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THE WIND RISES
VENEZIA 70 |
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Non è il Miyazaki
che ci si aspetta. Proprio per nulla. Ultima pellicola prima del ritiro
annunciato, The Wind Rises
sembra più un film che Miyazaki abbia realizzato per se stesso che per
qualsivoglia pubblico. Oppure, può essere visto come un dialogo a distanza
con il sodale Isao Takahata, ma questa è un'altra storia.
Nella prima parte il bambino protagonista, Jiro, futuro
progettatore di aerei, viene sballottato dai quattro elementi (acqua, terra,
aria, fuoco) il cui prolungamento sarà dato dalla balda e minacciosa marcia
della Tecnica. Sembrerebbe, perciò, di trovarsi in linea con il visionario
ambientalismo del cineasta nipponico. Invece no. Ci troviamo piuttosto
presso il suo rovescio oscuro: la Tecnica (alla quale Jiro dona la vita
intera), in tutto il suo intrinseco nichilismo. Ecco: Miyazaki sembra dirci,
in maniera ambiguissima, quasi pericolosa (ideologicamente) ma sincera e
responsabile e quindi preziosissima, che il nichilismo della Tecnica non
possiamo che abbracciarlo così com'è, e seguire fino in fondo la sua
parabola autodistruttiva. Dobbiamo, insomma, legarci al vuoto che è al suo
centro, riconoscendo la nostra stessa vita e i nostri stessi sforzi come un
mandala pronto a essere spazzato via dallo stesso vento che la fa volare. |