|
WHY DON’T YOU
PLAY IN HELL?
ORIZZONTI Giappone, 126' |
|
Uno di quei casi che verrebbe da etichettare come “solo per i fan più
sfegatati”. Il che non è necessariamente un giudizio negativo. Si tratta
insomma in maniera inequivocabile e intenzionale di una sorta di pastiche di
elementi che Sono Sion ha trattato in altri film, elementi retti per giunta,
qualora l'antifona non fosse chiara, da un pretesto narrativo
meta-cinematografico. Un gruppo di giovani cinefili viene coinvolto in una
faida tra clan di yakuza: la resa dei conti fra questi ultimi sarà appunto
innescata da un finto film che l'improbabile troupe viene ingaggiata a
girare nel covo di uno dei gruppi nemici. Personaggio centrale, la figlia
adolescente di uno dei boss, precoce star di uno spot televisivo di un
dentifricio da bambina, poi allontanata dalla ribalta per fatti traumatici.
Centrale perché nel rapporto tra lei e l'improbabile nerd che adesca
strumentalmente per i propri comodi affiora con una certa evidenza
l'elemento chiave dell'universo di Sono Sion (a partire dal suo film
migliore, Strange Circus):
l'ansia da castrazione, il vuoto dei genitali femminili e gli improbabili
sforzi feticistici che l'uomo imbastisce per esorcizzarlo. |