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Vegas: Based on a True Story di Amir Naderi Stati Uniti, 102'
VENEZIA 65. IN CONCORSO |
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30/e lode
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Una famiglia che vive ai
margini perifierici e desertici di Las Vegas, lui dipendente dal gioco, lei
riuscita efficacemente a smettere attaccandosi per sostituzione alla cura
affettuosa dell'orticello coi pomodori. Un giorno, ricevono la visita di un
militare che vuole comprargli la povera ma onesta casupola prefabbricata (un
tempo, dice, appartenuta a sua madre) a un prezzo a dir poco esorbitante. La
madre, radicata al territorio si oppone. Allora il militare si rivela per
quel che è: un avventuriero che cerca sotto casa sua un tesoro nascosto, che
secondo fonti certe starebbe proprio lì. La madre continua a opporsi. Poi
però è lei stessa a trovare nel giardino un indizio che potrebbe, forse,
dare ragione allo sconosciuto. È l'inizio della lucidissima follia che
trascinerà la famiglia intera in una quieta e quadrata catastrofe. Un nomade autentico, insomma. Né sedentario, né perennemente in viaggio, ma un po' l'uno e un po' l'altro. Incollocabile, come incollocabile è sempre stato l'immenso Amir Naderi. Che infatti firma con questo VEGAS la sintesi dei suoi due periodi in cui la sua filmografia (sempre inconfondibilmente segnata dall'ossessione) è divisa: l'uno iraniano (i suoi esordi) dominato dalla pulizia delle traiettorie nel deserto, l'altro americano (dagli anni 90 in poi) dominato dagli incroci infernali dei mille vettori che attraversano la metropoli. Qui abbiamo un'isola di pace, un "fortino" quasi, in un'interzona che non è né la Las Vegas delle mille luci (in cui non si entra mai, ma viene solo rimirata da lontano) né il deserto selvaggio. E quest'isola di pace viene sventrata attimo dopo attimo, in maniera tanto tranquilla e distaccata quanto implacabile ed inesorabile, dall'ossessione.
Un'ossessione (il denaro)
che con estrema leggibilità e immediatezza permette al discorso di
allargarsi a una fulminante parabola sull'America intera: un'utopia
schiettamente territoriale (il fazzoletto di terra su cui crescere una
famiglia, fortino western prima, villetta suburbana poi) che viene
polverizzata precisamente da ciò che ne ha reso possibile l'insediamento,
cioè il capitalismo, implacabile macchina che fagocita tutto e tutti nel
vortice, autoalimentantesi e impossibile da soddisfare stabilmente, del
circolo produzione/consumo. Fino appunto (la beffa del reality) al nostro
postcapitalismo, con la speculazione virtuale (borsistica) su un capitale
ormai completamente immateriale e autoreferenziale (nel film, le scommesse
su fino a che punto la gente arriva per scommessa). 04:09:2008 |
Vegas: Based on a True Story di Amir Naderi VENEZIA 65. IN CONCORSO |
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