LØNSJ

(COLD LUNCH)

di  Eva Sørhaug

Norvegia, 85‘

 

SETTIMANA DELLA CRITICA

 

di Federica PALMISANO

 

28/30

 

“Pranzo freddo” è letteralmente la traduzione del titolo di questo lungometraggio norvege che apre la Settimana della Critica 2008 alla 65° Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. E molto freddi, senza fiducia e quasi senza dignità sono i protagonisti delle storie raccontate dalla regista Eva Sørhaug. In un quartiere residenziale di Oslo un gruppo di persone vive la propria giornata, scandita da inquietudini e solitudini esistenziali. Il giovane Christer, preoccupato dalla sua situazione economica, provoca un incidente elettrico che innesca a sua volta una serie di nuovi problemi; Leni, rimasta senza casa dopo la morte del padre, trova, in modo del tutto anomalo, lavoro in un elegante posto di ristoro; Heidi è una giovane madre distratta che vive un rapporto sentimentale tormentato e a tratti violenti. Su tutti incombono gli uccelli, non rappresentati in modo così minaccioso dai tempi di Hitchcock. Con sfondo le vie di una Oslo sempre deserta, anche i personaggi rappresentati dalla Sørhaug risultano vuoti dentro con poca fiducia in se stessi e nel mondo, con nessuna traccia di dignità e di rispetto verso se stessi e il mondo che li circonda. Sono dei ritratti alquanto surreali e, per certi versi, anche a dir poco assurdi che quasi vogliono rafforzare quel giudizio a volte negativo che noi “europei del sud” abbiamo nei confronti degli inquilini del piano superiore: efficaci, efficienti lavoratori si, ma soggetti molto tristi e quasi inumani. Con Cold Lunch la Sørhaug riesce a trattare temi ed esperienze infelici con una particolare ironia e un tagliente sarcasmo: delle tre storie di vita raccontate quella che inizialmente sembra assurda, inconcepibile, antiumana, alla fine si rivelerà essere l’unica storia di vita che vale veramente la pena di raccontare e Leni è la perfetta candidata alla guida della riconquista della dignità umana. Applausi meritati.
 

29:08:2008

LØNSJ

(COLD LUNCH)

di  Eva Sørhaug

SETTIMANA DELLA CRITICA