biennale teatro 2011

 

Schaubühne Berlin

hamlet

di William Shakespeare

 

10 ottobre h21, Teatro Goldoni

 

di Anna TRIVELLATO

Schaubühne Berlin: scheda

con Urs Jucker (Claudius, fantasma), Lars Eidinger (Hamlet), Judith Rosmair (Gertrud, Ophelia), Robert Beyer (Polonius, Osric), Sebastian Schwarz (Horatio, Guildenstern), Stefan Stern (Laertes, Rosencrantz) regia Tomas Ostermeier scene Jan Pappelbaum costumi NinaWetzel musica Nils Ostendorf traduzione e drammaturgia Marius von Mayenburg video Sebastien Dupouey luci Erich Schneider produzione Schaubühne Berlin in coproduzione con Hellenic Festival Atene e Festival d'Avignon

30/lode

Una strana irrealtà. Una fossa, una tavola, pioggia, terra. Per quanto siano tutti elementi che si possono toccare, avvertire, palpare, risuona sempre, nell’aria, un’eterna irrealtà. Un momento statuario, dove nessuno osa muoversi. Un grigiore di sottofondo, una videocamera e una tenda sulla quale si riflette di tutto. Le cose più inimmaginabili: volti che sembrano maschere, manichini che si muovono, scene al rallentatore, ricordi, paure...E l’angoscia, l’ansia, la meraviglia. Poi tutto svanisce, perché entrano in campo sei attori su un palco che non c’è, dove una scena è già impostata, ma senza palco. Solo alla fine ti rendi conto che è pura "recita", teatro assoluto. Perché, se di prosa si parla, quando si parla di recitazione, se regole di spazi vuoti e comuni sono la base dell’insegnamento per questa disciplina, Thomas Ostermeier annulla tutto. Elimina ogni più tangibile finzione del teatro e inserisce un’inquietante e indescrivibile realismo. Il palco perde il suo ruolo per fare spazio ad un classico di altri tempi: una tragedia che però si trasforma in un thriller del presente. E non sono solo gli abiti mondani e quotidiani che vengono usati, che ci ricordano il nostro secolo, ma è anche, e soprattutto, l’ironia tesa come un elastico, insieme alle più improbabili paure e a incubi, che, involontariamente, ti tornano in mente e sono molto vicini a ciò che siamo noi.
"Hamlet" è ambientato in una Danimarca remota, ma anche insolitamente contemporanea. Cos'è, però, ciò che riesce ad oltrepassare quel sottile limite di “non realtà”? non solo le coreografie e le musiche, ma soprattutto la grande abilità attoriale. Lars Eidinger e i suoi compagni (alcuni dei quali, eccelsi, si sdoppiano, in questa favola, creando uno specchio vero e proprio di sembianze: Judith Rosmair, Urs Jucker, Robert Beyer) danno vita a un teatro della follia che finisce per stordire lo spettatore. Alla fine ci troviamo di fronte a un magma inestricabile di erotismo, carnalità e feticismo, che prende le redini di questo gioco (play) e diventa uno spettacolo a dir poco unico, modernissimo nella resa di un classico a cui molti attori, solo alla fine della loro carriera, riescono ad arrivare, con esiti spesso incerti, poco incisivi, banali... Il testo è fedele all'originale shakespeareano, ma abilmente adattato, dopo un sapiente taglia e cuci. Il pubblico ne è colpito e spaventato. Spaventato anche dallo stesso Amleto, che ti scruta, moribondo, e così facendo ricorda molto il Jack Torrance di Shining. La pazzia rende tutti più brutali e ossessivi. Entrambi, Jack e Amleto, devono uccidere qualcuno. Il dovere li porta a vestire panni del tutto inusuali, tanto che i poveri Guildenstern e Rosencratz, amici cari del principe di Danimarca, non sanno come agire per tentare di capire cosa stia accadenso all’amico. Abilità e naturalezza da parte di tutti è il grande segreto. In aggiunta a ciò che rende fantastico questo spettacolo, è la libertà creativa che il regista lascia agli attori. È come se il palco fosse loro e fossero loro a governarlo, sino a variarne le scene, saltare addosso al pubblico, svestirsi, toccarsi, lasciando intatto l' esito complessivo vicino alla perfezione. Se anche ci fosse stato qualche piccolo errore, nessuno se ne sarebbe accorto, tale è la naturalezza del gesto messa in mostra dagli attori. Senza ombra di dubbio da vedere una, due, tre volte e quasi sicuramente senza stancarsi.

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biennale teatro 2011

Schaubühne Berlin
 

10 ottobre > 16 ottobre 2011