Gravity
di Alfonso Cuarón
George Clooney, Sandra Bullock

 

FUORI CONCORSO

Stati Uniti, 91'

 

Matt Kowalsky è un astronauta esperto, si diverte ad affrontare l’ultima delle tante operazioni di manutenzione, come se fosse un gioco. Al contrario, la scienziata Ryan Stone si trova spiazzata ad affrontare la sua prima missione nello spazio, le condizioni di salute dovute al viaggio non la aiutano, ma si dedica comunque a completare il suo lavoro. Il tono scherzoso di Matt rende l’atmosfera rilassata, amichevole, facendo dimenticare quanto inospitale possa essere il cosmo. Nello spazio è impossibile vivere, cita una frase all’inizio del film, le circostanze lo confermano. I due protagonisti si ritrovano travolti da una tempesta di detriti, che distrugge tutto ciò che hanno attorno. Ogni contatto con la terra sembra vano. Inizia così la loro lotta per la sopravvivenza in uno spazio così immenso, ma allo stesso tempo così claustrofobico, tale da trasmettere allo spettatore le stesse sensazioni di angoscia vissute dai protagonisti. L’ossigeno diminuisce rapidamente, l’obiettivo è quello di raggiungere un’altra base per tentare un ritorno sulla terra, ma solamente Ryan si ritroverà nelle condizioni per riuscirci. Le strade di Ryan e Matt si dividono, costringendo la dottoressa ad usare il suo istinto di sopravvivenza nella solitudine del buio sconfinato.
Gravity è un viaggio attraverso l’introspezione, le incertezze e le paure, ma anche una metafora sulla voglia di vivere e sulla forza di volontà. Ryan Stone passa dall’ essere una vittima, schiacciata dalla tacita violenza dello spazio (e del suo passato), per poi reagire, diventando così una guerriera. La speranza la guida nella strada verso la salvezza e verso un nuovo inizio.
La destrezza e la passione di Alfonso Cuaron traspariscono in una grafica esplosiva, in grado di trasportare lo spettatore nell’inospitale ma incantevole spazio; le cronache televisive e gli altri film ce l’hanno raccontato, Cuaron ci ha accompagnati attraverso.
24/30