ma ha, prima di tutto, reso omaggio ad uno dei più grandi e brillanti studiosi di cinema americano di tutti i tempi, stimatissimo professore e storico collaboratore del festival, Franco La Polla, scomparso prematuramente lo scorso anno, istituendo il premio omonimo per la migliore tesi di laurea sul cinema di fantascienza.
Un'edizione Reloaded questa del FFF 2010: ricaricata, aggiornata, rinfrancata. Tre le direttrici protagoniste, legate al presente ma anche al futuro del cinema.
La prima, quella dedicata ad una delle più antiche tecniche di animazione: la stop-motion (oggi ampiamente utilizzata da molti artisti contemporanei; tra tutti è d'obbligo citare il Tim Burton di The Nightmare Before Christmas e de La Sposa Cadavere o il recentissimo Coraline di Henry Selick) ha visto alternarsi, tra incontri e masterclass, importanti presenze: da David Sproxton, cofondatore di Aardman Animations (Wallace&Gromit e Galline in fuga), all'artista inglese Osbert Parker, padre di originali mix di tecniche d'animazione; da Allison Abbate, famosa produttrice della Frankenweenie (ancora La Sposa Cadavere e il recente Fantastic MrFox) a Merlin Crossingham, animatore storico della AA.
La seconda strada percorsa è quella della motion graphics: la grafica in movimento, strumento tra i preferiti dai giovani designer e grafici di tutto il mondo. Naturalmente oltre ad aver garantito la presenza di figure chiave della produzione in questo ambito come Mischa Rozema, cofondatore della casa di produzione olandese Post Panic o come Rob Chiu (detto The Ronin), autore di spot e video per noti marchi, il programma del festival non poteva non rendere omaggio al più grande titolista di tutti i tempi, nonché pionere della motion graphics: Saul Bass, le cui opere sono state efficacemente riproposte e trattate dal designer Kai Christmann di Design Film.
Irrinunciabile considerati i tempi è la terza direttrice affrontata, quella dedicata al 3D stereoscopico: un confronto tra i produttori di tecnologia, gli addetti ai lavori, gli esercenti, i distributori e i produttori di contenuti; oltre che un'occasione per rigustare in 3D, i capolavori targati Pixar Toy Story e Toy Story 2. Tra gli eventi proposti, particolare successo (non poteva essere altrimenti considerato il trionfo nelle sale e le innumerevoli recenti candidature agli Oscar) ha ottenuto il “Keynote Speech”affidato a Joe Letteri, visual effects supervisor di Avatar e direttore di Weta Digital e la presentazione in anteprima mondiale del Making of del film di James Cameron.
Dieci i lungometraggi in concorso, vagliati dalla giuria di esperti composta dall'illustratrice Francesca Ghermandi, dal musicista e scrittore Emidio Clementi e dal giornalista Nick Vivarelli. Panique au village, film belga di Stéphane Aubier e Vincent Patar interpretato da simpatici e nevrotici pupazzi-soldatini, si aggiudica il Platinum Grand Prize in quanto, a detta della stessa giuria, “film fresco che è un'esplosione di energia creativa dal punto di vista visivo, drammaturgico, e anche musicale. Con gran coraggio, convinzione e una cura appassionata della stop-motion animation, i registi hanno saputo dimostrare che non servono sofisticate, e talvolta meccaniche, tecniche al computer per creare un mondo fantastico capace di sorprenderci, di stupire, e di farci riscoprire l'immaginario sconfinato, l'innocenza, la crudeltà e soprattutto l'irriverenza dell'infanzia”. Una menzione speciale è andata alle stralunate e grottesche vicende familiari del canadese Edison & Leo di Neil Burns “per l'originalità del racconto, la complessità dei personaggi, e gli alti valori produttivi di un film che ci offre un punto di vista indubbiamente inusuale su un personaggio storico, mescolando un tipo di estetica generalmente associata con film per bambini a delle tematiche assolutamente adulte”. Destinatari privilegiati di una buona percentuale di film presentati naturalmente i bambini. Dalle bucoliche e introspettive atmosfere in 2D di Mai Mai Miracle, lungometraggio nipponico dichiaratamente ispirato alle avventure di Heidi, alle straordinarie e coloratissime fantasie visive descritte attraverso un uso sapiente della computer grafica di Oblivion Island: Haruka and The Magic Mirror, passando attraverso la forma e l'espressione poetiche e surreali di In the attic – Who has a Birthday Today? film ceco girato con tecnica mista (live action e stop motion), l'unica visibile eccezione ai tanti (troppi) buoni sentimenti proposti è stata raccontata da Goemon, live action in costume, “film videogame ipercinetico”, costruito sul personaggio eponimo realmente esistito, conosciuto come il “Robin Hood giapponese”.
Straordinariamente incisiva e fortemente valida, invece, la sezione del festival dedicata ai cortometraggi: piccole grandi realtà del cinema contemporaneo d'animazione e live action con effetti speciali, vere protagoniste della kermesse bolognese. Grande plauso ai vincitori: il Premio della Giuria - Provincia di Bologna (1000 euro) per il miglior corto è andato a "The Lighthouse Keeper" di David Francois, Rony Hotin, Heremie Moreau, Baptiste Rogron, GaëlleThierry, Maïlys Vallade perchè “riesce a trasmettere emozioni a livello mentale ma anche fisico, grazie alla forza delle prospettive utilizzate, del sonoro e del ritmo apparentemente calmo ma incalzante. Mix tecnico ben riuscito, fonde animazione tradizionale con elementi di CG. Di grande impatto la fotografia, l’atmosfera e le forme. Il design del "Guardiano del Faro" rende omaggio contemporaneamente allo stile di Osamu Tezuka e all’espressività del volto della vecchia strega di Biancaneve”. Menzione speciale a "De si près" di Remi Durin "per la finezza della grafica e la forza delle immagini che alternano una semplice e serena realtà quotidiana fatta di segni leggeri e immagini chiare ai tragici ricordi della Grande Guerra, espressi con uno sconvolgente e violento bianco e nero“. "Fard" di David Alapont e Luis Briceno e "The Man is the Only Bird that Carries his own Cage" di Claude Weiss si aggiudicano invece, meritandolo prepotentemente, il Premio del Pubblico Groupama. |
future film festival Bologna 26 / 31 gennaio 2010
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