AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

 

Festival della Nuova Danza

Ultima Vez/Wim Vandekeybus

booty Looting

 

23 febbraio 2013 h.21:00

 

di Ashai AROP

scheda I biennale danza 2012

Il palco è aperto, all'entrata del pubblico in sala, non c'é sipario, non ci sono quinte, pare immenso. Sembra allestito a studio fotografico, fra il sofisticato e il bohemian. Alcune grandi tele appoggiate al muro, forse incomplete, qualche paravento di cartone sul fondale, un lenzuolo bianco o un PVC, che pende dal soffitto, che poi si scoprirà non essere ne l'uno ne l'altro materiale, sembra uno schermo di fortuna, sospeso nell'aria. C'è un microfono, da voce, il modello è quello utilizzato per registrazioni professionali in studio, posizionato sul lato sinistro del proscenio e sullo stesso lato, nascosta, una machina fotografica digitale, su cavalletto. Fra un ombrellino fotografico ed una vecchia fotocopiatrice da ufficio, troviamo un intero set da musicista fai da te: tre chitarre elettriche, una loop machine, mixer otto canali e amplificatore. Due spesse coperte scure sono buttate, apparentemente a caso, una qua ed una là e tre riflettori posti faccia a terra, creano una luce soffocata, che lascia enigmatiche striature sui lati del pavimento.
Lo spettacolo non era ancora iniziato e già non avevo staccato lo sguardo dalla scena un istante.

Wim Vandekeybus, fin dalla fine degli anni '80, è sempre stato un coreografo fuori dagli schemi, un artista che tendeva alla completezza, attraverso la commistione di più linguaggi; dotato di originalità nell'utilizzo dei corpi, che poteva essere definita d'avanguardia; osava creare rotture, in un periodo dove ancora lo schema classico predominava, anche nelle nuove forme della danza contemporanea, per lo meno in Italia. Ma nel 2013, dove si è tentato di sperimentare di tutto e dove, l'originalità sembra forse rintracciabile solo in un ritorno alla semplicità, più che nella ricerca della novità a tutti i costi, Vandekeybus riesce ancora a distinguersi, a stupirci, portandosi sempre avanti, in una prospettiva futuristica, utilizzando linguaggi, anche già utilizzati, in modo totalmente nuovo e personale. Un'altra componente eccezionale delle opere di Vandekeybus e frutto di una spiccata intelligenza teatrale è la sua capacità di utilizzare il mito e la ritualità e, la sua comprensione profonda della necessità, di riappropriarsi di questi due elementi, nel teatro contemporaneo di qualsiasi tipo o forma. Lui, più di altri coreografi, che utilizzano i linguaggi della Nuova Danza e le tecniche della Release e del Floor Work, esprime la chiusura del cerchio, l'eterno ritorno, che porta ogni esperienza umana alla risoluzione, attraverso l'incontro e la pacificazione fra fine ed inizio. Durante il secolo scorso, la danza ha avuto un'evoluzione, che attraverso la genialità di diversi coreografi, che ne hanno firmato gli stili, è arrivata a ritrovare il movimento organico, la consequenzialità delle dinamiche, di un corpo collegato in ogni sua parte e, soprattutto, ha ritrovato la terra. Nell'ultima fase del suo sviluppo, la danza ha recuperato la sua identità primordiale, il “da dove vengo” e compreso che, come le arti performative tutte, doveva ricominciare a parlare alle persone, in modo diretto e riconoscibile. Il recupero e la fusione con le danze, nate da necessità sociali o di sopravvivenza, prima che per la scena, come la capoeira o la breakdance, esse stesse già figlie di danze nate dalla quotidianità e a stretto legame con la vita, come le danze del continente africano, ha fatto trovare alla danza contemporanea occidentale una nuova frontiera, totalmente in sintonia con i moderni cambiamenti sociali. Credo che, in Booty Looting, questo cambiamento sia celebrato in ogni sua parte e trovo difficile che ci sia qualcuno che, anche per pochi istanti, non si senta parte in causa di ciò che accade sul palcoscenico.
I temi analizzati sono decisamente azzeccati e attuali, ma anche il tema più attuale, non rappresentato adeguatamente, perde tutta la sua pregnanza, se il linguaggio utilizzato per esprimerlo non gli sta al passo. Molti artisti contemporanei si dicono concettuali e gridano al fraintendimento quando non compresi, ma è comune non parlare chiaramente per poi poter dire di essere stati fraintesi, mentre Vandekeybus è chiaro, fuori dai denti direi, e la sua chiarezza può piacerti o non piacerti, ma sicuramente non è fraintendibile. Wim Vandekeybus ha saputo usare il tema giusto e modellare il linguaggio per rappresentarlo, in modo che definirei onesto, cristallino, quasi una continua ed estenuante ricerca della verità, rafforzata ancora di più dall'utilizzo della fotografia istantanea, che oltre ad essere un elemento di grande effetto, riporta sempre lo spettatore alla stratificazione delle vicende umane, al sotto testo, alla realtà dietro le apparenze.
Nonostante il trascorso eloquente, di questo eccezionale artista e della sua compagnia, i quali elementi sono sempre di una bravura fuori dal comune e, nonostante una scena intrigante e da subito coinvolgente, non ci si aspetta comunque la forza dirompente con cui si viene trascinati dall'inizio alla fine, senza mai un momento di tregua, senza la possibilità di assopirsi mezzo secondo o dover dire, ma...in quel momento era un po' lento...o...avrebbe potuto evitare quell'altro. No! Non ci si aspetta l'effetto totalizzante di questo spettacolo, e quando avviene è meraviglioso! Ho trovato il ritmo di Booty looting degno dell'immenso tema che stava trattando e che ci riguarda tutti: il saccheggio, la violazione, la rapina in pieno giorno e con decine di testimoni inutili, che tutti noi subiamo, dalla nascita alla morte, a partire dall'innocenza dell'infanzia, per finire col saccheggio del valore primo, sul letto di morte: la nostra vita. Tante sono state le domande esistenziali sul destino dell'uomo e Vandekeybus risponde con la parola 'ladrocinio'. Noi siamo derubati in ogni fase della nostra esistenza, chi più chi meno e questo spettacolo lo dice, col corpo, con la voce, con la musica e con l'immagine; lo dice nel modo più ironico e più diretto e spietato possibile, che quasi ti aiuta a vivere una catarsi risolutiva, quasi ti aiuta a comprendere e quindi a passare oltre. La cultura e il mezzo di comunicazione dell'arte performativa, sono tra le poche risorse rimasteci, per dire la verità e questo avviene quando lo spettatore entra in teatro in un modo ed esce in un altro. Quando lo spettacolo funge da trasformatore e guastatore e ti permette di incominciare a ragionare su un possibile cambiamento.
Credo che Bootie Looting abbia centrato questo obbiettivo non facile.
Il saccheggio universale, raccontato attraverso il dramma familiare e personale di una moderna Medea ed attraverso il movimento animale di corpi umani, estremamente abili e flessibili, allenati in una danza, che le racchiude tutte, la danza primigenia, precedente all'Homo Erectus. Una saga tragica raccontata con ironia, da una voce recitante coinvolgente e accompagnata da un musicista sensibile e completamente amalgamato agli avvenimenti che, incalzanti, sembrano accadere lì per lì, per la prima volta, come in un reale esperimento, le cui cavie siano state appena liberate dalle gabbie, dopo un lungo tempo di cattività. E la fotografia istantanea, grazie all'abilità del fotografo a creare senza sosta, senza sbagliare uno scatto, è decisiva alla riuscita ed al completamento di uno spettacolo a 360 gradi. L'immagine, che attraverso un filo elettrico, che collega la macchina fotografica al proiettore, ci arriva in tempo reale, contrappone la dimensione totalizzante del presente in scena, con il concetto di memoria, di ricordo, che aiuta nella descrizione del passato dei vari personaggi coinvolti, riproducendo anche il pubblico in diretta e rendendolo parte della scena, che, non lo nego, mi ha fatto pensare alla Fura dels Baus.

Questa opera di Vandekeybus e della compagnia Ultima Vez, è un'esperienza spiazzante e divertente allo stesso tempo, ma che, come in ogni tragedia greca che si rispetti, affronta valori universali, attraverso l'esplorazione dei mondi psicologici dei vari personaggi, il cui finale non produce la risoluzione dei caratteri e degli avvenimenti in discussione, ma apre nuove porte a molteplici mondi e alle storie di codesti mondi, che riguardano te e la tua intimità, quanto l'universo intero.
regia, coreografia e scenografia Wim Vandekeybus creato con ed eseguito da Jerry Killick, Birgit Walter, Elena Fokina, Dymitry Szypura, Luke Jessop, Kip Johnson, musica originale dal vivo Elko Blijweert, fotografo di scena Danny Willems

SITO UFFICIALE

 

Festival della Nuova Danza

Ultima Vez/Wim Vandekeybus
booty Looting