59.ma berlinale
Berlino, 05 - 15 Febbraio 2009

 

Immersi nel flusso della vita
Incontro con Bradley Rust Gray e Zoe Kazan

 

the exploding girl

di  Valentina DI MICHELE

Giovani, carini, indipendenti e in forte crescita di notorietà: Kinematrix ha incontrato a Berlino il regista Bradley Rust Gray e Zoe Kazan, nipote di Elia e attrice in ascesa (REVOLUTIONARY ROAD, THE PRIVATE LIVES OF PIPPA LEE) protagonista del suo nuovo film, THE EXPLODING GIRL, inserito quest’anno nel programma del Forum des Jungen alla Berlinale.
Il film, racconto di formazione dolceamaro e sperimentale su un’estate che segna (forse) l’inizio dell’amore fra due amici adolescenti, ha raccolto molti consensi alla sua proiezione per la stampa.

 

KINEMATRIX: Com’è nato THE EXPLODING GIRL?
BRADLEY RUST: Tempo fa, stavo girando un altro film, ero molto giù, e, non so perché, ho cominciato sempre più a focalizzarmi su quello che sarebbe poi diventato il personaggio di Ivy, la protagonista femminile. Durante un’audizione avevo incontrato Zoe, e da subito ho cominciato a pensare alle due cose come se ne fossero una sola. Poi è arrivato Mark Rendall, mi avevano raccontato storie incredibili su di lui, e soltanto sulla base di un’impressione ho scritto una sceneggiatura con il suo personaggio. Il film è nato così.

 

KMX La storia di Ivy non è soltanto una vicenda sentimentale, ma una vera e propria esplorazione dei diversi stati d’animo che si sedimentano nel passaggio verso la vita adulta...

BRG In realtà Ivy mi piace molto perché ha una natura calma, riflessiva. Sembra quasi in ombra rispetto alle situazioni nelle quali è coinvolta, non può fare molte cose perché soffre di epilessia, ma la sua resilienza, la sua estrema elasticità alla fine conquistano. Lei è la ‘ragazza che esplode’, ma con la sua esplosione porta finalmente fuori il suo vero carattere, verso la maturazione.

ZOE KAZAN: Verissimo. Non posso dire che questa storia sia autobiografica, ma l’abbiamo costruita e scritta insieme a partire da episodi della mia vita. L’abbiamo vissuta in maniera molto, molto personale.

KMX Il film ha una luce eccezionale, che rende New York una città totalmente diversa da come siamo abituati a vederla...”
BRG Volevo che gli spettatori pensassero ad una storia non contestualizzata nel qui e ora, ma che fosse quasi eterea, e che i protagonisti sembrassero molto lontani. Abbiamo girato gli esterni a New York, con lenti 300mm, molto distanti dall’azione. Gli attori potevano muoversi liberamente, senza che la gente potesse accorgersi che stavamo girando. Avevamo una piccola troupe e la nuova macchina da presa digitale RED, che dà un effetto documentario. Davvero abbiamo avuto la sensazione di poter fare qualunque cosa, cambiare prospettiva, e sempre con una qualità altissima. Anche i rumori sono molto presenti, quasi veri protagonisti del film...

ZK Sì (ride), è incredibile, quando ho visto la versione finale i rumori sono quasi eccessivi, e se ci si fa caso tutta l’azione è inserita nel flusso normale delle cose, nel traffico, nella vita quotidiana.

BRG Volevo che tutti i rumori avessero una propria vita, perché se un bicchiere si rompe nella vita reale fa veramente crash, e magari ci spaventa, e volevo si sentisse. La nostra vita è nelle cose, e il modo di raccontare il film, quasi in un flusso di coscienza, ci fa focalizzare i momenti quotidiani più importanti dell’esistenza, che forse ricorderemo sempre, anche se apparentemente ci sembrano insignificanti.
 

> la recensione del film

 

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Berlino, 05 - 15 Febbraio 2009