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under the skin
VENEZIA 70 |
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Sotto la pelle,ovvero sotto l’ipotesi di un involucro di sola sintesi,l’alieno procede progressivamente secondo parametri umani.Entra ed esce dalla prospettiva di “Species”,attraversa quella di “Artificial intelligence” e finisce dritto nel corpo ribaltato di Sean,l’enigmatico pre-adolescente di BIRTH (2004),che torna declinato al femminile.L’interrogazione (conoscenza) diventa colonizzazione,il trucco possesso (consapevolezza).Dalla reincarnazione e dagli scompaginamenti affettivi,procediamo verso nuova incarnazione dell’ Altro,laicamente deciso a farci a pezzi,onestamente lontano da derive spiritualistiche. Laura -Isserley nel testo di Michael Faber- vampirizza la mappa frammentata di autostoppisti/prede che migrano svagatamente seguendo i tratturi delle strade di Scozia.Ovvio che i tracciati antichi non abbiano più nulla della rozza purezza originaria osservati dalla costellazione da cui proviene Scarlett Johansson.Sono il mero diagramma di una conquista che ribalta i posizionamenti di BIRTH:fatta fuori l’eccezione inconsapevole,la non-enlightened Kidman (Alice in wonderland del film del 2004,allora ancora in transito da Eyes Wide Shut),l’altissima borghesia anglofona se ne va sulla luna e da qui vuole conquistare il mondo attraverso l’eletto di turno.Punto.Oppure:le ricche corporazioni che hanno spedito in missione Johansson alla ricerca di prelibatezze da cannibalizzare,rinunciano ormai a mescolarsi con un pianeta da depopulare e osservano dall’alto il da farsi,mentre gustano vittime sacrificali.Progetti e strategie a grande scala delle corporations:anche di tale materia si ciba il testo glazeriano.Il merito è quello di rendere obsoleto il termine sciencefiction,nell’istante in cui non solo la follia mondana é talmente deflagrata da suggerire derive ultraplanetarie,ma viviamo in mezzo a gente che crede realmente di provenire da altri mondi.Glazer non è Bigelow,almeno non quella di NEAR DARK.I posizionamenti kubrickiani della m.d.p.,una volta che il regista lascia i set dei videoclip,si fanno più attenti,lo zoom ad uscire viene utilizzato zero -per fortuna- rispetto a BIRTH,anche se tutta la sequenza iniziale + l'ennesimo omaggio innecessario a SPACE ODISSEY- e la precisione statica di BIRTH sono messe alla prova dai segmenti à la road-movie,oltre che dalla scene riprese con 8 m.d.p. mentre Johansson cammina tra la folla non informata sulle riprese.Durante il progressivo umanizzarsi di Laura,che suona un po’ phoney e decisamente troppo veloce,Glazer percorre vaste lande tematiche col rischio d’ incrociare massimi sistemi e trattamento della figura centrale,salvo ricredersi verso la fine.Non funzionano i posizionamenti fuori scena e le immersioni nel nero mortale in cui i corpi degli umani vengono annientati/fatti a brandelli (organi),prime di essere spediti somewhere attraverso un tubo di luce rossa che sa tanto di sequenza dello stargate sempre in 2001.23/30 |