
Kush, rush for your rights
Un
microscopico
road-movie,intenso e teso,dal finale impossibile da svelare,
racconta il tragitto reale
e ideale di un bambino sikh, che non deve emergere,a causa
della sua capigliatura e del copricapo, dalla moltitudine maggioritaria
dei compagni di classe hindu durante un breve spostamento in autobus il
giorno dell’assassinio di Indira Gandhi, anno 1984, pena la fucilazione.
Shubhashish Bhutiani,
che all’epoca dei fatti forse non era neppure nato, narra un giorno tremendo
nella recente storia dell’ India moderna tenendo fuori campo, almeno fino a
quando è possibile farlo, gli scenari di battaglia e il redde rationem
tra etnie opposte, con i sikh accusati di aver tramato contro il primo
ministro, simbolo di una nazione.
Il protagonista, con lo sguardo antico e intensissimo delle genti d’ India e
occhi infinitamente scuri, possiede la grazia dell’innocenza, che condivide
con i compagni e con la maestra, tutti impegnati a passare indenni i posti
di blocco fissati quel giorno dalle milizie governative.
Qui non si discute di politica, non si vuole rileggere il dato storico con
puntiglio da cronista, quanto piuttosto isolare visivamente il mondo
degli ancora puri, dei ragazzini liberi da ogni condizionamento
ideologico, solidali gli uni con gli altri a prescindere da usi e costumi.
Bhutiani, prodotto dal padre Sanjay, tien ben fissa la m.d.p. al centro
dell’ autobus, quasi volesse scrutare negli sguardi dei bambini, e di Kush
in particolare, per vedere se le urla e gli spari provenienti dall’esterno
riescano a scalfire l’ idillio della scampagnata –lo scopo del viaggio è un
picnic scolastico- e, all’occasione, è pronta a mettersi in parata durante
il drammatico controllo al posto di blocco, superato con un abile
stratagemma.
Il
finale, come detto, è un’altra cosa: è lo sguardo assoluto, quello della
realtà che entra nei territori del sogno, dell’illusione, della speranza,
facendovi irruzione, ma senza per questo mutare il senso di un messaggio e
di una direzione morale da tenere ben presenti di fronte (e dentro) a
ciascuno di noi.30/Lode
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