La
60° Mostra Internazionale del cinema di Venezia verrà inaugurata il 27
agosto da un cortometraggio, intitolato
Venezia 60
di Antonello Sarno, omaggiando la Biennale giunta alla 60° edizione.
In questo corto, prodotto da Medusa Film e Istituto Luce, vengono proiettati
dei flashback (per scelta non tratti da film) da tre periodi storici
determinanti della storia italiana: sequenze dalla mostra prebellica dal ’32
al ’43, dai “leggeri” anni ’50 e ’60, fino alle contestazioni del ’68 e dei
primi anni ‘70.
La Mostra aprirà con un’anteprima mondiale il
27 agosto: la prima del film di
Woody Allen,
Anything else (non in concorso) e con lui protagonista: lui stesso
presenzierà alla Biennale e verrà allestita una festa in suo onore.
Quest’anno la Biennale sarà particolarmente seguita anche e soprattutto per
“la promozione pluralistica che svolge per i suoi film”: nelle parole di
Mortiz
de Hadeln, direttore della 60° Mostra, si legge la soddisfazione per
aver costruito un evento da 300 film (concorso e fuori concorso con
una retrospettiva per i produttori), e per esser riuscito a stabilire a
Venezia, il 30 di agosto, un incontro fra i ministri europei che favorirà la
distribuzione ed in particolare la produzione cinematografica europea.
Dei circa 1600 film giunti alla selezione, 400 sono arrivati nelle due
ultime settimane: un lavoro lungo la cui urgenza ha trattenuto i
selezionatori fino al penultimo giorno prima della presentazione.
Una carrellata direttamente sui film e sugli autori esemplificherà i tratti
dominanti della Mostra ed i loro contenuti, alcuni ancora sottesi dalle
opere giunte nei giorni scorsi e non rivelabili che dalla proiezione. La
scelta di suddividere i film secondo la provenienza è dovuta ad una
semplificazione per lo spettatore, cernita a parte per gli eventi speciali,
la cui sostanzialità di per sé li astrae dai territori e dai confini
comunemente geografici, senza nulla togliere agli altri, illustri
partecipanti di questa marea dai tratti illuminanti.
Peter Greenway, esordendo con la dichiarazione provocatoria di voler
intitolare la sua conferenza a Venezia “Il cinema è morto!” presenta, con
Le valigie di Tulse Luper, il personaggio ed alter-ego di se stesso.
I viaggi di Tulse e la vita di centinaia di personaggi rivelati dagli
oggetti nelle sue valigie dipingono una specie di quest globale su
un’umanità in movimento. Di questi tre film che compongono la trilogia per 6
ore complessive, vedremo l’Episodio
3-Antwerp nella sezione
Controcorrente Evento speciale.
Fellini
Tutto il girato durante le riprese di
Ginger e Fred
e acquistato dall’Istituto Luce: gli spezzoni di promo, pubblicità,
gag che hanno come tema l’ironica presa di distanza dalle velleità
pubblicitarie di un’epoca consegnata al mercato delle promozioni e nelle cui
mani sono caduti anche i film, interrotti pedissequamente e senza sforzi
logistici per trovare il momento migliore per la sospensione. Questo zaino
di qualità ed oggetti alla rinfusa sarà svuotato davanti agli spettatori che
divertiti potranno riconoscersi una volta negli spettatori derisi, un’altra
nei direttori di questo mercato delle corbellerie.
Il cinema italiano
Presente con almeno 5 film di qualità e con registi-autori, anche
quest’anno la presenza di Marco Bellocchio viene annunciata da un
film controverso: il caso Moro (qualche mese fa è uscito
Piazza delle cinque lune
sull’attentato).
Buonanotte, notte riprende il sequestro attraverso l’occhio di una
terrorista (ricordandoci il primo film su Moro con Gian Maria Volonté):
un’analisi che si preannuncia micidiale se le fil rouge del regista
continua a tessere con la stessa coerenza dimostrata in
L’ora di religione. Paolo
Benvenuti con
Segreto di Stato segue la stessa linea di cinema impegnato con
altrettanto scalpore.
Il Miracolo
di Edoardo Winspeare è il terzo lungometraggio italiano per la
sezione principale, Venezia 60.
Il ritorno di
Cagliostro di Daniele Ciprì e Franco Maresco in
Controcorrente attraggono
molto sia per i contenuti, ora aperti ad un pubblico più vasto, sia per aver
affidato il ruolo principale al protagonista di
Nightmare, Robert Englund.
L’uomo segreto
di Nino Bizzarri su un Ennio Flaiano invisibile, dolorosamente puro,
raccoglie l’altro volto del cinema italiano dei
Nuovi Territori, quello
più sperimentale e perlustrativo delle nuove modalità di accezione
cinematografica. Guzzanti con
Fascisti su Marte
ripropone, riadattata per il grande schermo, la sua miniserie televisiva dai
sapori grotteschi ed iperreali. Delbono con
Guerra
effettua una ricognizione sullo spettacolo teatrale portato lo scorso
inverno in Palestina
condividendo il tema dominante con Oliver Stone.
L’attesissimo
Dreamers di Bernardo Bertolucci, girato nella Francia della
contestazione sessantottina che fa da scenario all’apertura all’amore e al
sesso di due ragazzi, risulta fuori concorso.
Cinema USA
Quasi tutti fuori concorso ma i nomi sono altisonanti: si passa da
Ridley Scott che avrà come emissario del suo
Matchstick Men
il suo protagonista, Nicolas Cage, al già citato Woody Allen.
Jonathan Demme e Oliver Stone scelgono due aspetti controversi
della realtà attuale:
The Agronomist
rievoca la figura di Jean Dominique, ucciso nel 2000, e strenuo
oppositore del regime di Duvalier e dei suoi successori ad Haiti;
Persona non grata
di Stone è un viaggio alla ricerca della voce di Arafat in un confronto
continuo con quella dei dirigenti israeliani e dei militanti di Hamas.
Entrambi nella sezione Nuovi
Territori confermano insieme agli italiani Scarfò,
Bizzarri, Delbono, Wilma Labate e molti altri l’interesse
per dei soggetti alternativi e rischiosi in un a configurazione geopolitica
il cui prodromo è l’incertezza, circondando anche i sentimenti di un velo
quasi cattivo, sicuramente acido.
I fratelli Cohen invece, presentano una commedia, tuttora “in
progress” (vorrebbero cambiare due o tre scene).
Intolerable Cruelty (Prima
ti sposo poi ti rovino), che si condisce di ingredienti vecchio
stampo: la classica guerra tra i sessi con due protagonisti d’eccezione e di
sicuro richiamo, Catherine Zeta-Jones e Gorge Clooney. Il tocco vivace, la
strategia degli inganni reticolata in un susseguirsi diacronico di effetti
comici, oltre allo spessore sottinteso alla sceneggiatura di marchio
coheniano, insieme al cinismo dinamico, sembrano assicurare una sciolta
disinvoltura ad un prodotto di sicuro successo.
Nicole Kidman e Anthony Hopkins saranno presenti con un film importante e
attraente: The Human Stain
di Robert Benton, anche questo fuori concorso. Da notare Jim
Jarmush e James Ivory, due inglesi di tutto rispetto.
Il Cinema asiatico risulta decimato dalla SARS e non partecipa che
con una esigua mole di film rispetto all’ultima edizione, degno di nota
l’opera di un monaco buddista,
Travellers and Magicians di Khyentse Norbu, segnalato
dallo stesso
Moritz
de Hadeln in conferenza stampa.
Due i
film iraniani sottolineati dal Direttore della Biennale: in concorso
per la sezione Controcorrente
sono Abjad (La
prima lettera) di Abolfazl Salili, che presenta come tema
l’estremismo religioso (sfortunatamente d’attualità con la giornalista
uccisa qualche settimana fa proprio in Iran); il secondo,
Silence between two thoughts
di Babak Payami è situato in Afghanistan e con il medesimo “regard”
sui talebani; questa volta il nodo si aggira attorno ad una ragazza
condannata ad una morte “non esecutiva” finché rimarrà vergine.
Sul
versante latino-americano de Hadeln si rivela “insoddisfatto” sebbene
un regista come Manoel de Oliveira quasi certamente si sottrae a
questa conclusione: Un filme
falado, soltanto per il cast sarebbe un capolavoro: John
Malkovich, Catherine Deneuve, Stefania Sandrelli e Irene Papas.
I premi
Dino de Laurentiis
riceverà il
Leone
d’oro alla carriera, ulteriormente onorata dalla retrospettiva
L’industria dei
prototipi che illustra, attraverso 18 film, l’opera di 8 grandi
produttori italiani: da De Sica a Monicelli con film di Fellini, Bava,
Rossellini, ed altri dello stesso calibro oppure minori, in ottemperanza
alla variabilità tipica dei film d’esportazione. Le copie restaurate
dalla Scuola Nazionale di Cinema sono presentati da RAI Teche. Inoltre, per
favorire l’incontro tra produttori e distributori ed il mercato
cinematografico sono stati allestiti i
Venice
Screenings, un salone apposito per questo tipo di clientela.
Le quattro sezioni di Venezia 60 (Leone
d’oro e Coppa Volpi),
Controcorrente (Premio San Marco e gli altri),
Nuovi Territori e
la Settimana internazionale della
critica, sono i concorsi principali. Accanto ad essi il
Premio
Luigi de Laurentiis per un’opera prima ed il
Leone
del Pubblico a cui si aggiungono i riconoscimenti per:
Diamanti
al cinema il 3 settembre, il
Premio
Robert Bresson il giorno dopo; il
Premio
città di Roma-Arcobaleno Latino dedicato ai Paesi Latini lo stesso 4
settembre; e per finire il
Premio
Wella Cinema Donna 2003, l’ultimo giorno della manifestazione, il 6
settembre.
La rassegna cinematografica di Venezia tratteggia un convivio con qualche
piatto favorito, Europa ed Italia giocano un ruolo di primo piano insieme ad
una produzione araba e filo-orientale, ed un contorno di lusso per le
proiezioni americane ed inglesi: sostanzialmente un menù di tutto rispetto.
31.07.2003
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