transgenerazioni

atti di teatro popolare

 

veneti fair

Di e con Marta Dalla Via
Diretto da Angela Malfitano
Luci e video di Roberto Di Fresco


Teatrino Groggia, 04/05/2012 ore 21.00

 

di Ambra MURA

Collegamenti:

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26/30

Anche quest'anno il Groggia, con Transgenerazioni, riconferma una propensione per il sociale. Sia ospitando compagnie con uno sguardo critico sulla società; sia dando spazio ad attori ed autori giovani e a piccole compagnie. Oltre all'ospitare spettacoli e iniziative il più possibile inclusivi rispetto alle diverse generazioni, come ricorda il nome della rassegna. Con un occhio speciale per i bambini.
Al primo spettacolo “per adulti” della rassegna non manca il divertimento.
Marta Dalla Via, strizzando l'occhio al cabaret, mette in scena uno spettacolo esilerante dove si ride dall'inizio alla fine. Un monologo colorato da una giostra di maschere che intrecciano la biografia dell'autrice. Un racconto corale di un profondo veneto che può far sorridere, ma che in verità, lascia l'amaro in bocca. Toneza sul Cimone, un paesino di montagna in provincia di Vicenza, si presta come scenografia. La scelta della musica rap, come colonna sonora portante, richiama l'immagine di una società all'insegna del esibizione di status.
Nella sua “fiera dei veneti”, l'autrice intende spingere il pubblico a una riflessione sulle identità chiuse e campanilistiche del nostro nord. I peggiori stereotipi vengono messi a nudo. L'ignoranza, la noia, l'ipocrisia di una terra mitizzata dall'orgoglio leghista, vengono inscenati con sapienza da Dalla Via.
C'è l'imprenditore che non ha mai studiato, che va nei locali “giusti” dove 500 euro a sera non bastano. Che non si vergogna di sottopagare la manodopera degli stracomunitari, perché tanto il mondo va così e perché almeno lui non è razzista. E del resto quelli che comprano i suoi prodotti a prezzi esorbitanti non si lamentano mica dello sfruttamento del lavoro, al limite di aver pagato tanto.
C'è la Miss di bellezza che azzecca per caso i verbi giusti e crede nei valori della pace e della famiglia, ma poi se deve parlare dei valori del suo territorio descrive i musulmani come una piaga.
Ci sono gli imbriagoni quelli che passano la giornata, la serata e la pensione fra un bar e l'altro, morendo d'alcol e sognando un Superenalotto fortunato che cambi la vita;
e le donne che seguono la messa con regolarità, fremono per i pettegolezzi, ma non giudicano poi così male le escort. E il lavoro che è lavoro solo se fatto con le mani. E i suv. L'evasione fiscale. La Lega, la città, i montanari, i campagnoli, i terroni e gli infiniti sud del mondo.
Una caleidoscopica, allegrissima descrizione di un Veneto, che poi è un Italia, di vizi, pregiudizi e status symbol.
Interpretazione spassosissima, forse difficile la comprensione per chi non mastica il dialetto.

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13 ottobre 2012 - 11 maggio 2013