I FIGLI DI CORMAN

61.MA MOSTRA CINEMA DI VENEZIA

 
 

quentin tarantino

 

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03.09.04

 
 
Cosa ha fatto Tarantino a Solange?
di Paolo FAZZINI
Ieri alle 24 in Sala Perla, dopo giorni di attesa, Tarantino ha dato il via alla sua più volte annunciata ‘Notte’.  Si è presentato più cinetico che mai, facendo credere al pubblico che avrebbe introdotto uno dei suoi film preferiti, I padroni della città di Fernando Di Leo. Invece no! Spiazzando il pubblico, si è presentato con una sua copia personale di Che cosa avete fatto a Solange?, thriller del 1972 di Massimo Dallamano. Gli spettatori, accorsi più per assistere al tanto atteso show di Tarantino, sono rimasti perplessi e spiazzati. Naturalmente la stragrande maggioranza non sapeva neanche chi fosse Massimo Dallamano, poi quando il film è iniziato e si è scoperto che la copia era in inglese senza sottotitoli, parecchi hanno pensato bene di lasciare la sala, transitando di fronte ad un Tarantino già rapito dalle immagini del film e seduto al fianco di una sonnacchiosa Barbara Bouchet. Tarantino, prima dell’inizio del film, è saltato (incespicando) sul palco e, agitando il microfono come una rock star, ha parlato per qualche minuto della pellicola di Dallamano, presentandola come una delle sue preferite. Interessante l’intervento sulla differenza che molti dei film di genere italiani presentano in base alle distribuzioni dei diversi paesi (Italia e Stati Uniti soprattutto). In questi giorni, Tarantino sta prestando benissimo il suo volto alla promozione di questi (sommariamente definiti) B Movie nostrani; quanti, infatti, sarebbero accorsi a vedere Che cosa avete fatto a Solange? se non ci fosse stato Tarantino? Non equivochiamo! Il film di Dallamano merita senz’altro un’attenzione particolare e il regista di Kill Bill ha fatto un’ottima scelta. E’ un thriller originale, teso, con una regia attenta e molti momenti di riusciti. Uscito nel 1972, è un giallo argentiano soltanto in apparenza, e deriva invece direttamente dalla serie di pellicole che vedono ragazze collegiali assediate da un violento assassino, filone di successo soprattutto negli States. Per approfondire meglio tali tematiche sarebbe anche da andare a rivedere Nude si muore di Antonio Margheriti del 1969. Comunque Tarantino sta catalizzando su di se molta attenzione, attraendo con la propria presenza, molti spettatori. Per valutare davvero le conseguenze di questa retrospettiva sarebbe molto utile chiedere al pubblico accorso se ha gradito il film visto e, se dopo esser tornato a casa, andrà mai a cercare e gustare le altre opere di Antonio Margheriti, per esempio, o di Massimo Dallamano. Sono convinto che a Tarantino piacerebbe sapere che, al di là del momento folcloristico e festivaliero, molti ragazzi si siano davvero affezionati a certe pellicole; che gli spettatori vadano oltre la concezione di visione di pellicole un po’ bizzarre davanti alle quali sorridere per alcune ingenuità, e che li considerino invece per quello che sono: film imperfetti ma divertenti e avvincenti, e che offrono molti spunti stimolanti dai quali far partire alcune riflessioni.