A long summer of art 2008

 

VENEZIA, è stato FESTIVAL JAZZ!

Teatro "La Fenice", dal 30 luglio al 2 agosto

 

 

a cura di Ilaria RUGGIERO

Collegamenti rapidi:

 

- il calendario completo

 

Un programma ricco e articolato che ha puntato sull’ecletticità e la qualità delle proposte.
I punti di forza del progetto sono stati sicuramente la continuità nel tempo, garantita da sponsor fedeli e sensibili, e la presenza diffusa nel territorio.
Tre mesi di appuntamenti musicali emozionanti, un festival geograficamente espanso.

In particolare l’appuntamento veneziano ha arricchito le melodie lagunari con la presenza di grandi geni della musica contemporanea. Provenienti da mondi sonori diversi e lontani, ma accomunati dall’alta qualità della proposta, da un’ importate presenza scenica e dalla capacità di intrattenere divertendo.
Se Yamandu Costa ha stupito i pochi eletti uditori, ospiti della preziosa cornice della Collezione Guggenheim, per il suo fresco e innovativo talento, Gabriele Mirabassi ha regalato un rilassante contributo spirituale e sperimentale.
Stefano Bollani e Bobby McFerrin hanno, insieme, fatto letteralmente innamorare gli spettatori del Teatro La Fenice: tre ore di concerto, coinvolgente, straripante di allegria e divertimento. Due geni di raro talento, unici ed estrosi. Esibizionisti della tecnica e virtuosi dell’anima, passionali e coinvolgenti, riconoscibili per il loro peculiare contributo alla storia della musica contemporanea.

C’è un tratto comune che accomuna questi artisti eleggendoli a pure genialità: il loro personalissimo, intimo e fisico rapporto con lo strumento musicale.
La musica diventa danza di coppia e la compagna-strumento, uno spontaneo prolungamento del corpo.
Yamandu, dalle mille dita, veloce, equilibrista e virtuoso delle corde, a tratti violento e frenetico, si allunga e si piega, oscillando; Mirabassi si alza, si siede, si contorce e batte il ritmo, ondulando il bacino come in preda ad irresistibile desiderio di movimento; Bollani e Mcferrin, il vero show. Inconsueto e inusuale, il loro uso del corpo, anomalo, fa del primo un cultore del pianoforte e di ogni sua parte ‘suonabile’, corde, piedi, parte esterna, parte interna, attraverso dita, gomiti, stracci, capelli… e del secondo il maestro nell’uso della pura vocalità, non solo voce, ma musica, accompagnamento, armonia e melodia in un unico suono.