jay

di Francis Xavier Pasion

Filippine, 96‘

 

VENEZIA 65. ORIZZONTI

 

di Federica PALMISANO

 

27/30

 

Quanto la televisione riesce a manipolare la nostra vita? Per Francis Xavier Pasion fino  di spettacolarizzare il dolore di una famiglia, ma anche di una comunità intera, per la perdita del figlio/fratello/insegnante.

JAY, presentato nella sezione Orizzonti della 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, è una delle prime sorprese della manifestazione. Il regista è Francis Xavier Pasion, giovane filippino esordiente, che mette in scena un servizio televisivo di "real drama" contenuto in un altrettanto sconvolgente programma televiso dal nome macabro “I cari estinti”.

E Jay è anche il nome di entrambi i protagonisti del film:  il primo, produttore televisivo, sta girando un documentario che ha come soggetto principale l’omicidio del secondo Jay, insegnate omosessuale proveniente da una piccola comunità di Manila. Obiettivo del primo Jay è avere l’esclusiva televisiva dell’omicidio del giovane insegnante per puri e semplici motivi economici. Ma  il cinismo espresso dal giornalista sembrerebbe appiannarsi durante il chiarimento dei fatti dell’omicidio, ma come la televisione insegna, tutto è una grande e sbalorditiva fiction.

Il film è ben costruito e interessante è anche l’utilizzo di una doppia macchina da presa: una è la macchina da presa della troupe televisiva; la seconda è  una telecamera fissa, sgaurdo dello spettattore che al termine della proiezione rivela l’ennesima situazione finzionale, una sorta di “fiction nella fiction”. 

JAY, inoltre,  è un film estremamente duro, cinico e in alcuni momenti anche perverso, ma proprio per questo fortemente espressivo e didattico. Per un’apparizione sul piccolo schermo siamo davvero disposti a pubblicizzare i momenti di sofferenza che un evento come la morte crea?

La riflessione è inevitabile.

 

29:08:2008

jay

di Francis Xavier Pasion

VENEZIA 65. ORIZZONTI