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sofia coppola Somewhere Intervista |
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KINEMATRIX Questo è un altro film sulla solitudine. Quanto l'affascina questo personaggio come specchio del mondo dello spettacolo? Ha in mente la possibilità di realizzare una trilogia, in questa direzione?
SC Sicuramente ci sono ricordi che vengono evocati, riguardanti il
rapporto con mio padre. Ci sono spunti e aneddoti di quando andavo in giro
per il mondo con lui. Ad esempio la scena in cui Johnny insegna a Cloe a
giocare al Casinò, lo stesso fece mio padre con me.
Elle Fanning Abbiamo
cominciato cercando di conoscerci. Siamo usciti insieme in giro per hotel,
abbiamo scherzato e giocato fra noi per ricreare il rapporto padre-figlia.
Stephen è anche venuto a vedere una mia esibizione, perchè secondo lui
questo poteva evocare il legame fra padre e figlia. Stephen Dorff (SD) Sofia fin da subito ha voluto creare un ambiente rilassante, meraviglioso. Per questo dall'inizio abbiamo ricreato delle cene di famiglia ed esercitato i nostri ruoli anche improvvisando in questo modo. Sono andato anche a prendere Elle a scuola, che era esattamente la scuola che ho frequentato io da giovane; è stato molto strano. Mi sono preoccupato che in macchina non si sentisse l'odore di sigarette e ho sentito subito di dovermi occupare di lei come fosse mia figlia,,di guidare facendo attenzione, anche perchè i genitori si erano fidati di me, me l'avevano affidata e non c'era nessun altro con noi. Proprio per questo prima dell'inizio delle riprese ho cominciato a sentirmi nei panni di Johnny Marco.
Siamo anche andati in un
posto dove si lavora l'argilla, per realizzare cose in ceramica. E' stato
fantastico, all'inizio non sapevamo cosa fare, poi Elle ha deciso di
realizzare un portasapone, mentre io un posacenere e li abbiamo regalati a
Sofia. E' stata un'esperienza speciale, che ha creato un forte legame fra
noi.
SC Quello che volevo
mostrare è l'impatto che questo rapporto ritrovato può avere su una persona,
soprattutto su questo padre in crisi esistenziale. Volevo mostrare come
l'arrivo di un figlio riesca a cambiare la visione di un genitore. Ho avuto
un figlio prima di scrivere questa sceneggiatura e volevo proprio parlare di
quanto l'arrivo di un figlio cambi completamente la visione delle cose e
delle priorità di una persona. SD No, non ho una Ferrari, ma mi sono divertito senz'altro a guidare la macchina che Sofia ha scelto per noi. Sicuramente svolge un ruolo importante nel film: appare sia nella scena iniziale che in quella finale. Per quanto riguarda le somiglianze fra me e Johnny Marco, sì ci sono. Ho fatto l'attore per la maggior parte della mia vita, sono cresciuto con la recitazione, per cui conosco alcuni dei momenti di cambiamento e di crisi che ci sono e che sono ben rappresentati nel film. Credo che questo film mi abbia proposto il ruolo perfetto al momento giusto, forse è il ruolo più speciale che abbia mai interpretato. Elementi specifici di identificazione e somiglianza: l'isolamento e la solitudine. Come attore di cinema a volte passi quattro o cinque mesi di lavoro con una troupe, che diventa in qualche modo la tua famiglia e quando il film finisce ti senti solo, hai perso la tua famiglia. Alla fine delle riprese ho avuto un momento di depressione, mi sono sentito perso. L'attore lavora finchè è nel il film,sul set, ma quando finisce deve aspettare un altro ingaggio, non va in ufficio come le altre persone. Per cui a volte me ne sto seduto a casa, in albergo, come il mio personaggio, a chiedermi cosa fare: suonare la chitarra, giocare a tennis e poi? Per cui non ho niente altro da fare finchè qualcuno non mi chiama per lavorare. E per questo ho potuto attingere a emozioni che ho provato spesso. L'ho detto a Sofia: spero che faremo un altro film insieme, ma la prossima volta ti prego, fallo un po' più lungo così mi sentirò meno solo.
C'è una frase nel film: "Datti al volontariato!".
è possibile che un attore non
faccia nulla, se non ha figli, o non abbia nulla da fare quando non lavora?
SD Sì, non vedo l'ora
di avere la mia famiglia, dei figli. Per ora non ce l'ho. Ho due sorellastre
e ho attinto dal rapporto che ho con loro per creare il mio rapporto con
Elle, in particolare con la mia sorella minore, che è un po' più giovane di
Elle. Per quanto riguarda la solitudine certo, con una famiglia la mia vita
sarebbe meno vuota. Spero di crearla prima o poi, perchè no.
SC Volevo che la
storia fosse vissuta dal punto di vista del protagonista, per cui l'ambiente
doveva dare la sensazione di isolamento che lui in questo momento prova; ma
è anche vero che a volte, quando si gira in macchina, Los Angeles dà la
sensazione di essere una città dura, un po' spigolosa e volevo che questo
trasparisse nel film, che trasmette questa esperienza.
SC Oggi è un momento
molto duro per coloro che vogliono realizzare dei film diversi da quelli
blockbuster. Mi sento molto fortunata perchè ho avuto modo di avere rapporti
con società, come la Medusa, che mi hanno consentito di realizzare questa
pellicola.
SC Io amo la cultura
italiana e ciò invece fa parte proprio della cultura del cinema. C'è
l'abitudine che le stars vengano scortate dalla polizia. Non è un giudizio
specifico sull'Italia.
SC La storia è
incentrata su Johnny, poi ad un certo punto arriva il personaggio di Cloe e
si instaura questo legame fra padre e figlia, ma quello che volevo mostrare
era anche l'effetto che hanno i genitori sulla vita della ragazzina. I
genitori sono abbastanza presi da se stessi e questo influenza Cloe, volevo
che il padre si rendesse conto di quale effetto la sua vita stesse avendo su
Cloe.
EF La sensazione è
che Cloe sia a metà fra i due genitori, va avanti e indietro fra le due case
e ad un certo punto si trova a metà, lei non si schiera perchè vuole bene ad
entrambi, resta nel mezzo e per questo si sente sola.
SC Mi fa piacere
sentirlo.
SC Volevo mostrare il
momento in cui Johnny prende coscienza dell'esistenza di lei ,che oltretutto
sta diventando donna. Volevo che lui si rendesse conto anche di questo e
della grazia con cui lei danza, contrapposta a quella delle due
spogliarelliste .Ho fatto affidamento sui miei attori, che hanno fatto un
grandissimo lavoro ed oltretutto Elle non sapeva pattinare sul ghiaccio ed
ha imparato a farlo per il film.
EF Non avevo mai
pattinato sul ghiaccio prima ed è stata un'esperienza particolare. Andavo a
pattinare tutte le mattine e poi il pomeriggio dopo la scuola, avevo due
insegnanti che mi hanno insegnato da zero perchè non sapevo assolutamente
pattinare. E' vero che ho studiato danza classica e questo mi ha aiutato per
l'equilibrio sui pattini e tra l'altro la coreografia l'ho imparata tutta in
tre mesi, per cui quando ho girato la scena ero eccitata ed entusiasta e
alla fine mi sono sentita realizzata quando ce l'ho fatta.
SD Ricordo che io non
sapevo nulla, sapevo solo che Elle stava mettendo tutta se stessa in questa
preparazione, che si svegliava la mattina prestissimo per imparare a fare
questa scena; però non avevo visto le prove, per cui quando sono arrivato ho
semplicemente visto quello che stava succedendo. Ricordo le sensazioni che
ho provato e mi sono detto che non avrei dovuto fare nulla, solo guardare
quella ragazza incredibile che dava questa prova di sé con grazia ed
eleganza. Si vede infatti che sono lì a giocherellare con il mio blackberry
e si capisce che non ho nemmeno mai saputo che mia figlia pattinasse, per
cui la mia reazione è stata semplicemente naturale.
SC La musica per me è
sicuramente importante. Mi diverto a scegliere la colonna sonora anche
perchè, secondo me, aggiunge moltissimo alle atmosfere, ma non ho in
programma di dirigere un musical, però non si può mai sapere. Dirigere la
scena di danza comunque è stato molto divertente.
SC Penso che i media
possano aiutare un piccolo film a raggiungere un pubblico molto più ampio.
SC Ascolto molta
musica mentre scrivo le sceneggiature, per cui a volte ho già in mente delle
canzoni, come mi è capitato per la scena delle due spogliarelliste e di
quella sul ghiaccio. Mi interessa la musica al di là dei testi, per dare il
giusto tono e il mood adatto alla scena. Le musiche sono scelte in una fase
abbastanza iniziale della realizzazione del film.
Francis Ford Coppola appare come produttore esecutivo del film
e di recente ha ricevuto l'Oscar per la carriera da produttore, che consigli
le ha dato come produttore?
SC Mio padre è molto
felice ed onorato di avere ricevuto l'Oscar per la carriera di produttore, è
un altro aspetto del suo lavoro ed è un modo di mostrare film diversi da
quelli che lui ha fatto come regista. Per quanto riguarda i consigli, lui ha
sempre incoraggiato sia me che mio fratello e ci ha spinti a fare i nostri
film, magari piccoli e molto personali. Ci ha sempre incoraggiato a lavorare
in maniera indipendente per poter essere pienamente liberi dal punto di
vista creativo.
SC Stavo realizzando
uno spot pubblicitario per un profumo e lei ha mandato una specie di
provino. L'ho trovata affascinante, mi è piaciuta la sua personalità. Per
cui ho pensato a lei per quel personaggio.
SC Cerco di fare le
cose che mi piacciono e mi auguro che ci siano persone che la pensino come
me e a cui piaccia il film.
SC
è stata un'idea di uno dei
produttori, che l'ha proposta. Ci siamo incontrate e abbiamo subito legato.
Abbiamo visto anche altre giovani attrici, ma Elle è sempre stata presente
nella nostra mente fin dall'inizio, inoltre si combinava perfettamente con
Stephen Dorff, dato che quasi si somigliano.
SC La scena finale è
un inizio. Johnny lascia la Ferrari alle spalle ossia la vita precedente e
ricomincia da capo. Almeno per me è così.
SD
è un nuovo inizio. Ho sempre
pensato che se andassimo oltre vedremmo Johnny Marco andare, con molti
giorni di anticipo, a riprendere la figlia al campo estivo. SC Ho vissuto molto negli hotel seguendo mio padre ed ho sempre pensato che fosse un mondo a sé. Mi ha molto colpita e affascinata e ho pensato che questo mondo fosse adatto ad un personaggio in transizione.
11:09:2010 |
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