ČURVARI NOČI

(NIGHTGUARDS)

di  Namik Kabil
Bosnia Erzegovina, 87'
 

SETTIMANA DELLA CRITICA

 

di Valentina VELLUCCI

 

22/30

 

Il tentativo di Namik Kabil è senz’altro audace: esplorare uno spaccato sociale che viene spesso trascurato, come quello che riguarda la vita dei metronotte, e renderlo interessante senza eccedere nel pathos né tentando di rendere queste persone speciali eroi che lottano, notte dopo notte, contro i demoni dell’oscurità e la malavita. I Nightguards di Kabil lottano semplicemente contro i problemi della vita diurna, su cui nemmeno possono dormire. Possono solo accontentarsi di una veglia ogni tanto fra un lavandino, un water e una specchiera del deposito cui fanno la guardia. Il tentativo non è pienamente riuscito perché il film risulta a tratti immotivatamente lento. Eppure nella pellicola di Namik Kabil c’è qualcosa di squisitamente umano: le storie raccontate sono incredibilmente conformi alla natura umana e sottilmente dolorose. La rielaborazione dei ricordi di guerra si fonde con le frustrazioni quotidiane dei metronotte bosniaci. La guerra da cui sono usciti è stata geograficamente così vicina a noi, tuttavia i suoi orrori sono passati sotto silenzio, ovattati dall’ iperflusso comunicativo che giorno dopo giorno ci informa senza formarci. La fissazione di uno dei personaggi per i cellulari, l’ossessione della dieta per l’altro, i malori della compagna: indicano un malessere di fondo per i metronotte di Kabil. Le loro diurne insoddisfazioni diventano piccole nevrosi nelle ore notturne, la cui unica rielaborazione possibile nella nostra epoca, è quella apparentemente più superficiale: la fissazione per ciò che appare. Cellulare e diete sono in realtà solo moderne scuse per evadere dal senso di inadeguatezza nel superamento del passato in vista di una quotidianità migliore.
 

01:09:2008

ČURVARI NOČI

(NIGHTGUARDS)

di  Namik Kabil
SETTIMANA DELLA CRITICA