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Presentato all’interno della sezione nuovi territori, il film, della durata di appena 58’, racconta la storia di un giovane che per vivere si prostituisce insieme ad una sua amica e “collega”. Il padre, malato gravemente, quando si vede portare dal figlio una somma spropositata che dovrebbe servire a farlo operare, la rifiuta, intuendone l’origine poco pulita. Continua però a non fare troppe domande sulla vera sede di lavoro del figlio e sulla sua condotta di vita. Come accade spesso in questo tipo di strutture narrative, il personaggio dissoluto viene trascinato in un vortice di distruzione al quale non riesce più a porre freno. Con una regia controllata non priva di elementi interessanti, la regista riesce a creare momenti di forte meditazione su frammenti di realtà che ci riguardano spesso. Molto forti sono le scene in cui la musica, lavorando in funzione straniante, mette in evidenza l’assoluta incomunicabilità tra padre e figlio e lo scorrere del tempo diviene un’inesorabile cammino verso il finale tragico. Il padre conoscerà la collega di suo figlio e finalmente, quella verità che non aveva mai voluto vedere, gli si pone davanti senza lasciare più nulla all’incertezza. Adesso è certo di avere sbagliato in qualche cosa. Non saprà mai di preciso in cosa e non potrà mai tornare indietro.
Voto: 24/30 29.08.2003
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