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ČURVARI NOČI (NIGHTGUARDS)
di
Namik Kabil SETTIMANA DELLA CRITICA |
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22/30
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Il tentativo di Namik Kabil è senz’altro audace:
esplorare uno spaccato sociale che viene spesso trascurato, come quello che
riguarda la vita dei metronotte, e renderlo interessante senza eccedere nel
pathos né tentando di rendere queste persone speciali eroi che lottano,
notte dopo notte, contro i demoni dell’oscurità e la malavita. I Nightguards
di Kabil lottano semplicemente contro i problemi della vita diurna, su cui
nemmeno possono dormire. Possono solo accontentarsi di una veglia ogni tanto
fra un lavandino, un water e una specchiera del deposito cui fanno la
guardia. Il tentativo non è pienamente riuscito perché il film risulta a
tratti immotivatamente lento. Eppure nella pellicola di Namik Kabil c’è
qualcosa di squisitamente umano: le storie raccontate sono incredibilmente
conformi alla natura umana e sottilmente dolorose. La rielaborazione dei
ricordi di guerra si fonde con le frustrazioni quotidiane dei metronotte
bosniaci. La guerra da cui sono usciti è stata geograficamente così vicina a
noi, tuttavia i suoi orrori sono passati sotto silenzio, ovattati dall’
iperflusso comunicativo che giorno dopo giorno ci informa senza formarci. La
fissazione di uno dei personaggi per i cellulari, l’ossessione della dieta
per l’altro, i malori della compagna: indicano un malessere di fondo per i
metronotte di Kabil. Le loro diurne insoddisfazioni diventano piccole
nevrosi nelle ore notturne, la cui unica rielaborazione possibile nella
nostra epoca, è quella apparentemente più superficiale: la fissazione per
ciò che appare. Cellulare e diete sono in realtà solo moderne scuse per
evadere dal senso di inadeguatezza nel superamento del passato in vista di
una quotidianità migliore. 01:09:2008 |
ČURVARI NOČI (NIGHTGUARDS)
di
Namik Kabil |
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