la biennale di venezia 2008
Biennale Musica 52.

Petraskevics/Maderna/Ambrosini/Grisey

Venedì 10 Ottobre, Teatro Piccolo Arsenale

 

di Caterina ROSSATO

Collegamenti rapidi:

 

- Petraškevičs / Maderna / Ambrosini / Grisey

Con Flight of the arrow. Just having in sight and...far afar, Petraskevics propone una scrittura musicale introversa e minuziosa, attentissima nelle indicazioni dinamiche e gestuali, che dovranno essere interpretate dando prova di notevoli capacità tecniche ed espressive. Le prime note si librano nella sala con una delicatezza ultraterrena che ne trasforma radicalmente l’atmosfera facendo specchiare il pubblico in uno spazio sinceramente intimo. Un canto sopraffino e tagliente sembra volersi insinuare in ogni possibile moto dell’animo, coglierne ogni possibile sfumatura, passando da un pianissimo appena percepibile ad un forte penetrante, avido di scavare, di farsi strada.
La stessa sensibilità per la gradazione sonora è evidente con Il suono e il suo doppio, di Claudio Ambrosini che richiede all’esecutore prodezze virtuosistiche dal sapore tutt’altro che d’altri tempi: ricordano i ritmi frenetici del quotidiano, ma anche gli scorci poetici che è possibile intravedere in questa realtà, quando ci si ferma, si affina lo sguardo, si tendono le orecchie.
Con Serenata per un satellite, opera di Bruno Maderna del 1969 che Ambrosini riadatta nel 1985 per cinque strumenti, la scrittura musicale si trasforma in un arabesco di linee sonore, timbriche e dinamiche che si intrecciano, si inseguono, si allontanano e si fondono incredibilmente tra loro. Marimba, clarinetto, oboe, flauto e violino sembrano ricalcare i suoni l’uno dell’altro, farsi da eco a vicenda, insinuarsi in contrappunto sul motivo dell’altro per poi trasformarsi in una cosa sola. La sonorità d’insieme modula come se si trattasse di uno strumento solo. Si ha l’impressione di un’opera continuamente in divenire: che si pare, si chiude e ritorna ogni volta con una sfumatura nuova.
Il secondo tempo del concerto è interamente dedicato a Vortex Temporum: brano per pianoforte e cinque strumenti di Gerard Grisey che si sviluppa intorno alla variazione temporale di una formula di arpeggio estrapolata da Daphnis et Chloé di Ravel.
Differenti flussi temporali sembrano attorcigliarsi tra loro assumendo un andamento vorticoso, fatto di rallentandi e accelerandi, che arriva a dilatare e comprimere la struttura stessa dell’opera. A questo mischiarsi di piani temporali corrisponde una corrispondenza di livelli sonori, di sfumature dinamiche che si rincorrono e si ricalcano tra loro. Al pianoforte Aldo Orvieto vola da una parte all’altra della tastiera, si alza in piedi, blocca con una mano le corde del pianoforte che corrispondono ai tasti che sta suonando con l’altra: incredibile, strepitoso.
Un brano variegato e complesso, che non manca di compattezza, né di coerenza.

 

la biennale di venezia 2008
Biennale Musica 52.

Petraskevics/Maderna/Ambrosini/Grisey

Venezia, 10 ottobre