
“Non si vedono tutti i giorni due morti che parlano” sorseggiando vino.
Vale la pena vedere questo film dai contenuti inconsueti e dal potere
visionario rarissimo. “Pourquoi-pas?” Perché no? Uccidere ragazze bionde,
per il personaggio che incontra il protagonista, è un’ esperienza che
viene descritta come un “ivrement” o addirittura “amour”. Così inizia un
noir, il cui protagonista è uno scrittore frustrato che sembra vivere di
sole baguette, le quali vengono usate come forma di sfogo nei momenti
negativi. Questo Umphrey Bogart dei nostri tempi entra in casa lanciando
il suo cappello sull’appendiabiti in un ingresso in penombra, dividendo il
suo appartamento con una bellissima bionda che più avanti scopriremo avere
una doppia vita. Tutto è falso e tutto è vero in questa pellicola che
continua a svolgersi mentre l’autore, esperto come pochi di linguaggio
onirico, ci trascina in primi piani a spirale orizzontale che avvolgono il
personaggio lasciando sfocare sfondi inutili di personaggi che ciarlano
del suo insuccesso. Diversi inserti surreali ricordano il migliore Ruiz.
Nel primo vediamo un uomo seduto in una casa editrice, indicarlo quando
prende degli occhiali che avevamo visto sul luogo del delitto. Il secondo
è per l'appunto il momento della mostra d’arte in cui la responsabile
della casa editrice si rivela una donna superficiale e spietata con il
nostro artista. Il terzo vede il protagonista discorrere con una ragazza
mora che poi scopriremo coinvolta nella storia. Il quarto ed ultimo
riporta in gioco il personaggio che all’inizio del film era morto dando
vita ad una finzione esasperata che, come altri momenti intelligenti del
film riesce a costruire un surreale senza sospensione dell’incredulità. Un
film appassionato, ricercato e dai nobili intenti autoriali e di
intrattenimento, riuscito in tutto. Una nota particolare meritano le
inquadrature, tutte meditatissime e realizzate in collaborazione con un
fotografo che ricrea le stessa illuminazione noir con fasci di luce sul
viso degli attori. Straordinari come sempre, i movimenti di macchina
continui, i quali, con una sinergica unione con movimenti sugli assi,
riescono a rendere dinamica anche la scena meno movimentata.
Voto: 29/30
31.08.2003
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