Anche quest'anno il Groggia, con
Transgenerazioni, riconferma una propensione per il sociale. Sia ospitando
compagnie con uno sguardo critico sulla società; sia dando spazio ad attori
ed autori giovani e a piccole compagnie. Oltre all'ospitare spettacoli e
iniziative il più possibile inclusivi rispetto alle diverse generazioni,
come ricorda il nome della rassegna. Con un occhio speciale per i bambini.
Al primo
spettacolo “per adulti” della rassegna non manca il divertimento.
Marta Dalla
Via, strizzando l'occhio al cabaret, mette in scena uno spettacolo
esilerante dove si ride dall'inizio alla fine. Un monologo colorato da una
giostra di maschere che intrecciano la biografia dell'autrice. Un racconto
corale di un profondo veneto che può far sorridere, ma che in verità, lascia
l'amaro in bocca. Toneza sul Cimone, un paesino di montagna in provincia di
Vicenza, si presta come scenografia. La scelta della musica rap, come
colonna sonora portante, richiama l'immagine di una società all'insegna del
esibizione di status.
Nella sua “fiera dei veneti”, l'autrice intende spingere il pubblico a una
riflessione sulle identità chiuse e campanilistiche del nostro nord. I
peggiori stereotipi vengono messi a nudo. L'ignoranza, la noia, l'ipocrisia
di una terra mitizzata dall'orgoglio leghista, vengono inscenati con
sapienza da Dalla Via.
C'è l'imprenditore che non ha mai studiato, che va nei locali “giusti” dove
500 euro a sera non bastano. Che non si vergogna di sottopagare la
manodopera degli stracomunitari, perché tanto il mondo va così e
perché almeno lui non è razzista. E del resto quelli che comprano i suoi
prodotti a prezzi esorbitanti non si lamentano mica dello sfruttamento del
lavoro, al limite di aver pagato tanto.
C'è la Miss di bellezza che azzecca per caso i verbi giusti e crede nei
valori della pace e della famiglia, ma poi se deve parlare dei valori del
suo territorio descrive i musulmani come una piaga.
Ci sono gli imbriagoni quelli che passano la giornata, la serata e la
pensione fra un bar e l'altro, morendo d'alcol e sognando un Superenalotto
fortunato che cambi la vita; e
le donne che seguono la messa con regolarità, fremono per i pettegolezzi, ma
non giudicano poi così male le escort. E il lavoro che è lavoro solo se
fatto con le mani. E i suv. L'evasione fiscale. La Lega, la città, i
montanari, i campagnoli, i terroni e gli infiniti sud del mondo.
Una caleidoscopica, allegrissima descrizione di un Veneto, che poi è un
Italia, di vizi, pregiudizi e status symbol.
Interpretazione
spassosissima, forse difficile la comprensione per chi non mastica il
dialetto. |