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venice 2009 the summer of art biennale arte
come si fanno i monDi? Venezia, 27/06/2009 |
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Questa biennale è iniziata per me con un incidente. L'arembaggio alle navi pirata appena fuori dalla sede dei Giardini è stato irresistibile ma dovevo fare i conti con la poca prestanza fisica che mesi e mesi di studio e computer mi hanno portato. Ed eccomi lì. Ad essere soccorsa dai vigilii del fuoco e costretta a saltellare per i restanti giorni. La maggior parte del tempo l'ho trascorsa sul prato dei giardini, con il piede dolorante, nel bar di Rirkrit Tiravanija, tra una panchina ed un altra. Di cose ne ho viste molte poche, giusto qualche padiglione e un pezzo di parata. Ma ciò che questo incidente mi ha permesso di fare è una cosa che in altre circostanze non succede mai. Avere tempo. Avere tempo di stare con i miei pensieri, aver tempo di stare nella natura, tempo per osservare, tempo per incontrare sguardi e sorrisi, tempo per conoscere gente e chiaccherare. Così è stata questa, la mia Biennale. Vista con gli occhi degli altri. Ho parlato con persone deluse, persone entusiaste, artisti sconosciuti che creavano metaperformance all'interno dei Giardini, giornalisti, sognatori, addetti ai lavori. è attraverso loro che l'ho vista. Dalla mia postazione immobile ho osservato gente con milliardi di borsette e gadget dei vari padiglioni, alcuni annoiati, altri desiderosi di potersi distendere sul prato. Alcuni padiglioni sono riuscita a vederli anch'io, usando un ombrello come stampella. Ho visto opere che ricalcavano il titolo dato alla 53 esposizione Veneziana Fare mondi. Ma i mondi che ho visto erano statici, immobili, senza emozioni. Rimane quindi il dubbio se il fare mondi significhi costruire ambientazioni o se invece significhi costruire emozioni, coinvolgere persone. Perchè i mondi sono fatti anche di interazioni, rapporti.
Sono rimasta piacevolmente stupita dall'incontro con Lara Favaretto e Miranda July e dalla parata di Arto Lindsay che mi hanno portato proprio ciò che mi aspettavo dal titolo della 53 esposizione veneziana e dal panorama artistico mondiale, per come mi sembra di capire si stia muovendo.
Incontro troppo spesso opere che sono veri e propri esercizi di stile, autocelebrazioni. Quasi che fare l'artista sia una proiezione del pensiero, un modo come un altro per guadagnarsi da vivere, un ideale da raggiungere per il semplice fatto che ricalca un modello che può piacere. è la stessa sensazione che ho provato con le opere che ho visto, con ciò che non ho potuto vedere ma mi è stato raccontato. Il mio articolo non sarà molto lungo. Non potrei andare oltre, andare a fondo senza aver provato l'esperienza di vedere quanto più possibile. Ma per ora è questa la mia sensazione e spero tanto venga smentita.
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come si fanno i mondi? Venezia, 27/06/2009 |