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D’une Rive à l’autre
Felicity LotT, soprano Jason Carr, pianoforte
Sale Apollinee, Gran Teatro della Fenice Venezia 04 aprile
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di Gabriele FRANCIONI | |
30/lode
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Collegamenti: |
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Lover Mr Snow To keep my love alive My funny Valentine Money isn’t everything Come Home Slaughter on 1oth Avenue (piano solo) A wonderful guy What’s the Use of Wonderin’ Den of iniquity Bewitched Hello young lovers Alleluia Edelweiss |
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“D’une Rive à l’Autre” continua con sicurezza il suo tragitto, estendendo il campo d’azione e variando i toni. In questo sabato molto particolare, anticipato dal minuto di silenzio di ieri al Malibran, c’è una quasi fisiologica necessità di leggerezza. Un’ora di gioia pura e incantatrice, quasi arricchita dalla vis comica spontanea dei due performer, ha creato un imprevisto stacco dai toni cupi e lugubri che hanno segnato gli ultimi giorni della vita pubblica di questo disastrato Paese, all’affannosa ricerca di un’idea perduta di Comunità. Questa rassegna ha nella ri-creazione di una comunità di culture, come accennato da Shani Diluka una settimana fa, uno dei suoi intenti principali.
L’idea folle di “Flott”, la straordinaria soprano inglese Felicity Lott poco nota in Italia per scelte di repertorio, era quella di concedersi, nella maturità, una reinterpretazione (poi divenuta vera e propria serissima rilettura) di alcuni brani appartenenti all’immenso repertorio leggero broadwayano. Canzoni ascoltate tra infanzia e adolescenza (anni ’50 e ’60), da Gershwin a Richard Rogers, tornano, dopo decenni spesi a cantare Stravinskij o lieder, in una forma rinnovata, ristrutturata, senza alcuna intenzione di concedersi alla semplice divagazione in territori meno impegnati.
“Flott”, carismatica e straordinariamente padrona del piccolo palco delle Sale Apollinee, non è certo Doris Day o Alma Cogan, ma neppure Julie Andrews o Mitzi Gaynor. Ne sia esempio la completa e fascinosa rilettura di “My funny Valentine”, dove nulla è concesso alla facile intuibilità lirica del tema melodico che ha generato centinaia di reintrepretazione improvvisative. Facciamo quasi difficoltà a riconoscerla, come pure “Hello young Lovers”, perché, oltre ai tempi rallentati, Carr contribuisce con arrangiamenti armonicamente complessi e introduzioni giustamente non brevi. Su tale base, la Lott interviene con una vocalità sempre più potente e un’impressionante dinamica, che taglia in due il piccolo spazio delle Apollinee e arriva, probabilmente, fino alle calli e al campiello antistante la Fenice.
A volte sembra di ascoltare Kurt Weill e non Rogers & Hart, persino nei due incredibili bis (“Edelweiss” e “Alleluia”, entrambe da “The sound of Music” (ecco la Andrews…)) e la soprano anglosassone ha ben modo di affermare come mai si sarebbe immaginata di eseguire queste songs –è la sua prima assoluta- perdipiù nel Gran Teatro veneziano. Proprio questa eccezionalità e, forse, la fascinazione di un’Italia non abbastanza frequentata, hanno convinto Felicity Lott e Carr a liederizzare canzoni strutturalmente semplici, brevi, leggere. Il canto la fa da padrone, ma non la cantabilità dell’originale. I due musicisti escono da Broadway, nonostante si divertano e ci divertano anche sceneggiando i testi amorosi (valga per tutte “To keep my love alive”, che sembra presa da “Sweeney Todd” di Tim Burton…) e fanno crescere le composizioni fino a portarle alla già accennata qualità liederistica. All’elementarità tematica delle liriche - in generale uomini imperfetti amati da donne capaci di intuizioni e sopportazioni assolute - la Lott contrappone una complessità interpretativa assolutamente inaspettata, confidando su affascinanti duttilità che la portano a variare continuamente timbro e dinamica, con dei pianissimi nei finali che non possono non commuovere.
Una prova unica nel suo genere - come tutte, d’altronde, in “D’une Rive à l’Autre” - che impone una registrazione in studio e relativo cofanetto.
Link d'approfondimento Felicity Lott sito ufficiale |
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D’une Rive à l’autre
Felicity Lott, soprano Jason Carr, pianoforte
Sale Apollinee, Gran Teatro della Fenice Venezia 04 aprile
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