63ma mostra del cinema di venezia

THE U.S. vs JOHN LENNON
di David Leaf e John Scheinfeld
 

inTERVISTA A DAVID LEAF

 

di G. FRANCIONI, con la collaborazione di T.NURCHIS e F.FERRARI

INTERVISTA A DAVID LEAF
 

KMX Ci sono stati molti ospiti oggi, ed anche ieri, per la proiezione del suo film. Eravamo curiosi di sapere se ritiene che questa partecipazione sia dovuta al fatto che il film è attinente alla situazione politica contemporanea. Forse perché c’è un disagio generale tra la gente oggi ma c’è la mancanza di una figura come John Lennon, di un artista che può rappresentare i pensieri della gente. Crede ci possa essere una ragione in merito?
DL Penso che le persone che stanno applaudendo lo stiano facendo innanzitutto a John Lennon, a ciò che ha realizzato, a cosa si è opposto e cosa ancora rappresenta.
Tra i più giovani che hanno visto il film, molti mi hanno chiesto “Dov’è il nostro John Lennon?”; i più vecchi, pressappoco della mia età, hanno detto “Dov’è John Lennon ora che abbiamo bisogno di lui?”. La risposta ad entrambi i gruppi è “John è nel film”. Come dice Yoko, il suo messaggio è ancora vivo e penso che, se John Lennon fosse vivo, una delle cose che ricorderebbe è la nostra responsabilità di fare del mondo un posto migliore, ad ognuno di noi, la pace inizia con ogni persona e John era molto deciso in merito a questo punto. Dopo i Beatles il senso era di non dover aspettare che fosse il nostro leader a risolvere i nostri problemi, non dovremmo cercare degli eroi, dovremmo essere eroi noi stessi. Penso che la gente stia applaudendo John e penso anche che siano inspirati da lui, che siano colpiti dalla sua morte, sono colpiti dal suo coraggio e stanno applaudendo quasi come se sperassero che qualcuno come lui apparisse davanti ai nostri occhi. Penso che la gente stia vedendo una tremenda attinenza tra ciò che gli è successo con ciò che è successo in America cinque anni fa e cosa questo significhi per il mondo.
 

Secondo me, e probabilmente secondo molte persone, c’è stata una specie di battaglia, culturale e non solo, tra i gruppi rock e il governo degli Stati Uniti negli anni ‘60 e all’inizio degli anni ’70. Soprattutto durante la prima presidenza di Nixon, questa battaglia è stata vinta dal governo. Non so se Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison come Martin Luther King e Malcom X siano stati tutti uccisi, se ci sia stato un progetto per la loro eliminazione. Ho un’opinione personale in merito, e la tengo per me. Non voglio che mi dica il suo parere a questo riguardo, ma considerando anche il mutamento avvenuto nei testi e nella musica dello stesso Bob Dylan dopo il famoso incidente in motocicletta del 1966, che potrebbe essere stato provocato da qualcuno - e il timore di esporsi dei musicisti di oggi, di comporre, insomma, brani di protesta - ritiene che gli artisti pop rock odierni agiscano sinceramente o abbiano semplicemente paura per la loro vita se dovessero raccontare la verità sul loro paese?
Penso che gli artisti dicano le grandi verità. Michelangelo è vissuto in un periodo non tra i più pacifici, eppure si oppose al Papa. I grandi artisti non hanno paura e John Lennon era un grande artista e penso che una delle cose a cui la gente sia sensibile è che nessuno poteva dirgli cosa pensare, nessuno poteva dirgli cosa dire. Ci fu uno scontro all'interno dei Beatles, all'inizio, perché Brian Epstein voleva che Lennon agisse in un modo che avrebbe assicurato il loro successo, e penso che John, dopo i Beatles, non sentì più questa pressione esterna volta a fargli evitare di dire ciò che pensava. Gli artisti non possono parlare, per fare un'ovvia osservazione che era vera 35 anni fa ed è vera oggi, perché la più tiepida forma di dissenso porta ad una reazione fortissima, una reazione negativa e non importa quale sia la loro linea politica: c'è così tanta gente che non sarebbe d'accordo con loro che è più facile e più sicuro non dire nulla e trovare una causa generica da sostenere. Al contrario di quanto John Lennon fece, che fu così importante, che era di mettere a rischio la propria esistenza per una campagna per la pace. Non aveva niente da guadagnare mettendosi in un letto con Yoko, non aveva bisogno di alcuna attenzione, era già una delle persone più famose al mondo, non stava promovendo un nuovo album, non stava promovendo un film, stava promovendo la pace, questo è vero coraggio.

Vorrei sapere la sua opinione, se dovesse fare un paragone tra John Lennon e artisti o cantanti di oggi, su Bruce Springsteen in America o Bono Vox in Europa. Cosa ne pensa?
Credo che entrambi Bruce Springsteen e Bono si siano ispirati moltissimo a John Lennon. Credo che Bono sia un grande "uomo di stato". Amo gli U2 e ritengo ciò che Bono fa sia davvero grande: è solo diverso da quanto John Lennon fece, ma penso che Bono stia avendo un impatto incredibilmente positivo sugli eventi del mondo e uno può solo applaudirlo per questo. Ricordo di essermi trovato in un negozio di dischi, 25 anni fa, e nel negozio si ascoltava "Sunday Bloody Sunday", e di aver pensato: "Chi è questo? Dio, sono grandi" ed era la prima volta che sentivo gli U2. Adoro quello che realizzano e amo il fatto che stiano facendo seguire alle parole i fatti. Considero Bono una delle persone più importanti nel mondo oggi, e ci vuole un gran coraggio per uscire da ciò che conosci meglio. è il cantante di un gruppo rock' n roll quello che dice: "Ok, userò la mia posizione per tentare di cambiare il mondo". Secondo me la gente può criticarlo, ma non io. Penso sia meraviglioso.
Bruce Springsteen è stato un'eccezione in America per la gente media, parla davvero in favore della gente. è un eroe della classe operaia e, ironicamente, come lui ha frequentato il college, così John Lennon ha studiato in una scuola d'arte. Questa è l'atipicità della gente proveniente dalla classe operaia della loro generazione: parlano a favore della gente della classe operaia anche se non ne fanno parte. Ma penso siano voci grandi ed importanti. è facile criticare, è molto più difficile essere al loro posto e fare quello che fanno, specialmente sapendo che con i media, per come sono oggi, qualsiasi osservazione è trasmessa in tutto il mondo quasi istantaneamente e può creare un forte reazione collettiva, può scatenare un qualsiasi tipo di dibattito. Quindi ritengo sia molto più difficile essere impavidi oggi, perché gli attacchi possono venire da ogni parte.

Alcuni nomi di gruppi, di gruppi rock, che considera importanti ora? Tra la generazione più giovane, non Bruce Springsteen o Bono che sono oltre i 40, 45, alcuni dei gruppi più giovani, crede ci sia qualcuno che è politicamente impegnato?
Perché loro sono troppo vecchi per questa discussione? (ridendo)


No, vanno bene, ma alcuni almeno un po' più giovani. Cosa le piace?
Il mio artista preferito del XXI° secolo è Rufus Wainwright. Adoro Rufus Wainwright. Credo sia un grande compositore, un grande pianista e il miglior cantautore della sua generazione. I cantautori sono gli artisti che ammiro di più. In termini di artisti più giovani, non saprei... Appena diventi più vecchio è sempre più difficile innamorarsi di un gruppo, perché hai sempre meno tempo da dedicare all'ascolto della musica. Penso a quando hai 13 o 14 anni e scopri i primi gruppi, t'innamori del loro sound e li ascolti 150 volte alla settimana. Chi può trovare il tempo per farlo quando si superano i 30/35 anni? Così ci immergiamo nella musica adesso più di quanto facessimo quando eravamo più giovani. Penso comunque che Kanye West stia dicendo delle grandi cose.
La musica pop è sempre stato un bene economico di distribuzione, era stata ideata per gli adolescenti, per l'energia degli adolescenti, per l'emozione degli adolescenti, ed è quasi ingiusto aspettarsi che la gente e i gruppi pop abbiano qualcosa di importante da dire. Penso sia una di quelle cose contro cui John Lennon si oppose, Pete Townshend era un altro della stessa generazione, di certo anche Bob Dylan. C'erano moltissime persone che crebbero in quella generazione, che erano ben istruite e determinate a usare quanto sapevano e quanto vedevano come una parte della loro arte.

Nel film c'è anche un movimento pacifista, che è uno tra i più importanti e tra i più ricordati nella Storia. Ha mai avuto paura di diventare nostalgico e retorico nei confronti di questo movimento?
Spero che questo film non sia nostalgico, spero che questo film dia la sensazione che stia tutto succedendo ora anche se quanto è accaduto a John Lennon avvenne molto tempo fa. La nostalgia è positiva quando stai pensando a meravigliosi ricordi di famiglia, ma quando parliamo del 1960, furono dei momenti terribili. Gli Stati Uniti, come hai visto nel film, erano sull'orlo della guerra civile, una guerra culturale, una guerra generazionale... e così di questo non sono nostalgico, spero non passi attraverso il film. Si tratta solamente di una storia importante che avvenne e così accaddero molte brutte cose negli anni '60, così tante grandi personalità furono assassinate, Martin Luther King, Robert Kennedy, Malcom X, così tante persone persero la loro strada, così tanta gente fu privata dei propri diritti da un governo che mentiva, da una presidenza criminale. Quando penso alla nostalgia, penso a quand'ero bambino e giocavo coi miei fratelli. Non penso agli anni '60 come di qualcosa di cui essere nostalgici, li considero come qualcosa da ricordare, come diceva il grande filosofo: "Quelli che ignorano la storia sono condannati a ripeterla". Il film non è una lezione di storia, è semplicemente la grande storia di qualcosa che accadde molto tempo fa e che può dirci molto riguardo al mondo oggi..


è stata una scelta estetica quella di concludere il film con un tipo di finale ellittico riguardo alla morte di John, semplicemente parlandone ma non dicendo di più, solo concludendola così?
Il film non è una biografia, è molto incentrato sulla battaglia tra il governo degli Stati Uniti e John Lennon quando si impegnò nella campagna per la pace. Nello stesso modo sentiamo solamente alcune cose a proposito della sua infanzia, abbiamo bisogno di sapere da dove venisse per spiegare la rabbia che aveva, quel sentimento di vuoto, il sentimento di ribellione, comprendiamo da dove viene. Allo stesso modo, se avessimo finito il film quando John ottiene la sua carta verde, il pubblico avrebbe pensato "Aspetta un secondo, sappiamo cosa è successo". Ma non vogliamo soffermarci su questo, perché tutti sanno cosa avvenne, quindi passiamo davvero rapidamente attraverso quell'orribile evento in modo da avere un finale agrodolce. Ma come Yoko dice alla fine: "John forse è morto, ma il suo messaggio è ancora vivo", è messo a punto per essere un'ispirazione. Sappiamo, qualsiasi credo possiamo avere, che ci sono cose avvenute cento, se non mille anni fa, che continuano a ispirarci. Così John Lennon è scomparso solo 26 anni fa, in termini di sequenza storica, quindi è relativamente recente. Sarebbe interessante vedere, tra 50 o 100 anni a partire da ora, che cosa penserà la gente. Secondo me questo film si propone di mostrare perché John Lennon fu importante, benché fosse nei titoli, e perché, quando morì, la gente lo pianse così profondamente e lo fece perché era un eroe, perché era coraggioso e si oppose al potere.

 

Venezia, 28:10:2006

63ma mostra del cinema di venezia

THE U.S. vs JOHN LENNON
di David Leaf e John Scheinfeld