60. mostra internazionale di arte cinematografica

 

Posledniy Poezd (L’ultimo treno)

di Aleksej German Jr.

con: Pavel Romanov, Peter Merkuriev
Nuovi Territori

di Piccarda DI MONTEREALE

Bello e terribile è The Last Train, film russo ambientato nei momenti finali della ritirata tedesca dalla Russia nel ’44. Il protagonista, un pingue e mite medico tedesco, è catapultato sul fronte orientale nel momento più tragico della disfatta germanica. Il suo viaggio lentissimo è seguito passo passo, dal treno alla macchina che lo porta sempre più lontano da ogni luogo sicuro verso un ospedale fatiscente immerso nel gelo invernale ed in pieno smantellamento per la ritirata delle truppe. Qui trova, oltre a sporcizia, galline e feriti troppo gravi per essere trasportati, un medico ormai sulla soglia della follia, con una tosse feroce ed una sigaretta sempre in mano, che lo maltratta aspramente, finché il poveretto si trova, non si sa come, perso nella tundra innevata senza riuscire a tornare all’orrendo ospedale. Scioccato e terrorizzato, incontra un anziano portalettere tedesco anch’egli in fuga ed insieme vagano per un tempo indefinito, bombardati dalle linee russe, gelati fino al midollo, persi in un orrore senza limiti. I pochi esseri umani incontrati tra metri di neve e betulle, una compagnia di attori russi, una divisione tedesca allo sbando, vengono sterminati sotto i loro occhi impotenti, e nulla più resta da fare se non sedersi su un tronco ed aspettare anche la propria fine.
Il film, come dichiara l’autore Aleksej German Jr. (figlio dell'omonimo regista russo piuttosto celebre in patria), nasce da una vicenda familiare: la madre e la nonna del regista furono salvate proprio da un tedesco durante la deportazione in Germania, e questo gesto è stato lo spunto per una riflessione più ampia sull’idea della guerra. “Per capire la guerra non è necessario allacciarsi ad un’epoca: chiunque capiti in una situazione del genere proverà le stesse sensazioni. Io, che sono sempre stato un fifone, ho immaginato come mi sarei comportato in una situazione estrema come la guerra. Mi sono solo immaginato con trent’anni di più, e molto più grasso... Basandomi sulla lettura di alcuni autori, soprattutto Remarque, ho capito che anch’io mi sarei adattato, anche se non sono solo gli avvenimenti a trascinare le persone, a volte sono le persone stesse a crearli, e comunque dipende da loro adattarsi o no. Il film è dedicato a tutte le persone intelligenti obbligate a combattere e a morire inutilmente”.

Voto: 28/30

31.08.2003

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