biennale teatro 40. Festival Int. del Teatro Midrash / Hikayát Racconto sul Mediterraneo
Teatro Giovanni
Poli, martedì 03 marzo |
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ALTRO CHE TALASSOTERAPIA
Per almeno gli ultimi tre secoli, la talassoterapia, basata sull'azione curativa del clima marino, veniva consigliata a persone affette da tubercolosi e dermatiti, ma anche in certi casi di depressione e di riabilitazione post-traumatica. Oggi sarebbe da pazzi credere di poter ottenere degli effetti benefici dalle nostre acque: la diossina e i fumi di Marghera hanno raggiunto anche il palcoscenico del Teatro Giovanni Poli di Venezia il 4 marzo, intossicando gli attori che, attraverso una performance delirante, hanno contagiato disgraziatamente gli spettatori in platea. Breviario mediterraneo di Predrag Matvejevic, caso letterario singolare che trasgredisce ogni regola, fonde più generi letterari (romanzo, ma anche racconto di viaggio, trattato di filosofia, saggio filologico/geografico/storiografico),dando vita a un libro che esprime a pieno l'eterogeneità e, al tempo stesso, l'omogeneità di un territorio, della sua storia, delle civiltà che l'hanno abitato. Midrash/Hikayàt, per la regia di Salvino Raco, “dovrebbe” essere la sua trasposizione teatrale. Scenografia modesta ma potenzialmente suggestiva: un pavimento di legno inclinato, che ricorda quello di una nave, non basta a rendere il senso del movimento, degli imprevisti che si possono incontrare durante la navigazione. Sembra quasi che la nave sia all’ àncora in un laghetto artificiale (per di più inquinato), invece di imbattersi nelle onde del Mar Nostrum. In una scena statica e soporifera, su uno sgabello, siede un anziano signore che, quasi lobotomizzato, o forse in preda ad un attacco di mal di mare, ripete, senza comprensione, le parole del testo di Matvejevic. Di tanto in tanto, nel tentativo di calmare la nausea logorroica del narratore, appare qualche personaggio: un marinaio, un pescatore, una prostituta e un'asceta provano ad alleviare, a modo loro, la sofferenza di questo viaggio, ma non fanno altro che aggravare la situazione. Non vi è interazione tra gli attori e, tanto meno, tra attore e spettatore (presupposto essenziale del teatro). Un velo sottile (pietoso), su cui appaiono a intermittenza paesaggi marini anonimi che non arricchiscono in alcun modo la rappresentazione, chiude il palco e aumenta lo stato d'incomunicabilità, già ben visibile. Ne risulta una lettura a-recitativa e a-poetica che non rende affatto onore all'autore. Questi, sullo sfondo di un'immagine che ricorda lo spot pubblicitario di un noto profumo, si presenta al pubblico, afflitto e rassegnato di fronte all'annegamento della sua opera. |
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biennale teatro Midrash / Hikayát Racconto sul Mediterraneo Teatro Giovanni Poli, martedì 03 marzo
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