60. mostra internazionale di arte cinematografica

 

The Agronomist

di Jonathan Demme

con: Jean Dominique

Nuovi Territori

Evento Speciale

di Domenico MONETTI


Haiti. Un uomo sorride. Fuori sparano. Fuori si muore. Jean Dominique non ha paura. Agronomo per vocazione, giornalista radiofonico e attivista per i diritti umani poi, ha costruito dal niente una radio (Radio Haiti-Inter), denunciando il Potere, difendendo gli oppressi e più deboli. Nel 1991 il regista Jonathan Demme incontra Jean Dominque in esilio negli Stati Uniti e, affascinato dalla sua personalità carismatica, decide di realizzare un ritratto documentaristico. Dieci anni dopo Jean viene freddato da dei colpi di pistola mentre si reca alla sua radio. The Agronomist è uno snuff movie involontario proprio perché comincia quando l’agronomo è vivo e finisce quando muore. E come uno snuff movie involontario che si rispetti è estremo nel suo voler ricondurre la vita e la passione di un uomo in immagini tremanti quasi che la vita sullo schermo fatta di ombre e di luci fosse una pallida e fugace testimonianza di quello che si vorrebbe (l’ideale) ma non si può avere (l’esistente). L’attimo prima di morire, l’istantanea di un corpo, di un viso, di un popolo… l’illusione che tutto ciò sia tattile, vivo… solo per un attimo. Poi, più niente. Demme ha realizzato uno dei film più estremi della sua filmografia, ragionando prima che sulla morte del (al?) lavoro, sulla natura intrinseca del cinema che è mortifera e sulla sua vocazione necrofila. In fondo come ha scritto e ha detto Alberto Farassino il film non è altro che un momento di nostalgia di quello che è stato il set.
 

Voto: 27/30

03.09.2003

 

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