la biennale di venezia 2008
Biennale Musica 52.

SCHOENBERG/EISLER/DESSAU/KOURLIANDSKI

Venerdì 12 Ottobre, Teatro alle Tese

 

di  bored-byron

Collegamenti rapidi:

 

- Schoenberg/ Eisler / Dessau / Kourliandski

L'esclusivo rapporto che ha legato musica e cinema fin dalla sua nascita, è stato il tema proposto da Piergiorgio Bernascioni (attivissimo promotore e interprete di musica contemporanea, fra le molteplici attività è anche responsabile del repertorio contemporaneo per l'orchestra sinfonica "Arturo Toscanini dell'Emilia Romagna, nonchè responsabile artistico della rassegna "Novecento e Presente", di sua ideazione, presso il conservatorio della Svizzera italiana) e dall'ensemble da camera dell'Accademia teatro alla Scala (formato da 15 giovani musicisti, preparati dalle Prime Parti dell'Orchestra del teatro alla Scala e da noti direttori ), specializzato nel repertorio del XX secolo.

Ma a una lettura più attenta il programma offriva spunti di riflessione di portata assai più estesa del solo intreccio musica-cinema. Si è trattato invero di un viaggio offerto a bordo dello "Weimer Zeppelin" (dotato anche di cinema), trascinati sospesi sulla rotta Vienna-Berlino-Nuova York, sospinti fino a un fatale schianto sul muro di Berlino, e infine bruscamente trasbordati su di un roboante "Tupolev 154" diretto a Mosca.

Entrando in sala si notava penzolare, sul proscenio, uno schermo quadrato di plastica, color bianco, rintracciato forse fra le scenografie abbandonate del "progetto nettuno", storica trasmissione di didattica del dipartimento "scuola-educazione" per vecchi nottambuli della televisione generalista. Si sarebbe presto inteso che serviva per proiettarvi i filmati che accompagnavano la musica.

Unico appunto di una serata per il resto eccellente. In un festival di musica contemporanea, in cui protagonista non è solo il suono ma anche il gesto che lo

produce, l'immagine dovrebbe stare sullo sfondo, esserne accompagnamento, "colonna visuale" e non viceversa. A conferma di questo sentire le prime note

della: Musica di accompagnamento per una scena cinematografica op. 34 di Arnold Schoenberg (trascrizione per orchestra da camera di Johannes Schollhorn). Una partitura ricchissima, in cui la bellezza della gestualità che la diffonde, è insieme specchio e martello. Travolgente come bufera che funesta, di notte, spalanca le finestre di un vetusto castello arroccato su di una cima affacciata sulla Foresta Nera. Lirismi stranianti (echi residui della "Verklarte nacht"?), geometrie mordaci.

Eppure, come appare "storicizzata" questa musica oggi, tasto rewind tenuto premuto su un magnetofono che scorre veloce il Novecento.

Rimane il paradosso di compositori la cui musica, fra le persone comuni, viene ancora considerata qualcosa di più intricato e intimidatorio di un acceleratore di particelle nucleari. La nostra cultura generale, e musicale in particolare, si estinguerà esangue a ritmo di bolero, sussurrando "mi piace Chopin" attorno a un gazebo, mentre, in lontananza, si udirà la "marcia funebre" di Richard Klidermann.

Merita una menzione particolare l'ottimo video "Un'altra città" di Carlo Ippolito (con l'autore presente in sala), che ha reso pienamente il clima emotivo di quel periodo, previsto dal mancato film originario, tradotto da Schoenberg in tre momenti: Drohende Gefahr (pericolo incombente); Angst (angoscia); Katastrophe (catastrofe). Con un succedersi serrato di animazioni e immagini, il filmato restituisce con lucida schiettezza (Grotz, Dix), la torbida atmosfera sociale e politica della Germania anni '30; autentico manifesto "postumo" dell'espressionismo.

Hans Eisler è noto sopratutto per il sodalizio con Bertold Brecht e l'impegno politico, pedagogico e talvolta propagandistico delle sue opere. Ma in gioventù, allievo di Schoenberg, fu il primo fra i suoi discepoli a comporre con la tecnica dodecafonica. Ma presto, stabilitosi a Berlino, membro del partito comunista, si orienta sempre più verso uno stile popolare, influenzato daljazz e  dal cabaret. Proprio in quegli anni le prime collaborazioni con Brecht, che sarebbero proseguite a lungo anche dopo la fuga dal nazismo verso gli Stati Uniti nel '33. Fra le molte colonne sonore che scrisse per Hollywood, "Hangmen also die!" (scritto da Brecht e diretto da Fritz lang )e "None but the lonely heart" furono nominate per il premio Oscar.

Sarà interessante ricordare che nel '47 scrisse, assieme a Theodor Adorno, il libro "Composing for Films": è in questo periodo che si riavvicinerà nuovamente alla musica seriale abbandonata fin dagli anni berlinesi.

La Suite n. 2 op. 24 (trascrizione per piccolo complesso di Steffen Schleiemacher ):Vorspiel; Capriccio uber judische volkslieder; Andante; Marschtempo fu scritta per la colonna sonora di "Niemandsland", diretto da Victor Trivas nel '31, film di guerra caratterizzato da un tenace messaggio antimilitarista. Musica colma di un'ampia gamma di timbri e colori, che trascina l'ascoltatore verso potenti suggestioni. In particolare "Marschtempo" sembra rivangare, in scala più piccola, la celebre cadenza della sinfonia n.7 "Leningrado" di Shostakovich. E nel suo incedere incalzante, quasi ci sprona ad afferrare un drappo rosso, infilzarlo sulla baionetta arrugginita di un vecchio fucile dell'armata rossa, e marciare, nel gelido inverno ucraino, sul duro ghiaccio del Don, incontro alla croce uncinata.

Additato come il"Karl Marx" della musica (compose anche la "Marcia del COMINTERN ), e accusato di essere il capo delle spie sovietiche in America, nonostante il supporto di grandi nomi fra i quali Chaplin, Stravinskij e Bernstein, nel '48 viene deportato. Tornato a Berlino Est (compose fra l'altro l'inno nazionale della Repubblica Democratica Tedesca), i suoi ultimi anni furono molto travagliati, accuendosi sempre più le divergenze con le autorità della DDR.

Nel 1928 Paul Dessau firma le sue prime colonne sonore per il cinema, fra cui le "Alice comedies" di Walt Disney (Alice in the wooly west; Alice and the firefighter; Alice helps the romance ), capolavori del cinema muto di animazione con la piccola protagonista in carne ed ossa interpretata da Margie Gay. In compagnia di stravaganti gatti neri e di un cavallo "smontabile", Alice si cimenta in improbabili salvataggi di buffi animali da un edificio in fiamme, rocamboleschi inseguimenti e furibonde sparatorie nel selvaggio West.

La sincronia della musica col ritmo vertiginoso delle immagini offre al pubblico un doppio spettacolo; un "dietro alle quinte" di come funziona una colonna sonora. Qui l'orchestra sembra quasi rincorrerle le immagini, come cow-boys al galoppo all'inseguimento degli indiani (o viceversa).

La partitura è intrisa dei colori più sgargianti, con molteplici richiami alle sonorità del jazz; ma c'è anche il gusto per la costruzione geometrica (più tardi Dessau si sarebbe avvicinato a Schnittke, Werner Henze, Nono ) e accenni di "musica concreta" ad evocare fischi, sirene, boati e altri rumori.

Il giovane compositore Dmitri Kourliandski ( Mosca '76 ), è anche il fondatore della "tribuna sovremennoi muzyki" ( tribuna della musica contemporanea, il primo giornale russi che tratta specificamente questo argomento.

Egli definisce la sua ricerca creativa come "musica oggettiva" (gli psicanalisti direbbero oggettuale?). "Amo la scultura cinetica, e concepisco la musica come un oggetto, un fenomeno visuale, in opposizione alla concezione romantica - ma anche contemporanea - caratterizzata dall'evoluzione della musica nel tempo. Nella mia musica non vi è evoluzione, non vi è azione".

Negative modulations per piccola orchestra e nastro ( 2006, prima esecuzione italiana ), sembra un meccanismo in cui premendo un pulsante è possibile svelarne gli ingranaggi, come la scultura mobile di una "Kunstkamera".

L'orchestra riesce a riprodurre delle vere e proprie fenomenologie sonore che fanno venire in mente la "musique concrète" di Pierre Schaeffer o le invenzioni di Theremin ( Stravinskij diceva che il più bell'esempio di musica concreta erano i telefoni che squillavano nei centralini di Leningrado ).

Fra le invenzioni più bizzarre, un corno collegato a un secchio pieno d'acqua attraverso un tubo di gomma.

A tratti l'orchestra si arresta, per lasciare spazio agli speakers che diffondono una specie di sparatoria elettronica fra videogames impazziti di una sala giochi della costiera romagnola, e un'orda di tartari a cavallo.

Un'intrusione forse un pò capziosa, poichè i suoni-oggetto generati dall'orchestra erano assai più intriganti di qualsiasi nastro magnetico ascoltato in playback.

Ad accompagnare "negative modulations", un video multimediale di Olga Kumeger (nota anche per le sue partecipazioni a eventi di "poesia elettronica"), in cui un oggetto digitale non meglio identificato, ma che ricorda la piccola astronave contrabbandiera che pilotava Harrison Ford nel primo "guerre stellari", pare voler tritare il cosmo, similmente alla macchina tritacarne del videoclip di animazione di "the wall" dei Pink Floyd. Stravagante installazione cinetica che potrebbe senz'altro suscitare un certo interesse se collocata al piano terra del padiglione russo ai giardini della Biennale.

Unanime l'apprezzamento per il compositore moscovita ( presente in sala ), il direttore Bernardo Bernascioni e i giovani e brillanti musicisti dell'ensemble.

 

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