biennale teatro 2011

 

compagnia virgilio sieni

osso

di Virgilio Sieni
 

16 ottobre h20, Fondazione Cini (Isola di San Giorgio)

 

di Anna TRIVELLATO

compagnia virgilio sieni: scheda

con Virgilio Sieni e Fosco Sieni progetto sonoro e live electronics Francesco Giomi / Francesco Canavese (Tempo Reale) luci Marco Santambrogio con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Siena – Assessorato alla Cultura, Comune di Firenze – Assessorato alla Cultura produzione Compagnia Virgilio Sieni, Tempo Reale in collaborazione con 35° Festival Internazionale Santarcangelo dei Teatri

28/30

Esistono rapporti talmente intimi da non essere facilmente capibili, la cui bellezza è troppo personale per essere intesa con precisione, senza domande e perplessità. Ogni gesto è un richiamo ad una cosa passata, avvenuta al di fuori di quello che si può guardare. Virgilio Sieni, con poche, semplici, precise mosse, danzate con uno stile del tutto proprio, richiama un rapporto profondo e straordinario con suo padre, un semplice uomo dalle umili origini, la cui pelle racconta più di mille parole. È questo, quello che colpisce in un primo momento l’occhio di uno spettatore ansioso di vedere cosa, il coreografo-ballerino, ha voluto creare assieme ad una figura anziana dai movimenti visibilmente lenti e limitati. Un rischio, se si vuole parlare di eccezionalità che la biennale dovrebbe rappresentare: cose mai viste, studi che hanno raggiunto un traguardo, inarrivabili conclusioni. Cosa ci può essere di contemporaneo in una figura che ormai ha fatto il suo corso nella storia? Di un corpo umano che è piegato sotto anni di una vita pienamente vissuta? Una domanda che forse sorge spontanea, ma che poi svanisce dopo aver visto con che amabile passione e precisione, padre e figlio, hanno voluto presentare questo loro, ultimo spettacolo. Non è nulla di estroso, niente di “troppo” particolare: una cosa del tutto semplice. È proprio questo il succo principale del loro lavoro: un continuare a copiarsi, creando rumori con le mani e con oggetti quotidiani. Due corpi che, però, attraggono in maniera differente: la velocità e dalla fluidità del figlio, contro la tenera, docile lentezza del padre. Si tratta di un’inversione di ruoli. Da piccoli ci adagiamo completamente sulle capacità dei nostri genitori, sentiamo la loro forza e ce ne serviamo da scudo. Durante lo spettacolo di OSSO però accade l’inverso: si tratta del padre che, stanco, si appoggia al figlio e gli dona  completa fiducia. Due generazioni, dalle bizzarre somiglianze fisiche e, di questi fisici sono, nel contempo, le diversità a riecheggiare. Sono due le scene che si ramificano un po’ alla volta. Gli spettatori li seguono in un percorso quasi “cerimonioso”. Alla fine, si finisce a pensare alle figure anziane che hanno fatto parte di noi, che sono state punti fermi nella nostra vita e, ci chiediamo come sarebbe se chiedessimo loro di copiarci, di ripetere semplici movimenti. Involontariamente si cercherebbe di fare qualcosa di facile e agibile e, pensandoci un po’ su, ne nascerebbe una stupenda coreografia. Le coreografie si sposano con diversi elementi geometrici:  figure, diagonali, cerchi e linee rette. Alla semplicità, fin troppo ricercata, si coagula e coesiste un’armonia dettagliata dovuta a precise richieste che fanno ai loro corpi. La figura saliente non è Sieni; ma suo padre. Del tutto inesistente la voce, se non in un momento in cui ha stonato: sarebbe stata più apprezzata una continua danza muta, piuttosto che banali parole al vento. Dettagli minimi, ma che avrebbero reso ancora più interessante lo studio dell’artista.

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biennale teatro 2011

compagnia virgilio sieni

 

10 ottobre > 16 ottobre 2011