iv ed. biografilm festival
international celebration of lives

Bologna, 11 - 15 Giugno 2008

 

di Chiara ARMENTANO

Pop Lives! Wharol>>

Omaggio a Edo Bertoglio

 
Edo Bertoglio, fotografo e cineasta protagonista della scena newyorkese dei Seventies, appena posteriore a quella della Silver Factory, è altro protagonista del Biograf che lo acclama con una mostra fotografica, un incontro dal vivo e la proiezione di due suoi documentari, “Downtown ’81” e “Face Addict”. I due film costituiscono un dittico che continua idealmente l’opera ribelle e documentaria del laboratorio di Warhol, immortalando la scena artistica e urbana tramite un presentatore d’eccezione quale Jean- Michel Basquiat appena 21enne (in Downtown). Ciò che viene fuori è uno spaccato differente della vita della metropoli, forse ancora più rappresentativo provenendo dagli occhi di un italiano che decide di emigrare e cercare il cuore della sua arte nella città che è stata da sempre il suo fulcro.
 

FACE ADDICT
di Edo Bertoglio
Italia/Svizzera
2005, 102'

Drogato di facce, saturo di volti, espressioni, è il documentario con cui l’artista originario di Lugano ci riporta alla sua scelta di vita a cavallo tra Settanta e Ottanta. La sua dipendenza da occhi nasi e labbra della gente lo conduce quasi naturalmente in quell’angolo di America in cui ogni individuo sente di poter condividere qualcosa con qualcun altro, benchè con razza e nazionalità differenti. Il sentimento con cui il regista torna sui suoi passi per assaporare cosa è rimasto dei suoi ricordi e dei suoi affetti newyorkesi, rende omaggio a se stesso e alla sua arte fotografica, come a quella di svariati altri personaggi presi dal desiderio di sfuggire al grigiore del quotidiano: Maripol, artista della polaroid e compagna per un periodo, Walter Steding, violinista preferito di Andy, John Lurie, Glenn O’Brien, creatore di Interview, la rivista di Warhol, Wendy Whitelaw e molti altri sono ripresi nei fasti di quegli anni e alla luce meno luccicante di oggi. Dopo tutto la dipendenza dalle facce ricalca quella dalle droghe, incapace di risparmiare neanche un’anima, neppure quella di Bertoglio, preso nel ricordo amaro dei momenti deliranti o di astinenza ma considerati pezzi autentici e altrettanto validi dell’arte di allora. Il suo gusto maniacale per i volti di donna, lo stesso che aveva creato “Figurines”, lo rendono noto anche al salotto della Factory che lo accoglie a braccia aperte permettendogli di perfezionare la sua arte. Più che un documentario dal gusto distaccato,  il film è un viaggio dentro e fuori un’intera generazione, un diario di bordo del regista/interprete arrivato a mettere un punto fermo su un’era ormai andata e visi ansiosi di essere incastrati per sempre su un nastro di pellicola.

28/30

 

iv ed. biografilm festival
international celebration of lives

Bologna, 11 - 15 Giugno 2008