|
PUCCINI E LA FANCIULLA di Paolo Benvenuti Italia, 84'
VENEZIA 65. FUORI CONCORSO |
|
![]() |
30/30
|
Mentre Puccini componeva "La fanciulla del West", a Torre del Lago, a quanto pare non disdegnava compagnie femminile di varia specie (venendo fra l'altro tradito a sua volta), oltre che a incursioni "sanguigne" nel mondo dei bassifondi rurali. Tali licenze amorose, in realtà, anche visto il contesto storico (siamo nei primi anni del novecento) non era troppo manifestabile allo scoperto. La povera e innocente serva Doria ne fa le spese, lungo contorte spire evenemenziali che non si possono non definire melodrammatiche.
Perché, comunque lo si
voglia prendere, questo è un melodramma, e anche un gran melodramma. Non
solo Puccini ne è maestro (del melodramma) ma se lo ritrova tutt'intorno a
lui, in un ambiente visivo cui Puccini concede una straordinaria, mozzafiato
cura architettonico-pittorica. Del melodramma abbiamo davvero pressoché
tutti i crismi. Abbiamo la fanciulla pura vittima del lussurioso di turno,
abbiamo la vecchia strega viziosa e complottista, abbiamo i picchi
drammatici molteplici anziché livellati unitariamente in direzione del
crinale risoluzione/catarsi come nella tragedia, abbiamo il ruolo simbolico
del paesaggio e degli spazi, abbiamo il conflitto irresolubile tra le classi
socioeconomiche, abbiamo l'impossibilità fatale di esprimere conflitti
relegati inesorabilmente al rimosso, al non detto. Quanto al non detto,
questo è letterale: i dialoghi sono pressoché inesistenti o non udibili
(perché coperti dagli stantuffi di una fabbrica o da una finestra o sono
troppo lontani o altro); al loro posto, presenza massiccia (naturalmente)
della musica. Non i dialoghi, o le telefonate di sceneggiatura si fanno
carico della questione, 01:09:2008 |
PUCCINI E LA FANCIULLA di Paolo Benvenuti VENEZIA 65. FUORI CONCORSO |
|