KABUL KID

di Barmak Akram

Francia/Afghanistan, 94'

 

SETTIMANA DELLA CRITICA

 

di Federica PALMISANO

 

28/30

 

Una dolce “favola” durante la 23° Settimana della Critica a Venezia. è Kabul Kid di Barmak Akram ambientato nella Kabul di oggi ancora in difficoltà dopo il conflitto. La Kabul di oggi dove tante donne girano ancora coperte dal burqua; dove esiste il coprifuoco e dove praticamente nulla è cambiato dopo il conflitto americano.
In una normalissima giornata di lavoro, un tassista fa salire sul suo mezzo una giovane donna in burqua con in braccio un bambino. A metà della corsa, la donna chiede di scendere dal taxi. Caricato un altro passegero il tassista si rende conto che il piccolo è, però, rimasto sul suo taxi. Inizia così un incredibile corsa alla ricerca della mamma del bambino che si concluderà solo grazie all’aiuto di una ONG presente sul territorio.
Kabul Kid è una dolce storia che si fa largo in una terra martoriata dalla guerra, dalla sofferenza evidenziandone, però, la generosità e l’umanità che troppo spesso sono negate alla popolazione afghana. è un film ben riuscito soprattutto perché prodotto a basso costo e con non attori presi dalla strada: il tassista è veramente un tassista di Kabul, ma davanti alla cinepresa non ha nulla da invidare ai tanti attori emergenti apparsi nei film qui in proiezione. In Kabul Kid si colgono tutte le difficoltà affrontabili in una società ancora molto autoritaria, ma un po’ più tollerabile dopo il governo dei talebani, e le fatiche che questi uomini devono affrontare tutti i giorni all’interno di una società che fa tremendamente fatica a ricomporsi. E da qui emerge la figura positiva di questo apparentemente burbero tassista, la cui umanità e altruismo produce uno sguardo nuovo sul popolo afghano e soprattutto lo rende molto simile ai personaggi che hanno animato i nostri film nel secondo dopoguerra. E la lacrima finale di commozione rende meno finzionale la messa in scena.
 

03:09:2008

KABUL KID

di Barmak Akram

SETTIMANA DELLA CRITICA