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POKRAJINA ST.2 (LANDSCAPE NO.2) di Vinko Moderndor
Slovenia/Serbia, 90' GIORNATE DEGLI AUTORI |
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19/30
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Mai visto un uso così smaccato di figure retoriche e topoi narrativi privi di qualunque capacità di nascondere la trama del pensiero. Tagliato con l’accetta ben nota a certe componenti del popolo slavo, perlomeno in tempi di conflittualità etnica, questo incredibile pout-pourri di horror urbano e boschivo (The Descent?, ma sì, perché no…), indagine e ricostruzione storiche, superficiale sorvolo di dinamiche di coppia, è il film più sfacciato che si sia visto da anni alla Mostra del Cinema. Non che abbia il coraggio di osare nella ricerca o sperimentazione, ma certo urla come un manifesto confuso e ambiguo tutto il pacchiano armamentario di simboli e controsimboli che hanno segnato la storia della Slovenia, delle foibe, delle vendette e delle contro vendette tra comunisti e minoranze nazi-fasciste appoggiate dalla Chiesa. Tra ralenti pseudo evocativi e accelerazioni da Splat Pack, inserti darioargentiani e fissità sovietica, LANDSCAPE 2 insegue con imbarazzante ambiguità lo scopo di raccontare il concetto di tradimento all-around. I nazi-fasci gettati nelle foibe (appunto, traditori-generazione 1), sembra che se la siano ampiamente meritata, quella fine, a giudicare dal film e dal punto di vista fatto proprio dal regista; ma anche il ragazzotto che insegue la sessualità casereccia dell’amante perdendosi in un abisso in cui trascina di tutto (sodali, amici, fidanzate buone e fesse, anche se un po’ troppo loquaci) è meritevole di punizione. Lui è il traditore-generazione 2 (o 3, a giudicare dall’anagrafe). Il regista letteralmente taglia (e non cuce) usando la cinepresa come un coltello da macellaio, azzerando mezze misure e delineando i personaggi come epitomi di ogni contrapposta matrice etica. Buonissimi e cattivissimi - raccomandiamo il killer con la faccia da killer - si scannano in un cupio dissolvi dove la Storia non insegna un bel niente. Le stesse cose ritornano, tanto per metterci anche Musil, e l’orrore farà capolino sempre, da quelle parti. Innumerevoli le scene dimenticabili e folli: l’assassinio di “Magda-parlo-troppo”, la corsa finale nel bosco tra i ceri accesi, l’autopunizione del killer che s’infoiba pure lui, gli ammiccamenti dell’amico gay, il sesso al supermercato, il piano ravvicinato di auto-Clio e tv-Pioneer iper simboli del benessere occidentale che tutto corrode e corrompe… Un divertente mezzo disastro di didascalismo allo stato puro.
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POKRAJINA ST.2 (LANDSCAPE NO.2) di Vinko Moderndor GIORNATE DEGLI AUTORI |
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