miss violence
di Uberto Pasolini
Eddie Marsan, Joanne Froggatt

 

ORIZZONTI
Regno Unito, talia, 99'

 

Presentato in concorso nella sezione Orizzonti, STILL LIFE è senz'altro tra i (pochi) film rivelazione di questa Mostra, dove ha ricevuto un'accoglienza strepitosa, con standing ovation e ben otto minuti di applausi, interrotti solo dall'uscita del regista dalla sala per la troppa commozione.
Scritto, diretto e prodotto da Uberto Pasolini, nato a Roma ma trapiantato in Inghilterra, nipote di Luchino Visconti ed apprezzato produttore (FULL MONTY e PALOOKAVILLE), il film nasce dalla curiosità del suo autore per un mestiere poco noto, ovvero organizzare il funerale di persone che muoiono senza lasciare nessuno dietro di sé. Protagonista nella South London dei nostri giorni è John, un impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine, lavoro che egli svolge con estrema cura e meticolosità, tanto da averne fatto il centro assoluto della sua vita. Dalla cerimonia delle esequie, per cui scrive il discorso, alla scelta delle musiche, John è una specie di becchino in cravatta e ventiquattrore la cui dedizione per i suoi 'clienti'- passatemi il termine- va ben oltre l'orario d'ufficio. L'obiettivo, infatti, è ricostruire le vite spezzate degli altri, i loro amori, abitudini, glorie e fallimenti in una sorta di timeline arricchita da splendidi album fotografici gelosamente custoditi nella sua abitazione privata. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John supplica il capo di concedergli qualche giorno in più per assicurare una sepoltura dignitosa a Billy Stoke, il vicino di casa mai frequentato e morto solo come un cane. L'incontro con Kelly, la figlia 'segreta' dell'uomo, lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita. Nonostante il tema della morte e della solitudine, il film resta sempre in perfetto equilibrio tra commedia brillante e dramma, rivelando la capacità di affrontare un argomento non proprio di appeal per il grande pubblico in maniera delicata e poetica. Anche se agli antipodi della protagonista ribelle e dalla vita sbandata di
Miele, anche John - interpretato dal noto caratterista inglese Eddie Marsan - è un personaggio estremo, un angelo della morte e figura 'ponte' tra la realtà visibile e l'aldilà, tra il mondo dei vivi e quello dei fantasmi. Siamo insomma in un mondo sempre più indifferente alla morte, è il monito lanciato dal cinema, che in questo caso riconquista il suo ruolo di strumento privilegiato per riflettere sulla società, nella fattispecie quella occidentale, indagando quello che può essere considerato a tuttoggi il suo più grande tabu.
28/30